Concetti Chiave
- Giacomo Leopardi nacque nel 1798 a Recanati, in una famiglia nobile ma economicamente in difficoltà. Suo padre era un conte contrario alle idee rivoluzionarie francesi, mentre la madre gestiva le finanze familiari.
- Nonostante un ambiente conservatore, Leopardi studiò da autodidatta dopo i primi dieci anni con precettori ecclesiastici, dedicandosi a sette anni di studio intenso che danneggiarono la sua salute già fragile.
- Leopardi mostrò presto un'intelligenza straordinaria, imparando greco e latino e componendo opere poetiche, mantenendo tuttavia uno stile culturale antico, influenzato dal suo contesto provinciale.
- Tra il 1815 e il 1816, Leopardi passò dall'erudizione alla letteratura di bellezza, ispirato dai grandi poeti e scrittori moderni, e sostenuto dall'amicizia con Pietro Giordani, un intellettuale laico e democratico.
- La sua visita a Roma nel 1822 lo deluse per la sua realtà meno fiorente del previsto; successivamente, lavorò per l'editore Stella, che gli permise di soggiornare in diverse città italiane, ampliando i suoi orizzonti culturali.
Indice
Infanzia e ambiente familiare
Giacomo Leopardi nacque il 29 giugno 1798 a Recanati (paese delle Marche che ai tempi si trovava sotto il controllo dello Stato Pontificio) da una famiglia della nobiltà terriera in cattive condizioni economiche. Il padre era il conte Monaldo Leopardi: un uomo rigido, acculturato ma profondamente contrario alle nuove idee diffuse dalla Rivoluzione Francese.
La madre, la marchesa Adelaide Antici, era una donna dura, severa e bigotta che si occupava dell’amministrazione economica dei beni di famiglia al posto del marito.Formazione e prime opere
Nonostante l’ambiente chiuso e conservatore, Leopardi ebbe la possibilità di studiare con precettori ecclesiastici fino all’età di dieci anni. Si dimostrò sin da subito un bambino prodigio, tanto da non aver più bisogno dei precettori, e continuò a studiare nella biblioteca del padre dal 1809 al 1815. Questo periodo, da lui definito “sette anni di studio matto e disperatissimo”, lo indebolirono fisicamente dato che lui era già cagionevole di salute.
Era dotato di un’ intelligenza straordinaria. Imparò velocemente il greco e il latino, si occupò di studi filologici ed eruditi e sin da giovane iniziò a comporre poesie, odi, sonetti, canzonette e tragedie. La sua cultura è di stampo antico, con modelli arcadici e illuministi, tipica del luogo provinciale e arretrato in cui viveva.
Conversione letteraria e amicizie
Tra il 1815 e il 1816 vi fu quella che Leopardi definì la sua conversione letteraria (dall’erudizione al bello): abbandonò l’interesse per gli studi filologici ed eruditi lasciando spazio ai grandi poeti (come Omero, Virgilio e Dante), scrittori moderni (come Rousseau, Goethe, Alfieri e Foscolo) e alla cultura romantica. Fondamentale durante questi anni fu per Leopardi l’amicizia con Pietro Giordani: apprezzatissimo intellettuale dell’epoca di idee laiche e democratiche con il quale intratteneva un fitto rapporto epistolare. Rappresentava per lui sia uno stimolo intellettuale sia un confidente.
Delusioni e cambiamenti
Nell’estate 1819 tentò la fuga dalla casa paterna ma venne scoperto per colpa del cocchiere di casa Leopardi. Seguì un periodo di frustrazione dovuto al fallimento della fuga e ad un problema agli occhi che gli impediva di leggere. Questo lo fece sprofondare in una crisi e in uno stato di malinconia. Vi fu così il secondo passaggio: dal “bello” al “vero”: dalla poesia legata all’immaginazione e alla filosofia a quella legata al pensiero e alla realtà. A questo periodo appartengono gli Idilli, le Canzoni e diverse note contenute nello Zibaldone.
Viaggi e ultimi anni
Nel 1822 visitò Roma, ospite dello zio, ma ne fu profondamente deluso: l’ambiente era troppo grande e meno fiorente di come lo aveva immaginato. L’anno successivo tornò a Recanati e scrisse le operette morali. Nel 1825 iniziò a lavorare per l’editore Stella e coi soldi guadagnati soggiornò a Milano, Bologna, Firenze e Pisa.
Nel 1828 tornò a Recanati a causa delle sue gravi condizioni di salute. Ma, due anni dopo, degli amici gli offrirono un assegno mensile per un anno a Firenze e luì accettò. Qui, frequento circoli letterari a casa della nobildonna Fanny Targioni Tozzetti e migliorò i suoi rapporti sociali. Nel 1833 uno dei suoi amici, Antonio Ranieri, decise di ospitarlo a Napoli sperando che il clima potesse avere effetti positivi sulla sua salute. Proprio a casa sua, Leopardi morirà il 14 giugno 1837.
Domande da interrogazione
- Quali furono le condizioni economiche e familiari di Giacomo Leopardi durante l'infanzia?
- Come si sviluppò la formazione intellettuale di Leopardi?
- In cosa consistette la "conversione letteraria" di Leopardi?
- Quali furono le conseguenze del tentativo di fuga di Leopardi nel 1819?
- Come trascorse Leopardi gli ultimi anni della sua vita?
Giacomo Leopardi nacque in una famiglia della nobiltà terriera in cattive condizioni economiche. Suo padre, il conte Monaldo Leopardi, era rigido e contrario alle idee della Rivoluzione Francese, mentre sua madre, la marchesa Adelaide Antici, era severa e si occupava dell'amministrazione economica della famiglia.
Leopardi studiò con precettori ecclesiastici fino a dieci anni, poi continuò da autodidatta nella biblioteca del padre. Era un bambino prodigio, imparò rapidamente greco e latino e si dedicò a studi filologici ed eruditi, componendo poesie e tragedie.
Tra il 1815 e il 1816, Leopardi passò dall'erudizione al bello, abbandonando gli studi filologici per dedicarsi ai grandi poeti e alla cultura romantica. L'amicizia con Pietro Giordani fu fondamentale in questo periodo.
Dopo il fallimento della fuga dalla casa paterna e un problema agli occhi, Leopardi attraversò una crisi e uno stato di malinconia, passando dalla poesia legata all'immaginazione a quella legata al pensiero e alla realtà.
Negli ultimi anni, Leopardi viaggiò e soggiornò in diverse città italiane grazie al supporto economico di amici. A Napoli, ospite di Antonio Ranieri, morì il 14 giugno 1837.