Concetti Chiave
- "Canti" di Giacomo Leopardi è una raccolta di componimenti che include canzoni civili, piccoli e grandi idilli, il Ciclo di Aspasia, Palinodia e Ginestra.
- Le canzoni civili sono caratterizzate da una metrica tradizionale e contrappongono il passato al presente, esaltando la libertà e il sacrificio personale.
- I piccoli idilli, come "Infinito" e "Alla luna", traggono ispirazione dai paesaggi naturali e riflettono il tema dell'infinito e della contemplazione.
- I grandi idilli, tra cui "A Silvia" e "Il sabato del villaggio", esplorano il dolore e l'esistenza attraverso immagini memorie rarefatte e un linguaggio dolce e misurato.
- La poetica leopardiana si fonda sul concetto di "vago e indefinito", che stimola l'immaginazione e offre un'illusione di piacere infinito, evocando sensazioni infantili attraverso la memoria.
Struttura e Temi dei Canti
“Canti” è il titolo di una raccolta di componimenti raggruppati in: canzoni civili, piccoli idilli (tra cui l’Infinito, composto nel 1819, il primo in ordine cronologico), grandi idilli (detti anche canti pisano-recanatesi, composti tra il 1828 e il 1830), Ciclo di Aspasia (che comprende “Il pensiero dominante”, “Amore e morte”, “Consalvo”, “A se stesso” e “Aspasia”. Questi componimenti furono ispirati all’amore di Leopardi per un’aristocratica fiorentina. Sotto il soprannome di Aspasia si nasconde infatti Fanny Targioni Tozzetti, l’ultima donna della quale il poeta si innamorò), Palinodia e Ginestra.
Canzoni Civili e Idilli
Le canzoni civili comprendono “All’Italia”, “Sopra il Monumento di Dante”, “Ad Angelo Mai”, “Alla primavera” e presentano metrica e linguaggio aulico della tradizione, una contrapposizione del passato al presente, incerto e corrotto, un’esaltazione della scelta della libertà da parte dei suicidi Bruto, uccisore di Cesare, e Saffo, poetessa greca. Il termine “Idillio” significa quadretto e indica un componimento che prende spunto da un paesaggio naturale. Giacomo Leopardi fu traduttore degli idilli pastorali del poeta greco Mosco. Il rappresentante principale della poesia idillica greca fu Teocrito, ripreso da Virgilio nelle Bucoliche. I piccoli idilli invece comprendono “Infinito”, “La sera del dì di festa” e “Alla luna”. I grandi idilli invece comprendono “A Silvia”, “Le ricordanze”, “La quiete dopo la tempesta”, “Il sabato del villaggio”, “Il passero solitario”, “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia”. Rispetto ai piccoli Idilli, i grandi Idilli presentano immagini più rarefatte create dalla memoria e accompagnate dalla consapevolezza del dolore, del vuoto dell’esistenza e della morte, un’altra differenza riguarda lo schema della canzone libera leopardiana, formata da strofe di endecasillabi e settenari che si succedono liberamente senza schema fisso, e il linguaggio più misurato e dolce.
Poetica dell'Indefinito
Il bello poetico, secondo la concezione della poesia che si ricava dallo Zibaldone, consiste nel “vago e indefinito” che stimola l’immaginazione, intesa come compensazione, alternativa all’infelicità e alla noia della vita, e alla realtà dell’irraggiungibilità del piacere infinito. Mediante l’immaginazione, l’uomo può figurarsi piaceri infiniti, e quindi l’uomo ha un illusorio appagamento al suo bisogno di piacere infinito. La poetica dell’indefinito si fonde con quella della rimembranza: ciò che è vago e indefinito è suggestivo perché evoca sensazioni che ci hanno affascinato da fanciulli. Quindi la poesia è il recupero della visione immaginosa della fanciullezza attraverso la memoria. Della poesia vaga e indefinita sono maestri gli antichi, immaginosi come i fanciulli, perché più vicini alla natura. La poesia si nutre di illusioni vagheggiate con la memoria, e non soltanto di idee, filosofia, consapevolezza del vero e infelicità. Le sensazioni che costituiscono il bello dell’arte, l’illusione dell’infinito nell'immaginazione sono create da visioni e suoni, in quanto aspetti vaghi e indefiniti della realtà. Vi sono parole molto poetiche, per le idee indefinite che suscitano. Importante è anche la musicalità della poesia.
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali categorie di componimenti presenti nei "Canti" di Leopardi?
- Qual è la differenza tra i piccoli idilli e i grandi idilli di Leopardi?
- Cosa caratterizza la poetica dell'indefinito secondo Leopardi?
- Qual è il ruolo dell'immaginazione nella poesia leopardiana?
Nei "Canti" di Leopardi, i componimenti sono raggruppati in canzoni civili, piccoli idilli, grandi idilli, il Ciclo di Aspasia, Palinodia e Ginestra.
I piccoli idilli presentano paesaggi naturali, mentre i grandi idilli offrono immagini più rarefatte e consapevolezza del dolore e della morte, con uno schema di canzone libera e un linguaggio più misurato.
La poetica dell'indefinito stimola l'immaginazione come compensazione all'infelicità, evocando sensazioni affascinanti dell'infanzia e creando un'illusione di piacere infinito attraverso la memoria.
L'immaginazione permette di figurarsi piaceri infiniti, offrendo un appagamento illusorio al bisogno di piacere infinito, e si fonde con la rimembranza per evocare sensazioni suggestive.