marinaldi
Ominide
4 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • La poesia "M’illumino d’immenso" è vista come un manifesto che esprime un'illuminazione lirica istantanea, collegando il sé con l'intero universo attraverso una percezione sensoriale.
  • Ungaretti descrive uno stato d'animo inondato da luce cosmica, lasciando aperta l'interpretazione se questa sia reale o immaginaria, legata alla scoperta quotidiana della vita.
  • L'immagine dell'alba, metafora di rinascita e ritorno alla luce, ricorre frequentemente nella poesia, simboleggiando la vittoria della vita sull'oblio e sulla morte.
  • La poesia è ambientata in una tranquilla pianura friulana, dove l'assenza di ostacoli naturali permette al poeta di percepire l'immensità e l'infinito.
  • Stilisticamente, la poesia utilizza l'elisione e l'allitterazione per rafforzare il contrasto tra l'individuo e l'infinito, con una sintesi retorica che richiama la lezione leopardiana de "L'infinito".

Indice

  1. Manifesto poetico di Ungaretti
  2. Luce e rinascita
  3. Santa Maria La Longa
  4. La folgorazione di Ungaretti
  5. Concentrazione espressiva e allitterazione
  6. Sinestesia e lezione leopardiana

Manifesto poetico di Ungaretti

Questa poesia può essere considerata alla stregua di un manifesto: non un programma articolato in punti, come quello futurista di Marinetti, ma una vera e propria professione di fede, sintetizzata in un’estrema illuminazione lirica.

Ci troviamo così al cospetto di una poesia di un istante (Berardinelli), di una percezione sensoriale che intreccia virtualmente un rapporto con il tutto (l’immenso) a partire da un dato minimo, quasi assente.

Ungaretti esprime lo stato del proprio io, invaso da una sorta di luce cosmica: si tratta di quella del sole, oppure di una proiezione immaginaria regalata dalla quotidiana scoperta della meraviglia dell’esistenza? È difficile dare una risposta.

Luce e rinascita

Del resto, l’area semantica dell’alba ricorre spesso nella poesia ungarettiana come metafora della luce che torna dopo le tenebre: il momento di vita iniziale, pura e innocente, riafferma l’energia dell’esistenza dopo il buio della notte. La luce dell’aurora, da cui è inondato il poeta, vince così sull’oblio e sulla morte, ribadendo ancora una volta l’urgenza ineliminabile della vita stessa.

Santa Maria La Longa

Santa Maria La Longa è un paese friulano situato non sulle vette carsiche, da cui il poeta scrive la maggior parte delle liriche de L’Allegria, ma in una fertile pianura rurale, nel cuore di un territorio verdeggiante. Solo in lontananza, nelle giornate più limpide, è possibile scorgere il severo profilo delle Alpi.

La folgorazione di Ungaretti

La folgorazione sorprende Ungaretti quando si trova a riposo in una tranquilla retrovia al livello del mare: davanti a sé il poeta non ha il panorama aspro delle vette alpine, ma quello dolce di una distesa quasi sconfinata. La luce che lo abbraccia e il calore che lo inonda dall’alto gli permettono di percepire la vastità dell’infinito, senza che questo sia interrotto dalla presenza di alcun ostacolo naturale.

Concentrazione espressiva e allitterazione

La concentrazione espressiva ricercata dal poeta gli suggerisce di fondere il pronome personale complemento oggetto mi con il verbo attraverso l’elisione (M’illumino). D’altra parte, il pronome che identifica l’io lirico ha grande rilevanza, non solo sul piano concettuale, nell’esprimere il contrasto tra la finitezza dell’individuo e la sublime infinitezza del mondo che lo circonda.

Esso infatti introduce l’allitterazione del fonema /m/ che lega i due versi, contribuendo a rendere la gioia della sensazione e ad amplificare la percezione dell’immensità:

M’illumino / d’immenso.

Non solo: il legame tra interiorità (mi) ed esteriorità è sottolineato dalla paronomasia, cioè dall’accostamento delle due parole chiave, diverse nel significato ma assai simili nel suono (illumino e immenso).

Sinestesia e lezione leopardiana

Sul piano retorico, la lirica si riassume in una sinestesia, che fonde la dimensione visiva della luce con quella spaziale e temporale: l’immensità è un luogo senza confini, che non può essere indicato se non in astratto. La lezione leopardiana de L’infinito – reso, come si ricorderà, attraverso la metafora del naufragare in un mare – è imprescindibile.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato del "Manifesto poetico di Ungaretti"?
  2. Il "Manifesto poetico di Ungaretti" è una professione di fede poetica, espressa attraverso un'illuminazione lirica che rappresenta una percezione sensoriale dell'immenso a partire da un dato minimo.

  3. Come viene rappresentata la luce nella poesia di Ungaretti?
  4. La luce è una metafora ricorrente che simboleggia la rinascita e l'energia vitale, emergendo dopo le tenebre e riaffermando l'urgenza della vita stessa.

  5. Qual è l'importanza di Santa Maria La Longa nella poesia di Ungaretti?
  6. Santa Maria La Longa è il luogo dove Ungaretti sperimenta una folgorazione poetica, immerso in un paesaggio dolce e sconfinato che gli permette di percepire l'infinito senza ostacoli.

  7. In che modo Ungaretti utilizza la concentrazione espressiva e l'allitterazione?
  8. Ungaretti utilizza la concentrazione espressiva fondendo il pronome "mi" con il verbo "illumino" e impiega l'allitterazione del fonema /m/ per amplificare la percezione dell'immensità e la gioia della sensazione.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community