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Concetti Chiave

  • I "Paralipomeni della Batracomiomachia" di Leopardi è un poemetto eroicomico in ottave, scritto tra il 1831 e il 1837, e pubblicato a Parigi nel 1842.
  • Quest'opera è un proseguimento della "Batracomiomachia" greca, con riferimenti alla storia contemporanea, come i moti toscani del 1831 e gli eventi napoletani del 1815-1821.
  • Nell'allegoria, i topi rappresentano i liberali, le rane i reazionari e i granchi gli austriaci, riflettendo la situazione politica dell'epoca.
  • I "Pensieri", scritti tra il 1832-36 e pubblicati nel 1845, sono 111 riflessioni sull'immoralità e i difetti umani, come avidità e orgoglio.
  • Leopardi utilizza il genere dell'aforisma per denunciare il comportamento immorale degli uomini, già esplorato in "Operette Morali" e "Zibaldone".

Indice

  1. Origini e pubblicazione del poemetto
  2. Significato e simbolismo dell'opera
  3. Contesto storico e satira
  4. I "Pensieri" di Leopardi

Origini e pubblicazione del poemetto

I “Paralipomeni della Batracomiomachia” è un poemetto eroicomico di canti in ottave scritto tra il 1831 e il 1837 ma pubblicato solo nel 1842 a Parigi.

Significato e simbolismo dell'opera

Batracomiomachia si credeva fosse un’opera di Omero, quando in realtà fu scritta in epoca ellenistica, il termine greco significa guerra tra rane e topi, questi alla fine fuggono a causa di Zeus e dei granchi.

Contesto storico e satira

Paralipomeni significa continuazione, l’opera di Leopardi si presenta dunque come il proseguimento di quella greca con tuttavia riferimenti alla storia contemporanea, in particolare ai moti toscani del 1831 e gli avvenimenti napoletani tra 1815-1821: i topi sono i liberali, le rane sono i reazionari e i granchi sono gli austriaci, che intervengono in difesa delle rane. Furono scritti negli stessi anni in cui Leopardi dette sfogo alla satira con “Palinodia al marchese Gino Capponi” e la canzone “I nuovi credenti”, questa satira si scatenava su reazionari, austriaci e liberali (tutti credono in miti sfatati nelle operette), anche se riserva una simpatia per il conte Leccafondi, il loro leader.

I "Pensieri" di Leopardi

I “Pensieri” furono scritti tra il 1832-36 ma pubblicati nel 1845 da Ranieri, sono 111 brevi riflessioni che hanno per argomento “i caratteri degli uomini e il loro comportamento nella società”. Tema già affrontato in “Operette Morali” e “Zibaldone” però interpretati in maniera differente, con il compito di mostrare all’umanità il male che gli uomini si fanno a vicenda con il loro comportamento immorale come avidità, falsità e orgoglio. Essi, anziché unirsi contro la natura, si trattano come nemici, questa denuncia prende forma nel genere dell’aforisma.

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