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Storia: la seconda guerra mondiale, il fronte orientale, la battaglia di Stalingrado
Inglese: Churchill: The Second World War, the Hinge of Fate
Tedesco: lettera di un soldato semplice tedesco
Greco: i Persiani di Eschilo e Le Storie di Erodoto (Libro VIII)
e avendo un solido sistema di approvvigionamento e di attacco aereo; riuscì a conquistare l’intera
parte della città a ovest del Volga (il fiume scorre nella città sommariamente da nord a sud)
permettendo all’Armata Rossa solo poche teste di ponte lungo il fiume. Tutto cambiò con
l’operazione Urano dei sovietici iniziata il 19 novembre. Le nuove truppe giunte dai territori interni
hanno contrattaccato da nord della città con il fine di tagliare i collegamenti tra la retrovie
tedesche insediate nella steppa e la sesta armata presente all’interno della città. L’operazione
ebbe successo, per il resto della guerra solo un ponte aereo con la Germania permise ai tedeschi
(che da accerchianti erano diventati accerchiati) di resistere fino al febbraio 43. Più volte si richiese
una ritirata delle armate dalla città. Ciò non fu possibile per preciso volere di Hitler che vedeva
nella conquista della “città di Stalin” un’arma di propaganda enorme sia nazionale sia verso i russi.
Le ragioni retoriche tuttavia non permisero la vittoria. Pur allo stremo delle forze i tedeschi non si
arresero. Tutto terminò con la cattura del feldmaresciallo Paulus il 31 gennaio e con la resa delle
ultime truppe tedesche nella zona delle grandi fabbriche due giorni dopo.
Ultime lettere da Stalingrado, versione tedesca
In questo volume sono state raccolte varie lettere provenienti da uno degli ultimi voli per la
Germania. Le ultime sono datate dicembre 1942, non molto tempo prima che l’accerchiamento
russo bloccasse il ponte aereo. Non sono mai arrivate a destinazione poiché Hitler e l’alto grado
dell’esercito nazista le sequestrò per controllare il livello di “popolarità” di cui godeva il regime tra
le truppe al fronte e furono quindi ritrovate solo alla fine della guerra. Gli animi dei soldati
possono apparire molteplici e spesso contrastanti tra di loro. Per esempio nella seconda lettera è
scritto: “Ci dicono che la nostra è una battaglia per la Germania, ma sono pochi qui a credere che il
dissennato sacrificio possa giovare alla nostra patria”. Molti soldati tedeschi sanno di non poter
più tornare a casa e questo porta loro a rispondere in modo diverso. Ad assalire loro è angoscia,
paura per la sorte della guerra intera e dei cari in Germania. La situazione sanitaria è disastrosa, il
numero dei feriti cresce ogni giorno molto più velocemente di quello dei soldato freschi in arrivo
via aereo dalle retrovie. Il morale è sempre peggiore. Ciononostante in queste lettere non sono
pochi quelli che comunicano un sorta di speranza e che credono ancora che una disfatta totali non
sia sicura. Un esempio è quello della lettera XXII: a scriverla è molto probabilmente un ragazzo che
confida ancora nel potere di Hitler e nella sua forza. Egli riuscirà a salvare tutte le truppe
accerchiate a Stalingrado e questo permetterà a tutti di salvarsi. Un’altra conseguenza del
deterioramento delle condizioni delle truppe e del fronte è quella espressa dalla lettera del
tedesco Ekkehard Johler
Liebe Familie Otte!
Sie haben lange nichts mehr von mir gehört, und ich will daher endlich wieder ein Lebenszeiten von
mir geben.
Haben Sie das Weihnachtsfest gut verlebt? Ich habe es in der Feuerstellung gefeiert, in der wir
schon sehr lange liegen. Der Russe ließ uns einigermaßen Ruhe, u. viel mehr können wir bei der
trostlosen Lage nicht verlangen. Die Nachschub- u. Versorgungswege sind äußerst schwierig. Daher
haben wir seit sechs Wochen auch keinerlei Post mehr erhalten.
Und wie wären uns die Weihnachtssendungen zu statten gekommen! (Hrg: Die Weihnachtspakete
mit den dann alten Keksen kamen zum Absender zurück). Doch ich hoffe, dass sie uns irgendwann
doch erreichen, u. wenn es weit im neuen Jahr ist.
Die im November so rosigen Urlaubsaussichten sind natürlich längst begraben. Oblt. Kühne ist
Mitte Nov. zu einem Lehrgang nach Celle gefahren. Bis Weihnachten hatte er Urlaub u. ist vielleicht
schon wieder auf dem Wege nach Russland, aber vielleicht kommt er auch garnicht mehr zu uns.
Bei unserer bescheidenen Weihnachtsfeier beförderte mich unser neuer Chef zum Unteroffizier. Wir
hatten unseren Bunker einigermaßen festlich hergerichtet mit Kiefernzweigen. Etwas besseres lässt
sich in dieser Schneesteppe nicht auftreiben.
In der Hoffnung, dass Sie alle wohlauf sind u. mit den besten Wünschen für das neue Jahr bin
ich stets Ihr
E. Johler.
Questa lettera fu scritta durante l’accerchiamento da parte dei russi della 6° armata tedesca
comandata dal generale Friedrich Paulus. Come in varie altre lettere di soldati (non solo di questa
guerra) si può riflettere sulle conseguenze di uno scontro su uno stato ma anche su una singola
famiglia. Anche questa fonte è importante perché fa capire con argomenti apparentemente molto
semplici che spesso l’esperienza provata dal soldato semplice al fronte è diametralmente opposta
a quella dell’ufficiale o proprio del primo ministro (quella ad esempio dello stesso Churchill).
Anche se secondariamente nei soldati tedeschi è presente il senso di difesa della madrepatria.
Questa visione sarà poi molto più accentuata nella versione sovietica, nella quale le truppe
dell’Armata Rossa stavano difendendo i propri territori e le case delle proprie famiglie. È anche
vero che in varie lettere tedesche la disfatta di Stalingrado è vista come l’inizio della fine. Si capisce
che l’intero fronte orientale è in gravi difficoltà e fu lì dove la Wehrmacht subì le prime ingenti
perdite (si parla per il fronte di Stalingrado dall’inizio alla fine di più di 1 milione di vittime o
dispersi oltre ai feriti).
Johler nelle sue ultime lettere non ha la stessa impressione. In alcune la situazione sembra essere
migliorata (Heiligabend: „Der Russe lässt uns heute Ruhe, jedenfalls bis jetzt.“). Questo è comune a
varie altre lettere di altri soldati dell’esercito nazista. Via via che la situazione peggiora, le notizie
che vengono mandate a casa riguardano sempre meno la guerra e sempre più la vita in Germania
con la famiglia. Nella lettera datata Capodanno 1942 risulta scritto: „ich denke an alle Leute, denen
ich so gern mündlich ein "Prosit Neujahr!" sagen möchte und dabei kehren meine Gedanken
naturgemäß immer wieder zu Euch, Ihr Lieben Daheim , zurück. „.
Versione inglese: Churchill
La visione del primo ministro britannico è molto differente da quella degli altri protagonisti della
battaglia. Nel fronte russo gli inglesi non sono direttamente coinvolti con le truppe o per la difesa
di colonie. Stalingrado appare in generale come il punto in cui l’avanzata tedesca (descritta nel
secondo volume dell’opera chiamato “La loro ora più bella”) può e deve essere fermata. L’arresto
dell’avanzata dei nazisti presuppone quindi il contrattacco alleato che in quel periodo era già in
atto in nord’Africa con la sconfitta di Rommel. Nel fitto carteggio tra Stalin e Churchill si evince
spesso che l’esercito russo non è in grado da solo di vincere l’occupazione tedesca e quindi
necessita di aiuto dalle potenze occidentali; ad esempio tramite l’invio di truppe e di armamenti (o
tramite l’Iran e le colonie inglesi mediorientali o via mare circumnavigando la Scandinavia fino ad
arrivare al porto di Arcangelo). L’invio di truppe non è possibile per la campagna in Africa. Viene
scelta quindi una nuova tattica: Churchill e l’americano Roosevelt decidono nel 1943 di iniziare
l’operazione “Torch”. Con il rafforzamento degli attacchi alleati su altri fronti (in questo caso
quello tunisino e algerino) l’esercito tedesco sarà costretto a dirottare truppe inizialmente
stanziate sul fronte orientale verso zone più periferiche così da permettere al contrattacco russo
di combattere un numero minore di uomini. Il Corpo di Stato Maggiore sovietico e Stalin
appoggiano l’idea di Churchill. Inizialmente i russi avrebbero voluto l’apertura di un secondo
fronte in Francia. Ciò non fu possibile fino a giugno 1944 (sbarco in Normandia), cosa non molto
apprezzata dai russi come spiegato dal seguente stralcio:
I told Stalin that I was well aware that this plan offered no help to Russia in 1942, but thought it
possible that when the 1943 plan was ready it might well be that the Germans would have a
stronger army in the West than they now had. At this point Stalin’s face crumpled up into a frown,
but he did not interrupt. I then said I had good reasons against an attack on the French coast in
1942. We had only enough landing-craft for an assault landing on a fortified coast- enough to
throw ashore six divisions and maintain them. If it were successful, more divisions might be sent,
but the limiting factor was landing-craft, which were now being built in very large numbers in the
United Kingdom, and especially in the United States. For one division which could be carried this
year it would be possible next year to carry eight or ten times as many. Stalin, who had begun to
look very glum, seemed unconvinced by my argument, and asked if it was impossible to attack any
part of the French coast. I showed him a map which indicated the difficulties of making an air
umbrella anywhere except actually across the Straits. He did not seem to understand, and asked
some questions about the range of fighter planes. Could they not, for instance, come and go all the
time? I explained that they could indeed come and go, but at this range they would have no time to
fight, and I added that an air umbrella to be of any use had to be kept open. He then said that
there was not a single German division in France of any value, a statement which I contested.
There were in France twenty-five German divisions, nine of which were of the first line. He shook
his head. I said that I had brought the Chief of the Imperial General Staff and General Sir Archibald
Wavell with me in order that such points might be examined in detail with the Russian General
Staff. There was a point beyond which statesmen could not carry discussions of this kind.
posizione Kindle 7815, 7823, 7830
Si possono comprendere chiaramente le intenzioni inglesi e in particolare di Churchill. Alla fine egli
riuscì ad “aiutare” i russi inviando ulteriori truppe verso i propri fronti senza rischiare di anticipare
l’invasione della Francia in un momento in cui la superiorità alleata non era ancora
completamente sicura. Certamente l’Inghilterra era disposta a sostenere l’alleato russo (e lo fece
anche procurando loro numerosi aerei da sbarco e trasporto per l’assedio di Stalingrado),
continuava comunque a tenere maggiormente ai propri fronti e alla sicurezza delle proprie truppe
piuttosto che alla salvezza di quelle sovietiche, le quali subirono ingenti perdite nell’avanzata verso
la Germania. Churchill riassume la fase finale della guerra nel modo seguente:
We must now revert to the tremendous drama unfolding around Stalingrad. As has been described,
Paulus’s Sixth German Army had caught by the Russian pincers and encircled as the result of the
November conflict. Manstein’s supreme effort from the south-west in December to break through
the Russian cordon and relieve the beleaguered garrison had failed. He pierced the Russian line to
a depth of forty miles, but there he was stopped, still fifty miles from Stalingrad. A new Russian
offensive from the north threatened his flank and forced him into a retreat which spread to all the
German southern front, including the Caucasus, and ended only when it was back behind Rostov-
on-the-Don. There was now no hope of further succour for Paulus. Great efforts were made to
supply him from the air, but little got through, and at the expense of heavy losses in aircraft. The
cold was intense; food and ammunition were scarce, and an outbreak of typhus added to the
miseries of his men. On January 8 he rejected an ultimatum to surrender, and next day the last
phase began with violent Russian attacks from the west. The Germans fought strongly, so that only