Concetti Chiave
- La visione poetica di Leopardi combina sensibilità lirica e riflessione filosofica sul destino umano, distaccandosi dal conservatorismo con una visione personale del mondo.
- Leopardi si schiera con i classicisti, sostenendo la superiorità della poesia antica, che nasceva in sintonia con la natura e celebrava la bellezza e la forza della vita.
- Inizialmente, Leopardi vede la natura come una madre benigna che dona illusioni, considerate valori fondamentali che danno senso alla vita, offrendo conforto contro il dolore e la caducità.
- Il pessimismo storico di Leopardi attribuisce l'infelicità alla decadenza della società moderna, mentre gli antichi, vicini alla natura, vivevano grandi passioni e illusioni.
- Successivamente, Leopardi rivisita la sua visione della natura, considerandola matrigna e indifferente al bene degli uomini, come illustrato nel "Dialogo della Natura e di un Islandese".
Indice
Giacomo Leopardi - Visione poetica
Leopardi è un poeta e filosofo che unisce alla sensibilità lirica una riflessione sul destino dell’uomo. Leopardi scopre la poesia come una necessità, come spazio in cui dare voce ai propri sentimenti, e inizia anche a distaccarsi dal rigido conservatorismo, aprendosi a una visione più personale del mondo.
Ritorno alla natura
In questi anni Leopardi si inserisce nel dibattito tra classicismo e romanticismo favorendo i classicisti, ma con un’interpretazione originale. Nel Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica, mai pubblicato in vita, sostiene la superiorità della poesia degli antichi su quella dei moderni. La poesia classica siccome nasce in un’epoca in cui l’uomo viveva a stretto contatto con la natura e poteva liberare la propria fantasia e libertà. Gli antichi creavano miti e favole capaci di celebrare la bellezza e la forza della vita. La poesia moderna, invece, risente dell’«incivilimento», dell’eccesso di ragione, ed è per questo rigida e lontana dalla natura. Per Leopardi il compito del poeta non è quello di istruire, ma di illudere e procurare piacere, impedendo alla ragione di distruggere gli inganni della fantasia. Il suo classicismo non è quindi imitazione formale, ma tensione verso la purezza della poesia e verso una condizione in cui in cui l’immaginazione prevale sulla logica hai ragione.
Natura benigna
Dal 1817 fino al 1821-22 Leopardi considera la natura come madre benigna, che ha donato all’uomo il piacere delle illusioni. Esse non sono semplici inganni, ma valori fondamentali che danno senso alla vita come virtù, amore, bellezza, gloria, amicizia. Egli scrive nello zibaldone «Le illusioni sono tutta la vita». Le illusioni, infatti, sono il conforto che la natura offre per mascherare la verità del dolore e della caducità e rendere quindi la vita più sopportabile. La poesia, in questo quadro, diventa lo strumento privilegiato per far vivere tali illusioni, essa è fatta di rimembranza, cioè del ricordo di esperienze passate, e trova la sua forza nel “vago”, come dimostra l’idillio L’infinito, dove la fantasia calma ciò che i sensi non riescono a capire, trasformando l’ignoto in un piacere immaginativo.
Pessimismo storico
La prima fase del suo pensiero prende il nome di pessimismo storico. Leopardi attribuisce l’infelicità dell’uomo non alla sua natura, ma si potrebbe dire che più che altro la attribuisce alla decadenza della società moderna, in particolare all’Italia della Restaurazione, oppressa da politica e assenza di ideali. Gli antichi erano più felici poiché erano vicini alla natura e potevano vivere grandi passioni e illusioni; i moderni, invece, sono infelici perché la ragione non permette di immaginare e di sperare. In questa prospettiva, la natura quindi rimane una madre buona e generosa che offre le illusioni, valori essenziali come rimedio al dolore della vita.