Concetti Chiave
- Il Dialogo di un Islandese e della Natura è un'opera centrale delle Operette Morali di Leopardi, che esplora il pessimismo cosmico.
- Leopardi critica la Natura come indifferente alla sofferenza umana, personificandola come una figura femminile imponente e inquietante.
- L'Islandese rappresenta l'infelicità umana, interrogando la Natura sulla sua esistenza in un dialogo simbolico e provocatorio.
- Leopardi dimostra la sua cultura cosmopolita citando località come l'Isola di Pasqua e la Lapponia, oltre alle esperienze di Vasco de Gama.
- Il dialogo si conclude con un duplice finale aperto, lasciando al lettore la scelta tra due destini drammatici per l'Islandese.
Indice
Leopardi e il Pessimismo
Per ciascuna delle tre fasi, Leopardi elaborò delle opere, in cui mette in evidenzia il pessimismo e il rapporto dell’uomo con la natura.
Le Operette Morali
In particolare, le Operette Morali sono un opera della fase del pessimismo cosmico.
Scritta tra il 1824 e il 1832, l’opera è composta da ventiquattro componimenti in prosa, presentati sotto forma di dialogo o di novella.
I temi trattati, oltre al rapporto uomo-natura, sono la potenza delle illusioni, l’infelicità umana e la ricerca del piacere.
Dialogo di un Islandese
Il Dialogo di un Islandese e della Natura è la più importante delle Operette Morali poiché rappresenta una critica aspra alla Natura, che si mostra totalmente indifferente alla sofferenza dell’uomo.
Critica alla Natura
La Natura è descritta come una donna enorme, con il viso bello e terribile e con occhi e capelli neri.
L’Islandese rappresenta l’infelicità dell’uomo e pone domande alla Natura sulla sua esistenza, paragonandola ad un ospite pazzo che costringe colui che ospita a stare in luoghi scomodi e impedendogli di andare via.
Dal Dialogo emerge la cultura cosmopolita di Leopardi, poiché menziona varie località come l’Isola di Pasqua, la Lapponia, i Tropici e l’esperienza di Vasco de Gama.
Finale del Dialogo
Questo brano si conclude con un duplice finale, appositamente voluto da Leopardi per incuriosire il lettore, in modo che attribuisse al Dialogo il finale che ritiene più opportuno.
Infatti, l’Islandese viene divorato da due leoni oppure una tempesta ricopre l’Islandese di sabbia, rendendolo una mummia che sarà successivamente portata in un museo per essere analizzata.
Qualsiasi finale il lettore attribuisce all’Operetta, si giunge alla conclusione che l’uomo è considerato un elemento di un ciclo universale di produzione e distruzione.