Concetti Chiave
- Il dialogo presenta un tono pacato e sereno, in contrasto con il solito sarcasmo amaro delle Operette.
- Un venditore di almanacchi spera in un anno futuro più felice, ma ammette di non voler rivivere gli anni passati.
- Il dialogo evidenzia il carico di dolori e disillusioni che supera le gioie nella vita umana.
- La conclusione del dialogo sottolinea che il futuro è attraente perché immaginato più lieto.
- Esplora il tema della speranza in un futuro migliore e il desiderio di una felicità mai realizzata nella vita umana.
Il Dialogo e il Tono
Dialogo di un venditore d’almanacchi e di un passeggere
Il tono di questo dialogo è diverso da quello sarcastico e amaro di tante Operette: le considerazioni sulla irrimediabile infelicità umana sono pacate, quasi serene. Al venditore di calendari che gli offre la sua merce, un passante chiede se egli preveda un anno più lieto di quello che sta per finire. La risposta è affermativa; ma a una nuova domanda “a quale degli anni che avete vissuti vorreste che somigliasse questo nuovo?” l’altro si smarrisce e, alla fine, deve ammetter che, dovendo rivivere esperienze identiche a quelle che ha vissuto, non vorrebbe ritornare indietro negli anni.
Il carico dei dolori e delle disillusioni che tocca a ognuno di noi è assai più gravoso di quello delle gioie.
Conclusione: la vita futura è attraente, perché ce la fingiamo lieta con l’immaginazione.
La Speranza nel Futuro
- In questo dialogo un passeggere ed un venditore di almanacchi affrontano il problema di come l’uomo si mostra sempre più scontento degli anni passati. Viene invece evidenziata dal venditore la speranza che l’anno venturo non somigli assolutamente ad uno appena trascorso. Emerge così il tema del desiderio di una vita migliore, che viene interamente riposto in un futuro sconosciuto, e di una felicità che però non avrà mai posto nell’esistenza umana.