Concetti Chiave
- "A Silvia" di Giacomo Leopardi è una poesia composta nel 1828 a Pisa, che segna l'inizio dei "Grandi idilli" del poeta, esplorando temi di giovinezza e dolore senza essere una poesia d'amore.
- La poesia mette in risalto la finestra come simbolo di separazione tra Leopardi e il mondo esterno, simile alla siepe dell'Infinito, permettendo al poeta di immaginare e riflettere sulla condizione umana.
- Silvia rappresenta la giovinezza e le speranze perdute, simbolizzando l'animo dolente di Leopardi e il contrasto tra le aspettative giovanili e la dura realtà della vita.
- La struttura della poesia si articola in sei strofe, con endecasillabi e settenari, e quattro sequenze tematiche che trattano il ricordo, la giovinezza, la natura ingannatrice e la morte di Silvia.
- Leopardi utilizza la figura di Silvia, forse ispirata da Teresa Fattorini, per esprimere il sentimento di disillusione e la crudele natura che non mantiene ciò che promette ai giovani.
In questo appunto viene analizzata la poesia “A Silvia” del celebre poeta Giacomo Leopardi, di cui viene riportato il testo della poesia, di cui viene descritta la contestualizzazione e le informazioni salienti relative alla poesia, con sua spiegazione e la sua struttura.
Indice
Contesto e significato di "A Silvia"
“A Silvia” è il celebre componimento poetico di Giacomo Leopardi composto nel 1828 quando si trovava a Pisa.
Si tratta del canto che dà inizio alla nuova stagione della sua poesia, quella dei canti pisano-recanatesi definiti anche “Grandi idilli”. Insieme all’altra opera intitolata “Infinito”, A Silvia è una poesia iconica: non si tratta di una poesia d’amore in quanto l’autore non è innamorato della giovane. In realtà Silvia e Leopardi sono uniti a distanza nella loro condizione: sia il poeta che la fanciulla sono due giovani e come tali sono spinti da speranze e sogni. Leopardi si trova dietro una finestra ed è proprio da lì che viene separato dal mondo esterno ma ciò gli permette di guardarlo e notare Silvia.

Leopardi e il suo mondo interiore
Leopardi vive rinchiuso nella sua stanza, luogo in cui si dedica alla scrittura e allo studio, chiudendosi in un mondo interiore personale. Però tra lui e il mondo esterno c’è un confine rappresentato dalla finestra che fa da collegamento tra la sua interiorità il mondo esterno. Si può dire che la finestra è paragonabile alla siepe dell’Infinito, perché limitando ed ostacolando gli permette di immaginare.
Temi principali della poesia
I temi affrontati nella poesia A Silvia sono quelli tipici del romanticismo, ovvero la giovinezza e il dolore. Infatti, Silvia rappresenta la proiezione dell’animo dolente di Leopardi.
Silvia, rimembri ancora
Quel tempo della tua vita mortale,
Quando beltà splendea
Negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
E tu, lieta e pensosa, il limitare
Di gioventù salivi?
Sonavan le quiete
Stanze, e le vie dintorno,
Al tuo perpetuo canto,
Allor che all'opre femminili intenta
Sedevi, assai contenta
Di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi
Così menare il giorno.
Io gli studi leggiadri
Talor lasciando e le sudate carte,
Ove il tempo mio primo
E di me si spendea la miglior parte,
D'in su i veroni del paterno ostello
Porgea gli orecchi al suon della tua voce,
Ed alla man veloce
Che percorrea la faticosa tela.
Mirava il ciel sereno,
Le vie dorate e gli orti,
E quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Lingua mortal non dice
Quel ch'io sentiva in seno.
Che pensieri soavi,
Che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia
La vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
Un affetto mi preme
Acerbo e sconsolato,
E tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
Perchè non rendi poi
Quel che prometti allor? perchè di tanto
Inganni i figli tuoi?
Tu pria che l'erbe inaridisse il verno,
Da chiuso morbo combattuta e vinta,
Perivi, o tenerella. E non vedevi
Il fior degli anni tuoi;
Non ti molceva il core
La dolce lode or delle negre chiome,
Or degli sguardi innamorati e schivi;
Nè teco le compagne ai dì festivi
Ragionavan d'amore.
Anche peria fra poco
La speranza mia dolce: agli anni miei
Anche negaro i fati
La giovanezza. Ahi come,
Come passata sei,
Cara compagna dell'età mia nova,
Mia lacrimata speme!
Questo è quel mondo? questi
I diletti, l'amor, l'opre, gli eventi
Onde cotanto ragionammo insieme?
Questa la sorte dell'umane genti?
All'apparir del vero
Tu, misera, cadesti: e con la mano
La fredda morte ed una tomba ignuda
Mostravi di lontano.
Prima strofa: dialogo con Silvia
Nella prima strofa di A Silvia, Leopardi comincia un dialogo con Silvia chiedendole se ha ricordi della sua vita terrena e della sua gioventù, una vita mortale segnata dalla bellezza che illuminava i suoi occhi gioiosi, ma allo stesso tempo schivi. Si pensa che Silvia fosse Teresa Fattorini, la figlia del cocchiere che lavorava presso la famiglia di Leopardi, una giovane ragazza morta di tubercolosi all’età di vent’anni. Da un punto di vista poetico, questa ragazza era vista da Leopardi come il simbolo della giovinezza.
Descrizione del canto di Silvia
Leopardi descrive il canto della fanciulla mentre lavora al telaio nel mese di maggio caratterizzato dal profumo dei fiori.
Leopardi si trovava a studiare come era suo solito fare e ogni tanto abbandonava le sue sudate carte per guardare e ascoltare in particolare il suono della voce della fanciulla perché Silvia cantava mentre tesseva. Leopardi provava dunque un sentimento inesprimibile che non potrebbe essere espresso con parole umane. Infatti guardava il cielo sereno, le vie che erano del colore dell’oro, illuminate dal sole, gli orti, ma anche il mare e i monti.
Speranze e delusioni giovanili
I suoi pensieri sono soavi pieni di sentimento e di speranza, proprio come quelli dei giovani. La natura inganna gli uomini, li illude, ma poi quando sviluppano la ragione, si rendono conto che in realtà sono stati ingannati. Silvia morì prima che l’inverno potesse inaridire le erbe, era consumata e vinta da un male che era stata in grado di sconfiggere.
Alla fine la speranza del poeta perì: la natura si era rivelata crudele e Silvia ormai era scomparsa. La sua mano indicava la fredda morte e una tomba desolata.
Struttura e sequenze tematiche
La poesia A Silvia si compone di sei strofe composte da endecasillabi e settenari e viene suddivisa in quattro sequenze tematiche:
- Nella prima sequenza, che va dal verso 1 al 14, il poeta inserisce il tema del ricordo, Silvia viene descritta nella fase terminale della sua adolescenza; quindi, ci si rifà al ricordo della gioventù utilizzando anche degli aggettivi che descrivono l’esteriorità della giovane, come lieta, pensosa, ridente e fuggitiva. Silvia irradia sensazioni sonore e Leopardi ne descrive il perpetuo canto.
- Nella seconda sequenza, che va dal verso 15 al 27, Leopardi descrive in modo simmetrico Silvia e sé stesso attraverso le attività svolte dalla fanciulla. Nello stesso momento viene ricordata la giovinezza di Leopardi, immerso tra i suoi studi e la fatica e il dolce canto di Silvia;
- Nella terza sequenza, che va dal verso 28 al 48, Leopardi pone alcune domande alla natura che però non risponde e viene introdotto il tema del tempo e della speranza. Dal verso 32 Leopardi inserisce la dura realtà rappresentata dal presente, la presenza di una natura ingannatrice e il triste destino di Silvia segnato da una grave malattia;
- Nell’ultima sequenza, che va dal verso 49 al 63, si ha la descrizione della morte di Silvia e con essa muore anche la speranza della giovinezza.
Domande da interrogazione
- Qual è il contesto e il significato della poesia "A Silvia"?
- Come viene descritto il mondo interiore di Leopardi nella poesia?
- Quali sono i temi principali affrontati nella poesia "A Silvia"?
- Come viene descritto il canto di Silvia nella poesia?
- Qual è la struttura e le sequenze tematiche della poesia "A Silvia"?
"A Silvia" è un componimento di Giacomo Leopardi scritto nel 1828 a Pisa, che segna l'inizio dei "Grandi idilli". Non è una poesia d'amore, ma esplora la condizione condivisa di speranze e sogni giovanili tra il poeta e Silvia.
Leopardi vive in un mondo interiore, separato dal mondo esterno da una finestra, simile alla siepe dell'Infinito, che gli permette di immaginare e riflettere.
I temi principali sono la giovinezza e il dolore, tipici del romanticismo. Silvia rappresenta la proiezione dell'animo dolente di Leopardi.
Il canto di Silvia è descritto mentre lavora al telaio in maggio, con Leopardi che abbandona i suoi studi per ascoltarla, provando sentimenti inesprimibili.
La poesia è composta da sei strofe e quattro sequenze tematiche: il ricordo della gioventù, la simmetria tra Silvia e Leopardi, le domande alla natura e la morte di Silvia che segna la fine della speranza giovanile.