Concetti Chiave
- Il "Canto notturno del pastore errante dell'Asia" è ispirato dall'abitudine dei pastori asiatici di contemplare la luna e riflettere sulla vita.
- Leopardi utilizza un contesto descrittivo per avviare una profonda riflessione esistenziale, iniziando con una domanda di senso posta dal pastore.
- Il dialogo tra il pastore e la luna crea un'atmosfera intima, ma rimane un monologo poiché la luna non risponde mai alle domande del pastore.
- L'opera sottolinea l'assenza di risposte ai grandi interrogativi umani, simile al tema trattato nel "Dialogo dell’islandese" di Leopardi.
- Una distinzione chiave è tra l'immortalità della luna e la mortalità del pastore, che evidenzia la ciclicità e l'apparente inutilità della vita umana.
Indice
L'ispirazione del canto
L’idea del canto, scritto nella fase pisano-recanatese, fu suggerita a Leopardi da un articolo del Giornale dei sapienti, da cui apprese che i pastori nomadi dell’Asia centrale trascorrevano le notti seduti su una pietra a guardare la luna e a improvvisare parole tristissime.
Il dialogo intimo
Le poesie di Giacomo sono solamente in apparenza descrittive: qualunque spunto descrittivo serve per una riflessione.
Il quadro iniziale descritto in quest’opera è un quadretto di serenità, in cui un pastore, che incarna gli ideali di Leopardi, ammira la luna. È si un quadretto di serenità, ma il primo verso costituisce una domanda di senso: cosa ci faccio, io pastore, sulla Terra? Da qui inizia un dialogo intimo fra il pastore e la luna. È intimo per mezzo dell’atmosfera, ma anche per mezzo di alcune espressioni come dimmi che avvicinano i due interlocutori. La luna è però silenziosa e rimane tacita fino alla fine del canto.La ricerca di senso
Questo allude al fatto che la richiesta di senso, e in generale i nostri interrogativi, non avranno risposta. Infatti, anche nel Dialogo dell’islandese, costui dopo aver posto una domanda di senso alla natura fu sbranato da due leoni.
La differenza tra luna e pastore
Il pastore chiede alla luna cosa la spinge a non sottrarsi dalla sua perpetua attività. Glielo chiede per capire che senso possa avere la sua ripetitiva esistenza: si alza, fa pascolare il gregge ed infine di corica. Vi è però una prima differenza fra la luna e il pastore: la prima è immortale, il secondo è destinato a morire.