Concetti Chiave
- Giovanni Verga è stato un esponente del Verismo, concentrato sul racconto della realtà quotidiana delle classi meno abbienti, con un forte pessimismo verso il cambiamento.
- Verga adotta uno stile impersonale e oggettivo, ritenendo la letteratura un mezzo per far conoscere la realtà piuttosto che cambiarla, come illustrato in "Rosso Malpelo".
- Utilizza la tecnica della "regressione" del punto di vista, calandosi nel linguaggio e nei pensieri dei suoi personaggi, per rappresentare il loro mondo con autenticità.
- La tecnica dello straniamento è centrale nelle sue opere, rendendo i valori autentici strani agli occhi della società, come visto nei comportamenti di Malpelo e padron ‘Ntoni.
- Il passaggio al Verismo segna un'evoluzione stilistica di Verga, che abbandona il romanticismo per strumenti più maturi, mirati a esaminare la società dai suoi strati più bassi.
Indice
L’impersonalità di Verga come espressione del pessimismo verista
Giovanni Verga è stato uno scrittore siciliano dell’Ottocento che, grazie alle sue opere, ha portato all’affermazione della corrente letteraria del Verismo, in quanto egli dedicava la sua attività di scrittura al racconto di fatti di vita quotidiana reali, così com’erano e, dunque, veri.Nelle sue opere veriste, il soggetto sono le classi meno abbienti, come per esempio quella dei minatori in “Rosso Malpelo” o quella dei pescatori ne “I Malavoglia”. In questi racconti, egli mantiene sempre un forte pessimismo nei confronti della realtà, che lo spinge ad accettarla con rassegnazione, senza la speranza di poterla cambiare; i fatti vengono sempre presentati con la massima oggettività e precisione, anche e soprattutto negli aspetti negativi.
Verga crede che la realtà non possa essere modificata in quanto è dominata dal meccanismo naturale e immutabile della “lotta per la vita”, che vede lo scontro anche all’interno delle classi sociali, in cui chiunque è insoddisfatto della propria posizione e ambisce ad essere più forte di qualcun altro. La letteratura, non avendo quindi tale funzione, ha soltanto uno scopo conoscitivo, ossia rendere nota al pubblico la realtà del suo tempo.
La prima novella verista, in tal senso, è quella di “Rosso Malpelo”, in cui l’autore ci racconta della difficile vita in miniera di questo ragazzino che, oltre a dover lottare ogni giorno per sopravvivere alle dure condizioni di lavoro, deve convivere con i pregiudizi del popolo, che è malevolo ed egoista, sempre pronto a straniare qualsiasi azione, seppur onesta, del giovane minatore. La cattiveria che viene esercitata su Rosso, egli la sfoga a sua volta su Ranocchio, un suo collega coetaneo, più debole e fragile, picchiandolo per renderlo più forte e perché imparasse a difendersi; «Così, come ti cuocerà il dolore delle busse, imparerai a darne anche tu!», gli ripeteva Malpelo per ricordargli come funzionava la “legge del più forte”.
Altri aspetti
Nel raccontare le vicende dei suoi personaggi, l’autore si colloca al loro stesso livello e giudica le azioni assumendo il loro punto di vista e utilizzando il linguaggio spoglio e povero della conversazione popolare, ricco di modi di dire, paragoni ed errori grammaticali. Questa tecnica di adottare il modo di pensare, sentire ed esprimersi dei suoi personaggi prende il nome di “regressione” del punto di vista. Un esempio ben evidente lo abbiamo nell’utilizzo del termine «minchione» sia nella novella già citata, sia nel romanzo de “I Malavoglia”: questa espressione poco elegante non appartiene sicuramente al livello culturale dello scrittore, ma egli la utilizza perché è come se a parlare fosse una persona del popolo. Ciò avviene perché si tratta di un narratore eterodiegetico, che non compare nella vicenda, rimanendo anonimo e non facendo trasparire la sua opinione su ciò che accade. Per questo motivo, nei suoi racconti, i sentimenti dei personaggi non ci vengono mai raccontati direttamente, ma è il lettore che, attraverso i loro gesti e le loro parole, deve desumerli. Pensiamo, ad esempio, alla frase che padron ‘Ntoni, il patriarca della famiglia Malavoglia, romanzo successivo di Verga, che afferma rivolto alla nipote Mena: «Tu sei una vera Malavoglia, la mia ragazza!»; anche se non ci viene detto direttamente, da questa semplice frase capiamo tutto l’orgoglio che il nonno provava per la giovane. Un altro episodio da cui desumiamo l’attenzione e la premura di padron ‘Ntoni nei confronti dei suoi familiari è quando egli spende due soldi per offrire acqua e limone alla nuora, sconvolta per la partenza del figlio per la leva militare: un umile gesto che ci fa rendere conto del suo grande cuore, nonostante Verga non ce lo dica esplicitamente.Che cosa racconta l'autore verista
L’autore verista non racconta i sentimenti e le emozioni dei suoi personaggi in quanto egli ha una visione della realtà pessimistica, ma anche per la prospettiva atea e materialistica, che esclude qualsiasi possibilità di riscatto in una vita ultraterrena, e quindi sembra inutile raccontare di sentimenti positivi che non servirebbero a nulla in una società dominata dall’egoismo, dalla cattiveria e dai pregiudizi. Lo vediamo bene nella novella di Rosso Malpelo, dove il ragazzo non può contare sull’appoggio dell’intero paese, tantomeno della famiglia, con l’eccezione del padre, perché viene sempre criticato per ciò che fa o dice. Così anche la famiglia Malavoglia, che con i suoi valori positivi, seppur numerosi, trova sempre l’opposizione del popolo, pronto a giudicare negativamente qualsiasi azione da loro intrapresa.Un’altra caratteristica propria della tecnica verghiana è l’utilizzo dell’artificio dello straniamento: ciò che è normale, che ha ragion d’essere, ossia valori e sentimenti autentici, finisce per apparire strano e incomprensibile agli occhi della gente. «Dopo la morte del babbo pareva che gli fosse entrato il diavolo in corpo»; Malpelo è disperato dopo che suo padre è venuto a mancare, distrutto dal dolore, ma il popolo non comprende questo suo atteggiamento, ritenendolo esagerato, ma è normale essere come lui dopo la morte di un genitore, a maggior ragione perché era l’unica persona che dimostrava affetto nei suoi confronti.
Anche ne “I Malavoglia” troviamo l’utilizzo di questa tecnica, ad esempio, quando padron ‘Ntoni, da uomo onesto quale era, rinuncia alla casa di famiglia per onorare il suo debito con l’usuraio e i compaesani, anziché ammirarlo per questo suo gesto nobile, lo giudicano un «minchione»; oppure ancora quando egli si preoccupa per il figlio che si trova in mare durante la tempesta, gli abitanti del villaggio sostengono, invece, che egli sia angosciato per il timore di perdere il carico di lupini, più che per il figlio.
Già prima di questi racconti, Verga si era proposto di dipingere il “vero” nei suoi romanzi, ma a quel tempo possedeva pochi strumenti inadatti e legati al gusto romantico. Il cambio radicale verso il Verismo rappresentò una svolta fondamentale nella produzione verghiana e non quindi un’inversione di tendenza, perché è la prova di una conquista progressiva di strumenti stilistici e concettuali più maturi, con cui lui voleva esaminare tutta la società, partendo proprio dagli strati più bassi.
Domande da interrogazione
- Qual è l'approccio di Giovanni Verga nel rappresentare la realtà nelle sue opere veriste?
- Come Verga utilizza la tecnica della "regressione" del punto di vista nei suoi racconti?
- Perché Verga non racconta direttamente i sentimenti dei suoi personaggi?
- Qual è l'artificio dello straniamento utilizzato da Verga?
- Qual è stata l'evoluzione stilistica di Verga verso il Verismo?
Verga adotta un approccio di impersonalità e oggettività, presentando la realtà con un forte pessimismo e rassegnazione, senza speranza di cambiamento, come illustrato nei racconti di "Rosso Malpelo" e "I Malavoglia".
Verga si colloca al livello dei suoi personaggi, adottando il loro linguaggio e punto di vista, come dimostrato dall'uso di espressioni popolari e modi di dire, per esempio, il termine «minchione».
Verga evita di raccontare direttamente i sentimenti a causa della sua visione pessimistica e materialistica della realtà, che esclude la possibilità di riscatto e rende inutili i sentimenti positivi in una società dominata dall'egoismo e dai pregiudizi.
Lo straniamento è una tecnica in cui valori e sentimenti autentici appaiono strani e incomprensibili agli occhi della gente, come visto nei comportamenti di Malpelo e padron ‘Ntoni, che vengono fraintesi dalla comunità.
Verga ha compiuto una svolta fondamentale verso il Verismo, abbandonando il gusto romantico per adottare strumenti stilistici e concettuali più maturi, con l'obiettivo di esaminare la società partendo dagli strati più bassi.