CorazonPR
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Concetti Chiave

  • Il dialogo di Tristano e un amico è una risposta di Leopardi alle critiche ricevute nel 1827 per le sue Operette Morali.
  • Tristano, alter-ego di Leopardi, discute con sarcasmo l'idea che la vita non sia infelice, criticando l'antropocentrismo.
  • Leopardi evidenzia la natura indifferente e matrigna, che illude l'uomo di poter raggiungere una felicità inarrivabile.
  • Il poeta preferisce una "filosofia dolorosa" e veritiera alla falsa felicità propagandata dalla cultura contemporanea.
  • Conclude con un paradosso, preferendo la morte alla vita, evidenziando un atteggiamento eroico di ribellione al destino infelice.

Indice

  1. Critiche alle Operette Morali
  2. Universalità della sofferenza umana
  3. Ironia contro la cultura contemporanea
  4. Desiderio di morte liberatrice

Critiche alle Operette Morali

Questo dialogo venne scritto nel 1832 come risposta di protesta alle critiche che vennero rivolte all’ autore sull’edizione milanese (1827) delle Operette Morali. Tristano, che può essere considerato l’alter-ego di Leopardi come lo è Jacopo Ortis di Foscolo, si incontra con un amico e dialogano sul suo nuovo libro, le Operette Morali appunto, e sulla filosofia contemporanea.

Universalità della sofferenza umana

L’amico chiede a Tristano il motivo per cui nella sua opera l’uomo è descritto come infelice, trovandolo fin troppo disperato, e quest’ultimo risponde “ io aveva quella pazzia in capo. E n'era tanto persuaso che tutt'altro mi sarei aspettato, fuorché sentirmi volgere in dubbio le osservazioni ch'io faceva in quel proposito, parendomi che la coscienza d'ogni lettore dovesse rendere prontissima testimonianza a ciascuna di esse”, riprendendo il concetto leopardiano di universalità della sofferenza umana. Cercando di celare l’indignazione, data dalle critiche aspre ricevute, per la limitazione del suo pensiero filosofico, sarcasticamente afferma di aver cambiato la propria idea al riguardo, dicendo che “la vita non è infelice, e che se a me pareva tale, doveva essere effetto d'infermità, o d'altra miseria mia particolare”, come se andare contro il concetto di antropocentrismo, secondo cui l’uomo è il centro del mondo, dunque superiore ad ogni altro essere e felicissimo, fosse un’ azione grave da giustificare.

Ironia contro la cultura contemporanea

Successivamente però ride del genere umano innamorato della vita, poiché è da stolti “il voler lasciarsi ingannare e deludere come sciocchi, ed oltre ai mali che si soffrono, essere quasi lo scherno della natura e del destino”, evidenziando il concetto di Natura matrigna, indifferente al genere umano, che lo fa soffrire facendolo ardere di un desiderio di felicità che non può esaudire. Difatti Tristano/ Leopardi, piuttosto che essere oggetto di scherno da parte della natura, preferisce soffrire per una “filosofia dolorosa”, cioè la verità, la consapevolezza che l’uomo è costretto all’infelicità. Questa infelicità, secondo il poeta, viene nascosta all’uomo da una “delle grandi scoperte del secolo decimonono”, la felicità della vita. Una chiara replica ironica contro la cultura sua contemporanea.

Desiderio di morte liberatrice

Conclude dicendo che, pur essendo convinto che tutti gli uomini sono felici, lui è infelicissimo e preferirebbe la morte, una morte liberatrice, a qualsiasi altra cosa, la brama > (Fubini), in un esasperante paradosso. Nell'ultima parte l'atteggiamento eroico di Tristano/Leopardi che non si sottomette al destino infelice, ma piuttosto desidera la morte, viene esaltato dalle sue parole finali del dialogo “Questo e il solo benefizio che può riconciliarmi al destino. Se mi fosse proposta da un lato la fortuna e la fama di Cesare o di Alessandro netta da ogni macchia, dall'altro di morir oggi, e che dovessi scegliere, io direi, morir oggi, e non vorrei tempo a risolvermi”.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il motivo principale delle critiche alle Operette Morali di Leopardi?
  2. Le critiche alle Operette Morali si concentrano sulla rappresentazione dell'uomo come infelice, che viene vista come eccessivamente disperata. Leopardi, attraverso il personaggio di Tristano, risponde a queste critiche sottolineando l'universalità della sofferenza umana.

  3. Come viene utilizzata l'ironia da Leopardi nel dialogo?
  4. Leopardi utilizza l'ironia per criticare la cultura contemporanea, ridicolizzando l'idea che la vita sia felice e sottolineando l'indifferenza della Natura verso l'uomo, che soffre per un desiderio di felicità irrealizzabile.

  5. Qual è la visione di Leopardi sulla felicità umana?
  6. Leopardi ritiene che la felicità umana sia un'illusione e che la verità risieda nella consapevolezza dell'infelicità inevitabile dell'uomo, una visione che contrasta con le idee ottimistiche del suo tempo.

  7. Qual è il significato del desiderio di morte liberatrice espresso da Tristano?
  8. Il desiderio di morte liberatrice esprime la preferenza di Tristano/Leopardi per la morte rispetto a una vita infelice, vedendola come l'unico beneficio che potrebbe riconciliarlo con il destino, in un paradosso esasperante.

Domande e risposte

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