Concetti Chiave
- La poesia "In memoria" apre la raccolta "Il porto sepolto" e rende omaggio a Moammed Sceab, amico di Ungaretti suicidatosi a Parigi nel 1913.
- Il tema centrale è lo sradicamento, rappresentato dal senso di estraneità, perdita di identità e solitudine, lontano dall'orrore della guerra.
- La condizione esistenziale di Moammed è descritta attraverso formule negative che esprimono il dramma del distacco e l'incapacità di integrarsi in una nuova cultura.
- I versi brevi e senza punteggiatura della poesia sottolineano il senso di solitudine e impotenza vissuto da Moammed, culminante nel suo funerale in un paesaggio urbano squallido.
- Ungaretti riflette sul parallelismo tra la sua esperienza e quella di Moammed, trovando nella poesia un modo per esprimere la propria sofferenza, cosa che Moammed non ha potuto fare.
Indice
Dedicato a Moammed Sceab
La poesia con cui si apre la raccolta Il porto sepolto è dedicata all'amico fraterno Moammed Sceab, che nel 1913 si suicidò a Parigi, dove aveva raggiunto Ungaretti per studiare anch'egli alla Sorbona.
Temi di estraneità e solitudine
Nella rievocazione dell'amico, della sua vita e della sua morte, non sono presenti l'orrore e la disperazione della guerra ma emergono altri temi ricorrenti nell'Allegria: il senso di estraneità, lo spaesamento di chi non riesce a riconoscersi in una patria, la perdita di identità e la solitudine che derivano da tale condizione di inappartenenza.
Il dramma dell'integrazione mancata
La condizione esistenziale di Moammed a Parigi viene definita nella prima parte della poesia con una serie di formule negative che mettono a fuoco il dramma del distacco, della perdita, dell'incapacità di integrarsi in un'altra cultura, e che rendono il senso di solitudine e impotenza da cui la sua esistenza è stata annientata. Viene poi rievocato il suo funerale, in uno squallido paesaggio urbano. La poesia è caratterizzata da versi brevi e spezzettati e dall'assenza di punteggiatura.
Parallelismo tra Moammed e Ungaretti
Nell'infelice vicenda di Moammed è implicito un parallelismo con quella di Ungaretti, che come lui ha vissuto la condizione del nomade e dell'esiliato, la ricerca dell'identità e dell'appartenenza.
Mentre Ungareti ha trovato nella poesia la possibilità di liberare la propria sofferenza, Moammed non ha potuto riconoscere se stesso attraverso la poesia.