alessia.guerrisi
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Concetti Chiave

  • La canzone "A Silvia" si concentra sulla figura di Silvia, dietro cui si cela Teresa Fattorini, rievocando i suoi sogni giovanili e la sua morte prematura.
  • Le prime stanze descrivono un'immagine primaverile di Recanati, dove Silvia lavora e sogna un futuro felice, mentre il poeta, isolato, condivide le stesse speranze giovanili.
  • Nella quarta stanza, il contrasto tra i sogni giovanili e la delusione del presente sottolinea la disperazione della condizione umana, marcata dal dolore inevitabile.
  • La morte di Silvia rappresenta l'esempio crudele della fragilità umana, dove l'amore e la felicità restano speranze infrante.
  • Leopardi modernizza la forma della canzone petrarchesca, introducendo una struttura più libera e personale, utilizzando l'imperfetto per evocare continuità emotiva.

Indice

  1. La figura di Silvia
  2. Il sogno di Silvia
  3. Delusione e realtà
  4. La condizione umana
  5. La canzone leopardiana
  6. Il tempo nei ricordi
  7. Silvia e la giovinezza

La figura di Silvia

La canzone è imperniata sulla figura di Silvia, nome fittizio dietro cui è probabile che si nasconda Teresa Fattorini, figlia del cocchiere di casa Leopardi, quasi coetanea del poeta e morta di tisi a ventun anni il 30 settembre 1818. A lei immagina di rivolgersi il poeta fin dalla prima stanza, come se la ragazza fosse viva e potesse ascoltarlo e riandare con la memoria al fiore dei suoi anni e della sua bellezza.

Il sogno di Silvia

La seconda e terza stanza descrivono un quadro primaverile: per le strade di Recanati splende il sole, l'aria profuma di fiori, il mare Adriatico e gli Appennini incorniciano da un lato e dall'altro il paesaggio delle Marche.

Silvia lavora e canta spensierata al telaio e sogna un futuro fatto forse di amori, di un matrimonio felice, di figli. Il canto della ragazza arriva al poeta, che nel palazzo paterno è intento come sempre a studiare e scrivere. Silvia deve lavorare perché la sua umile condizione è ben diversa da quella di Giacomo, figlio di un conte: ma entrambi condividono le speranze della giovinezza, e tante volte hanno fantasticato insieme di un futuro felice, tanto che Leopardi non trova parole per esprimere lo slancio appassionato che nutrì per quella ragazza così semplice e bella.

Delusione e realtà

Ma la quarta stanza è spezzata in due: la dolcezza dei ricordi e delle fantasie di gioventù contrasta aspramente con la delusione e la noia del presente. Non si tratta solo dei malanni fisici di Giacomo, del suo isolamento o dei rapporti sofferti con il padre: è la condizione umana in sé a parergli disperata. Nell'uomo è naturale il desiderio di piacere e di felicità, ma altrettanto naturali e destinati sono il dolore, la delusione, la morte.

La condizione umana

La quinta stanza ci rivela che Silvia non c'è più. E' questo l'esempio più credele della condizione umana: se Giacomo ha patito nell'età adulta la vane promesse della natura, la ragazza non ha avuto nemmeno un futuro. Per entrambi, amore e felicità sono rimasti speranze stroncate. L'ultima stanza unisce Giacomo e Silvia nell'amarezza della delusione: i sogni della giovinezza sono svaniti con dolore di fronte alla cruda verità. E la verità è che la felicità tanto sperata è impossibile: in natura domina il più forte; dopo la morte, il nulla.

La canzone leopardiana

Pur praticata già dagli stilnovisti del Duecento, la canzone è chiamata petrarchesca, perché nel Canzoniere Petrarca ne fissò un modello che rimase quasi inalterato per sei secoli e che si fondava su un accurato equilibrio: tutte le stanze dovevano essere uguali fra loro per numero di versi, distribuzione di endecasillabi e settenari, schema di rime, suddivisione in fronte e sirma. Fu proprio Leopardi a scardinare quella forma poetica, mantenendo come unica regola l'uso di endecasillabi e settenari: tutto il resto variava secondo l'ispirazione del poeta. Questa canzone, di cui A Silvia è un esempio illustre, è chiamata “libera” o “leopardiana”.

Il tempo nei ricordi

Trattandosi di ricordi, è ovvio che nella canzone quasi tutti i verbi siano al passato: domina l'imperfetto, ma compaiono anche un passato prossimo e due passati remoti. L'imperfetto si usa di norma per descrivere azioni continuate o ripetute nel tempo, perciò è adatto a descrivere le giornate e le abitudini faticose o spensierate dei due giovani; eppure anche la morte di Silvia e delle speranze del poeta sono ricordate con l'imperfetto, sebbene siano fatti puntuali, a cui sarebbe appropriato il passato remoto. La scelta dà uniformità alla lirica, però forse suggerisce qualcos'altro.

Silvia e la giovinezza

Silvia non “perì” ma “periva”, perché in Giacomo il dolore di quella perdita è ancora vivo e si ridesta ogni volta che, ricordandola, egli rivive le speranze della giovinezza e la delusione, subita ma mai accettata, della cruda realtà.

Silvia insomma è ancora viva, anzi la vicenda di lei si ripete tutte le volte che un uomo si scontra con la crudeltà e il dolore della vita. Forse per questo Leopardi ha usato un nome fittizio: dietro Silvia c'è sì Teresa, ma ognuno può vedervi una figura delicata e bella della propria giovinezza, l'incarnazione dello slancio appassionato verso il futuro che rende vitale e preziosa quell'età.

Domande da interrogazione

  1. Chi è Silvia nella canzone leopardiana?
  2. Silvia è un nome fittizio che probabilmente rappresenta Teresa Fattorini, una giovane vicina al poeta Leopardi, morta di tisi a ventun anni. La canzone immagina un dialogo con lei, ricordando la sua giovinezza e bellezza.

  3. Quali sono i sogni di Silvia descritti nella canzone?
  4. Silvia sogna un futuro felice, forse fatto di amori, matrimonio e figli, mentre lavora e canta spensierata. Questi sogni sono condivisi con Leopardi, nonostante le loro diverse condizioni sociali.

  5. Come viene rappresentata la condizione umana nella canzone?
  6. La condizione umana è vista come disperata, caratterizzata da un desiderio naturale di felicità che si scontra con il dolore, la delusione e la morte, come dimostrato dalla vita e dalla morte di Silvia.

  7. In che modo Leopardi ha innovato la forma della canzone?
  8. Leopardi ha innovato la forma della canzone petrarchesca mantenendo solo l'uso di endecasillabi e settenari, variando tutto il resto secondo l'ispirazione, creando così una canzone "libera" o "leopardiana".

  9. Perché la morte di Silvia è ricordata con l'imperfetto?
  10. L'uso dell'imperfetto per ricordare la morte di Silvia suggerisce che il dolore di quella perdita è ancora vivo per Leopardi, e si rinnova ogni volta che rivive le speranze e le delusioni della giovinezza.

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