Concetti Chiave
- Leopardi considerava il suicidio un tema di attualità, influenzato dalle posizioni della morale cristiana e dalla letteratura romantica.
- Criticava il cristianesimo come la costruzione umana più fallace, preferendo le divinità del mondo classico antico.
- Adottava un titanismo antiteistico, opponendosi a un divino responsabile delle sofferenze umane.
- Nel 1821, Leopardi abbandonò il suo spirito patriottico, criticando l'egoismo e l'individualismo del mondo moderno.
- Concluse che l'uomo non è fatto per la collettività e che la società perfetta è un'illusione a causa della natura egoista umana.
Indice
La morale cristiana e il suicidio
Un altro tema scottante riguardò le posizioni della morale cristiana in merito al suicidio, che era un tema di attualità nel mondo letterario. In Germania I dolori del giovane Werther aveva diffuso questa tematica che era già diventata una tematica titanica e molto romantica. Leopardi riteneva di non creare problema a nessuno con il suicidio. L’unico ostacolo alla pratica del suicidio è rappresentato dalla morale cristiana. L’uomo ha fatto tante costruzioni fallaci, di cui il cristianesimo è la peggiore secondo Leopardi.
Leopardi e il titanismo antiteistico
In questo periodo il poeta recanatese era innamorato delle convinzioni illuministiche. Venne meno il senso del divino e se esistevano delle divinità allora dovevano essere come quelli del mondo classico antico. In alcuni componimenti gli dei erano nemici dell’uomo e lo oltraggiavano. Leopardi giunse a posizioni di titanismo antiteistico e non solo di ateismo, ma anche di rivolta nei confronti di un divino che, se realmente esiste, è responsabile delle sofferenze umane.
Il crollo dello spirito patriottico
Nel 1821 crollò anche lo spirito patriottico di Leopardi, quella sorta di nazionalismo che trovava espressione nelle cosiddette canzoni civili. Il mondo moderno infatti era egoista e caratterizzato dall’individualismo e quindi non c’è spazio per sentimenti disinteressati e altruistici.
L'individualismo umano secondo Leopardi
Leopardi giunge alla conclusione che l’uomo è sempre stato individualista e che quindi non è mai riuscito a creare una società accettabile e funzionale, mettendo in discussione un principio importante: non era infatti vero che l’uomo è un animale nato per vivere in collettività. Il rapporto tra individuo e comunità è sempre stato difficile e conflittuale. Leopardi arrivò a dire che l’uomo era addirittura la creatura meno socievole tra tutti gli animali. Allora l’uomo poteva smettere di scervellarsi su come dovesse essere la società ideale, perché l’uomo è egoista per natura e quindi non esisterà mai una società perfetta.
La natura materialistica di Leopardi
Alla fine del 1821 la concezione positiva della natura di Leopardi non ha più ragione di esistere e sarà sostituita da una concezione più materialistica.
Domande da interrogazione
- Qual è la posizione di Leopardi riguardo al suicidio e alla morale cristiana?
- Come si manifesta il titanismo antiteistico di Leopardi?
- Qual è la visione di Leopardi sull'individualismo umano?
Leopardi riteneva che il suicidio non creasse problemi a nessuno, ma vedeva la morale cristiana come l'unico ostacolo a questa pratica, considerandola una costruzione fallace.
Leopardi, influenzato dalle convinzioni illuministiche, sviluppò un titanismo antiteistico, opponendosi a un divino che considerava responsabile delle sofferenze umane, andando oltre l'ateismo.
Leopardi conclude che l'uomo è per natura individualista e non adatto a vivere in collettività, mettendo in dubbio l'idea che l'uomo sia un animale sociale e negando la possibilità di una società perfetta.