Concetti Chiave
- Il colle e la siepe rappresentano un limite visivo che stimola l'immaginazione e la contemplazione infinita del poeta.
- La poesia si sviluppa in due fasi: una visiva, che contempla lo spazio oltre la siepe, e una uditiva, che confronta il silenzio con il suono del vento.
- Leopardi immagina infiniti spazi e silenzi sovrumani che evocano un profondo senso di quiete e spaesamento nel pensiero.
- La riflessione sull'immensità porta il poeta a confrontarsi con l'eternità, le stagioni passate e la presenza viva del tempo attuale.
- Il naufragio diventa una metafora dolce, rappresentando il piacere di perdersi nel mare dell'infinità spaziale e temporale.
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei.
Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.
L’infinito è uno dei più noti Idilli leopardiani.
E’ una poesia in endecasillabi sciolti. La lirica si sviluppa in 2 fasi, la prima visiva e la seconda uditiva.
Indice
Descrizione del colle e dell'orizzonte
Questo elmo colle: questo colle (Si tratta del monte Tabor, presso Racanati, meta della passeggiate del poeta).
Che da tanta parte…esclude: che preclude la vista di tanta parte del più lontano (ultimo) orizzonte.
Contemplazione e immaginazione
Sedendo e mirando: sostando lì e contemplando.
Interminati…fingo: al di là di quella siepe io mi immagino nel pensiero infiniti spazi, silenzi che sogno di là di ogni esperienza umana e una calma profondissima.
Ove per poco…spaura: in cui poco manca che il cuore non venga meno, atterrito dall’abisso evocato dall’immaginazione.
Come: non appena.
Io quello…vo comparando: io paragono quell’infinito silenzio con questo suono.
L'immensità e il naufragio dolce
E mi sovvien di lei: e mi coglie, affiora in me il concetto dell’eternità, il pensiero dei periodi passati di questa, presente e viva, e dei suoi suoni.
Tra questa immensità: in questa intuizione dell’immensità dello spazio e del tempo.
S’annega: si lascia sommergere.
E il naufragar…mare: in questo mare dell’infinità spaziale e temporale è dolce perdersi, venir meno a se stessi come lasciarsi sopraffare dal mare in un naufragio.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato del colle e dell'orizzonte nella poesia?
- Come si sviluppa la contemplazione e l'immaginazione nel testo?
- Cosa rappresenta il "naufragio dolce" nell'immensità?
Il colle rappresenta un luogo di riflessione e contemplazione, mentre l'orizzonte è parzialmente nascosto dalla siepe, simboleggiando i limiti della percezione umana.
La contemplazione inizia con l'osservazione visiva e si trasforma in immaginazione, dove l'autore si figura spazi infiniti e silenzi sovrumani, evocando un senso di calma e timore.
Il "naufragio dolce" rappresenta il piacere di perdersi nell'immensità dello spazio e del tempo, un abbandono sereno e contemplativo simile a un naufragio in un mare infinito.