michaelriccia
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Concetti Chiave

  • L'infinito è un idillio in cui la natura è protagonista, rappresentata dalla siepe che limita la vista del poeta.
  • Il poeta usa l'immaginazione per oltrepassare la siepe, intuendo una realtà infinita e silenziosa che lo avvolge.
  • La riflessione si estende dall'infinità dello spazio all'eternità del tempo, collegando passato e presente.
  • Nei versi finali, il poeta si abbandona all'immensità, provando una dolce sensazione di "naufragio" nell'infinito.
  • La struttura del testo, con enjambement e polisindeto, accentua il fluire continuo dell'immaginazione e l'idea di infinito.

L'infinito fa parte di un gruppo di poesie denominate idilli (dal greco eidyllion, "piccola immagine, quadretto"), poesie brevi in cui è protagonista la natura.

Indice

  1. Il Limite e l'Immaginazione
  2. Riflessione sull'Eternità
  3. Il Naufragio dell'Io
  4. Dialettica tra Finito e Infinito
  5. Struttura e Sintassi dell'Idillio
  6. Deittici e Concetti di Vicinanza

Il Limite e l'Immaginazione

• Nei primi versi (1-3) il poeta si trova in un luogo solitario e familiare, la cima di un colle chiuso da una siepe che impedisce alla vista di spaziare, di vedere l'orizzonte più lontano.

• Nei versi successivi il poeta (vv. 4-8) supera attraverso l'immaginazione il limite rappresentato dalla siepe: ad di là di quella barriera, egli intuisce l'esistenza di una realtà smisurata nel cui sovrumano silenzio e nella cui profonda quiete egli si sente quasi smarrito.

Riflessione sull'Eternità

Dall'infinità dello spazio la riflessione si amplia all'eternità del tempo (vv. 8-13): «l'eterno» che «sovvien» alla mente del poeta ne guida il pensiero dal presente al passato («le morte stagioni») e poi ancora alla realtà attuale («la presente e viva»).

Il Naufragio dell'Io

• Nei versi finali (vv. 13-15) il poeta si abbandona appagato nell'immensità dell'infinito immaginato (spaziale e temporale). Egli vi si immerge totalmente come in un mare, provando una sensazione di piacevole "naufragio" dell'io.

Dialettica tra Finito e Infinito

Tale continua dialettica tra finito («questa siepe») e infinito («quello / infinito silenzio», «interminati / spazi») è la condizione essenziale per trovare in quest'ultimo un dolce "piacere": se l'uomo vive comunemente in una condizione di limitatezza, grazie al'immaginazione egli riesce a cogliere l'infinito e ad attingere così, anche solo per un momento, alla felicità.

Struttura e Sintassi dell'Idillio

Il testo è formato da quindici endecasillabi sciolti, svincolati da uno schema di rima, la maggior parte dei quali è legata dall'enjambement («interminati / spazi»; «sovrumani / silenzi»; «quello / infinito silenzio» ecc.). La struttura dell'idillio riproduce così il fluire ininterrotto dell'immaginazione e suscita in chi legge l'idea dell'infinito.

Tale continuità è rafforzata sul piano sintattico dalla presenza di congiunzioni che uniscono i singoli periodi («e questa siepe», «ma sedendo», «ove per poco», «e come il vento», «e mi sovvien», «così tra questa», «e il naufragar») e dal ricorso al polisindeto, che lega le tappe e gli oggetti della riflessione, dilatando anche i tempi ritmici dei versi.

Deittici e Concetti di Vicinanza

L'alternarsi dei deittici "questo" e "quello" guida la riflessione sui concetti di finito e infinito.

› Il deittico "questo" viene usato per esprimere vicinanza al finito e all'infinito. È riferito a oggetti precisi, simboli del finito: «quest'ermo colle», «questa siepe»; e nel finale, quando il poeta riesce a essere in sintonia con l'infinito, esso diventa improvvisamente vicino, tanto vicino che il poeta naufraga piacevolmente «in questo mare».

• Il deittico "quello" indica nient'altro che la lontananza dal finito e dall'infinito, come nel caso in cui il poeta, con l'immaginazione, riesce a proiettarsi lontano dal finito, la siepe diventa «quella» («di là da quella»).

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo dell'immaginazione nei primi versi dell'idillio?
  2. Nei primi versi, l'immaginazione permette al poeta di superare il limite fisico della siepe, intuendo una realtà smisurata oltre la barriera, caratterizzata da un silenzio sovrumano e una profonda quiete.

  3. Come si sviluppa la riflessione sull'eternità nel testo?
  4. La riflessione si espande dall'infinità dello spazio all'eternità del tempo, guidando il pensiero del poeta dal presente al passato e poi alla realtà attuale, evocando "l'eterno" che sovviene alla mente.

  5. In che modo il poeta descrive il "naufragio dell'io"?
  6. Nei versi finali, il poeta si abbandona all'immensità dell'infinito immaginato, immergendosi completamente come in un mare, provando una sensazione di piacevole "naufragio" dell'io.

  7. Qual è la funzione dei deittici "questo" e "quello" nel testo?
  8. I deittici "questo" e "quello" guidano la riflessione sui concetti di finito e infinito, esprimendo vicinanza e lontananza, rispettivamente, e aiutano a rappresentare la dialettica tra i due concetti.

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