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Questo componimento parla di come si trascorre un sabato di un paese, Recanati, ma è anche simbolo dell'attesa della festa e della felicità nella vita. Leopardi prende spunto da questa rappresentazione della realtà per fare una riflessione sulla vita e, in particolare, sulla giovinezza.
La prima parte serve innanzitutto per descrivere la sera del Sabato nel paese di Recanati. È un discorso metaforico perché questa descrizione del Sabato presenta delle immagini come quelle delle vecchie, delle donzelle, del contadino e del falegname.
Per lui il tempo è attesa. Non è quello che abbiamo tra le mani ma è quello che verrà: il Sabato è inteso come attesa della Domenica. Leopardi ci descrive un attesa festosa, gioiosa di un qualcosa che avverrà. Per lui non è un’attesa brutta, ma un’attesa ansiosa, in modo esasperato. L’ultima strofa è dedicata all’infanzia; Leopardi associa la giovinezza alla giornata del sabato, piena di speranze e aspettative per il giorno dopo, e l’età adulta alla domenica, che è una giornata noiosa e stanca in quanto pensiamo già al giorno dopo in cui dobbiamo lavorare
Quello che Leopardi esprime nella poesia del Sabato del Villaggio è che non si può vivere l’adolescenza nell’attesa che la vita adulta cominci, perché si spreca quello che si ha tra le mani: il domani che si attende tanto, potrebbe non essere all'altezza delle aspettative.
Infatti il motivo principale è la gioiosa attesa della festa, anche se vi è sempre un velo di malinconia, perché Leopardi sa che tutto nella vita dura poco. Concludendo, Leopardi vuole dire che la vera gioia è nell'attesa, nel sabato: tutto ciò è simbolo della felicità che non esiste, ma esiste solo l'attesa della felicità, però Leopardi dice questo in modo sereno.