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Sintesi

Vita



Verga nasce a Catania il 2 settembre 1840 e vi muore il 27 gennaio 1922. E’ stato uno scrittore e drammaturgo italiano, considerato il maggior esponente della corrente letteraria del verismo.
I suoi studi superiori non furono regolari,iscrittosi alla Facoltà di Legge, non terminò i corsi dedicandosi al lavoro letterario e al giornalismo politico.

Poetica



Alla base della sua poetica c’è la tecnica dell’impersonalità. Essa viene vista come eclisse dell’autore,non deve filtrare i fatti secondo la sua lente,ma deve mettere il lettore di fronte al fatto nudo e crudo. In relazione a questo si delinea anche la teoria della regressione del punto di vista narrativo entro il mondo rappresentato,i fatti cioè devono essere riportati con le medesime parole della narrazione popolare. L’eclisse porta con se la scarnificazione del racconto all’essenziale. Di qui deriva il rifiuto di una facile drammaticità,degli effetti romanzeschi plateali,a cui si sostituisce una ricostruzione scientifica dei processi psicologici,basata su una consequenzialità logica e su rapporti causa/effetto. E’ una concezione che rimanda al positivismo,alla convinzione che tutta la realtà umana è retta da leggi ferree,che la ragione può ricostruire.
Estratto del documento

Le scarpe, poi, le teneva appese a un chiodo sul saccone, e la domenica se le pigliava in mano, le lustrava e

se le provava; poi le metteva per terra, ...e stava a guardarle... per delle ore intere.

Quando un asino grigio muore di stenti e il carrettiere lo getta nella sciara, Malpelo, avidamente

curioso, trascina Ranocchio con lui a vedere i cani mangiarselo.

Secondo lui, la morte è la liberazione di tutto, e per i deboli sarebbe meglio non essere mai nati. Ranocchio

invece gli spiega del Paradiso, il posto dove i vivi che sono stati brave persone vanno a riposare in eterno.

Non molto tempo più tardi Ranocchio, il quale già deperiva da un po',

si ammala di tubercolosi. Non va più a lavorare nella cava, e a nulla serve la minestra calda o i

calzoni di fustagno prestatigli da il Rosso, a nulla serve metterlo accanto al fuoco o pregare per lui.

Il giorno della sua morte, quando Malpelo va a casa sua e vede la mamma disperarsi, non capisce il

suo dolore per la perdita del figlio. Quindi immagina che la donna si lamenti perché ha sempre avuto un

figlio così malridotto, mentre la sua, di madre, non ha mai pianto per lui perché non ha mai avuto timore di

perderlo. La vedova di Mastro Misciu Bestia e la sorella di Malpelo si sposano entrambe e vanno a stare a

Cibali, chiudendo la porta di casa e abbandonando completamente il ragazzo. La sua fine avviene

in quella stessa cava, come per il padre, ma in modo diverso: Malpelo viene mandato ad esplorare

un passaggio sotterraneo, e sparisce misteriosamente per non tornare mai più. La novella si chiude

raccontando come i ragazzi della cava abbassino la voce quando parlano di lui nel sotterraneo, per

paura di vederselo spuntare davanti nell'oscurità, "coi capelli rossi e gli occhiacci grigi".

COMMENTO:

Nella novella "Rosso Malpelo", Verga racconta di un ragazzo siciliano orfano dai capelli rossi non visto di

buon occhio dal mondo circostante, che lo considera sporco, violento, al livello di un animale. Per questa

ragione, Malpelo si abitua ad essere così nel miglior modo possibile, per dare un'immagine estremamente

negativa di sè. Poi egli riesce a trovare un amico: si tratta di Ranocchio, un ragazzo claudicante conosciuto

sul posto di lavoro, una cava di sabbia. Malpelo si adopera per "istruire" questo ragazzo sulla base dei suoi

principi: il mondo fondato sulla "legge del più forte" secondo la quale vince sempre il violento, la vita vista

come periodo di sofferenza e vissuta all'insegna della rassegnazione profonda, la morte vista come

liberazione eterna. I temi trattati sono: la solitudine, la non accettazione, la violenza, la durezza del lavoro,

l'emarginazione, il disprezzo e la crudeltà. Verga si serve di questa novella per descrivere tipicità di quel

tempo e di quel luogo, quali la durezza delle condizioni di vita e di lavoro e la realtà di sfruttamento della

gente siciliana. Il linguaggio della poesia si può definire abbastanza semplice e popolare, che ricorda i modi

e le forme del parlato. In alcuni punti particolari della vicenda esso assume toni di crudo realismo, come

nell'episodio della morte dell'asino grigio. Inoltre la novella "Rosso Malpelo" risponde perfettamente ai

canoni del Verismo, in quanto il narratore è esterno, ossia estraneo alla vicenda narrata in terza persona, il

narratore interviene continuamente nella vicenda con commenti o giudizi personali e i personaggi sono

presentati attraverso i loro comportamenti, i loro pensieri e attraverso i giudizi e i discorsi di altri

personaggi. Inoltre la novella è ricca di similitudini rivolte per la maggior parte al protagonista Malpelo. La

novella mi ha interessato molto perchè fa riflettere su temi e su vicende che sono stati realmente

protagonisti di un periodo storico.

IL CICLO DEI VINTI:

Criterio unificante è il principio della lotta per la sopravvivenza di Darwin. Tutta la società è dominata dai

conflitti d’interesse,ed il più forte trionfa,schiacciando i più deboli. Verga non si sofferma sui vincitori, ma

sceglie i vinti,che piegano il capo sotto il piede brutale dei vincitori.

I MALAVOGLIA (1881):

TRAMA:

Il libro narra le vicende della famiglia Toscano, soprannominata Malavoglia nel loro paese in senso

antifrastico, per esprimere le qualità che tradizionalmente l'hanno caratterizzata, cioè l'onestà e l'impegno

nel lavoro. La famiglia vive nella casa del nespolo, ed è composta dal nonno Padron 'Ntoni, che possiede

una grande saggezza, da suo figlio Bastianazzo, uomo onesto e lavoratore, con La Longa, sua moglie, e i

nipoti: 'Ntoni, di carattere svogliato, Luca, giudizioso, Mena, ragazza molto pia, Alessi, che assomiglia al

nonno, e Lia, la minore. Le vicende hanno inizio ad Aci-Trezza, dove i Malavoglia possiedono una barca,

la Provvidenza, e svolgono l'attività di pescatori, grazie alla quale riescono a condurre una vita

relativamente agiata. Tuttavia, una serie di sventure inizia ad abbattersi sulla famiglia, che va in rovina. Il

nipote maggiore, 'Ntoni, deve partire per il servizio di leva e la famiglia, privata di un'importante forza

lavoro, è costretta ad assumere un bracciante esterno. Inoltre l'annata di pesca è cattiva e Mena ha bisogno

di una dote per sposarsi. Perciò padron 'Ntoni decide di rompere la tradizione familiare e di dedicarsi, oltre

che alla pesca, anche al commercio, acquistando a credito dall'usuraio Zio Crocifisso un carico di lupini da

trasportare e commerciare con la Provvidenza. Ma l'affare va male, perchè la nave naufraga, e Bastianazzo,

che la guidava, muore. Oltre al dolore per la morte di Bastianazzo, i Malavoglia devono affrontare anche

nuovi problemi economici: in casa viene infatti a mancare un'altra forza lavorativa, mentre la Provvidenza

viene recuperata, ma necessita di costose riparazioni. Infine Zio Crocifisso pretende di essere pagato e, dopo

aver impegnato la casa del nespolo, la famiglia Malavoglia si dedica a grandi fatiche per cercare di saldare il

debito d'onore e di denaro contratto. Intanto torna dal servizio di leva 'Ntoni, che però è cambiato. Ormai ha

conosciuto gli agi della città e disdegna la vita dura e povera della sua famiglia, soprattutto ora che è in

ristrettezze economiche. Luca è costretto a partire per il servizio militare e muore durante la battaglia di

Lissa. Intanto i Malavoglia, per riscattare il debito, devono cedere la casa nel nespolo a Zio Crocifisso e

trasferirsi in un'altra casa. La Longa muore per un'epidemia di colera e 'Ntoni decide di affidare Alessi e Lia

al nonno 'Ntoni, per partire, contro la volontà di tutti, alla ricerca di fortuna. Ma il suo tentativo è vano:

ritornerà senza aver accumulato denaro, anzi, più povero di prima. Viene comunque ben accolto nella casa

del nespolo. Tuttavia non ha comunque ritrovato la voglia di lavorare e, nonostante vari tentativi del nonno

'Ntoni di riportarlo all'onestà, si dedica sempre di più a una vita dissoluta, ubriacandosi e girando come un

vagabondo per il paese. Intanto si dedica, insieme a alcuni compagni, ad attività di contrabbando, finché

viene sorpreso, di notte, dalle guardie del paese. Per riuscire a fuggire e a causa di una vecchia rivalità, dà

una coltellata al capo delle guardie,Don Michele, senza però ucciderlo. 'Ntoni viene però catturato, e padron

'Ntoni spende tutti i risparmi per cercare di fargli alleviare la pena. Per fare ciò, in tribunale viene detto che

'Ntoni aveva aggredito Don Michele per motivi di onore, perchè l'uomo faceva la corte alla sorella Lia. Lia,

incapace di sopportare le dicerie che sostenevano che lei avesse una relazione con Don Michele e stufa di

sopportare la vita povera che conduceva, decide di andarsene di casa e di dirigersi verso la città in cerca di

fortuna. Si verrà poi a sapere che è diventata una prostituta. Padron 'Ntoni muore, mentre Alessi, l'unico

Malavoglia insieme alla Mena a essere rimasto integro, si sposa con Nunziata, e ricostituisce il nucleo

familiare, ricomperando la casa del nespolo. Mena tuttavia non vuole sposarsi con Alfio Mosca, anche se i

due si amano, perchè il disonore che ha colpito la casa dei Malavoglia resta troppo grande. Il libro si

conclude con il ritorno di 'Ntoni dal carcere: egli entra nella casa del nespolo, e dopo una breve visita,

decide di andarsene per sempre, perchè ormai ha violato in modo irrimediabile l'integrità della famiglia.

COMMENTO:

L'obiettivo dell'autore è quello di creare un romanzo estremamente realistico, che sia in grado di presentare

sia la vicenda che l'ambiente in cui si svolge nel modo più verosimile possibile. Per questo Verga adotta un

punto di vista ben preciso, che mantiene sempre durante la narrazione: il punto di vista interno. Su questa

posizione Verga insiste molto, costruendovi numerosi espedienti narrativi. Essere un narratore interno

significa vedere e raccontare la vicenda seguendo il punto di vista dei personaggi. Questo implica

innanzitutto che il narratore non sia onnisciente, perché la vicenda è vista con gli occhi dei personaggi

interni, che non conoscono gli esiti della storia. Quindi il lettore non viene subito a conoscenza di come si

concluderà la narrazione, ma i fatti gli vengono svelati man mano che succedono. Inoltre, i fatti possono

essere svelati anche dopo che sono accaduti, perchè il lettore li apprende quando i personaggi li vengono a

conoscere. Così, per esempio, il lettore apprende della morte di Luca non quando essa si verifica, ma

quando lo viene a sapere la famiglia Malavoglia, cioè dopo che sono accadute altre vicende. Verga va fino in

fondo nella sua scelta di narratore interno: così non adotta il punto di vista di un personaggio preciso, ma di

ogni personaggio. Verga assume cioè il punto di vista dei personaggi che sono in scena, anche se questo

vuol dire andare contro un punto di vista che aveva assunto prima. Così, per esempio, assume senza alcuna

differenza, i punti di vista sia di Zio Crocifisso, l'usuraio che truffa i Malavoglia, sia dei Malavoglia, che

sono stati truffati. Verga si immerge completamente nel punto di vista dei suoi personaggi, tanto che spesso

utilizza il discorso o il pensiero indiretto libero: nella narrazione riporta senza segni di interpunzione i

pensieri e le parole dei personaggi, tanto che spesso sembra quasi che a narrare non sia Verga, ma il

personaggio in questione. In questo modo il senso di realismo aumenta notevolmente. Sfruttando la

possibilità di passare tra i vari punti di vista dei personaggi, Verga crea l'effetto dello straniamento. Ciò

consiste nell'adottare il punto di vista di un personaggio e descrivere i fatti seguendone completamente le

idee, anche se questo significa sovvertire l'ordine tradizionale dei valori. Così può succedere che il narratore

presenti dei fatti negativi o scorretti come normali, e dei fatti positivi e corretti come sbagliati, perchè

questo è il punto di vista del personaggio. Ad esempio, Zio Crocifisso è un usuraio, che truffa la famiglia

Malavoglia, ma quando parla nel racconto, Verga adotta il suo punto di vista, e Zio Crocifisso sembra essere

la vera persona truffata, che ci rimette del denaro. Ovviamente il lettore sa che non è così, ma la

presentazione diretta del personaggio dal punto di vista che gli è proprio rende ancora più evidente il suo

errore agli occhi del lettore. Nel libro ci sono due grandi visioni del mondo che si oppongono, quella dei

Malavoglia, e quella del resto del paese, che sembra costituire un grande coro di commento alle vicende.

Tutto il villaggio partecipa alle disavventure dei Malavoglia, chi direttamente, chi invece limitandosi a

commentare. Sempre per essere il più realistico possibile, Verga utilizza una lingua molto vicina a quella del

popolo. Scrivendo in italiano, utilizza termini, modi di dire, frasi fatte della lingua parlata, compiendo

volontariamente anche degli errori grammaticali tipici del parlato. Anche lo spazio e il tempo hanno un

ruolo particolare nel libro. La narrazione ha uno svolgimento lineare, e non sono utilizzate particolari

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