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Concetti Chiave

  • Giovanni Verga nasce a Catania e, dopo un periodo di servizio militare, si trasferisce a Firenze e Milano, dove entra in contatto con importanti scrittori e ambienti intellettuali.
  • La conversione al Verismo avviene sotto l'influenza dei romanzi di Zola, portando alla creazione di opere come "Rosso malpelo", "Vita dei campi" e "I Malavoglia".
  • Nonostante un iniziale fallimento critico, Verga continua a scrivere opere veriste, mantenendo la sua poetica e affrontando difficoltà economiche e personali.
  • Verga adotta tecniche narrative innovative come il discorso indiretto libero, evitando un narratore onnisciente e offrendo un racconto oggettivo delle condizioni siciliane.
  • Le sue opere rappresentano un'enciclopedia delle tradizioni popolari siciliane, utilizzando una sintassi semplice e un linguaggio vicino al parlato per trasmettere autenticità.

Indice

  1. Le origini nobiliari e l'inizio
  2. La conversione al Verismo
  3. Il ritorno in Sicilia e la parabola
  4. L'approccio narrativo di Verga
  5. Linguaggio e contesto siciliano

Le origini nobiliari e l'inizio

Nasce a Catania da una famiglia di antiche tradizioni nobiliari. Dopo la spedizione garibaldina in Sicilia Verga abbandona gli studi e presta servizio nella Guardia Nazionale a contrastare le ultime formazioni borboniche. Libero dagli impegni militari ambisce al successo iniziando i primi viaggi a Firenze dove conosce influenti scrittori, il che gli apre le porte al bel mondo delle città. Questi mesi sono fondamentali per la sua formazione, poi si trasferisce a Milano dove entra in contatto con gli ambienti della Scapigliatura e conduce un'esistenza brillante tra amicizie intellettuali.

La conversione al Verismo

Dopo la notorietà ottenuta matura una conversione al Verismo grazie alla conoscenza dei romanzi di Zola. In questo periodo nascono grandi capolavori come Rosso malpelo, la raccolta Vita dei campi e il primo capitolo del Ciclo dei Vinti. Dopo la pubblicazione dei Malavoglia, per i lettori c'è un atteggiamento freddo che fa pensare ad un fallimento, ma Verga non abbandona la poetica verista scrivendo le Novelle rusticane e il romanzo Mastro-Don Gesualdo.

Il ritorno in Sicilia e la parabola

Disinteressato dalla critica letteraria torna in Sicilia e riesce a far fronte alle precarie condizioni grazie ad una cifra ricevuta per il diritto d'autore della riduzione musicale della Cavalleria rusticana. Preoccupato per la gestione dei beni non porta a termine il Ciclo dei Vinti, facendo iniziare la parabola decrescente della sua produzione letterarie. La sua posizione politica si fa sempre più conservatrice e aderisce al Partito nazionalista appoggiando l'intervento nella Grande Guerra. Dopo la fine del conflitto, finalmente i suoi lavori ricevono, anche se tardivi, i primi riconoscimenti critici. Egli però non partecipa a nessun festeggiamento e nemmeno alla nomina di senatore da parte di Giolitti.

L'approccio narrativo di Verga

Verga subisce il fascino dei canoni naturalistici per interpretare la realtà in un'ottica narrativa nuova ed antiromantica. Applica alla letteratura i principi scientifici del Positivismo di cui rifiuta però la fiducia nel progresso, perseguendo una conoscenza oggettiva del mondo. Infatti vuole illustrare la condizione drammatica siciliana con linguaggio autentico. Il narratore di Verga non è onnisciente e da voce al punto di vista dei personaggi con il discorso indiretto libero riportando le parole pensate o pronunciate senza introdurle con verbi dichiarativi, così da risultare più impersonale possibile eclissandosi nell'oggettività.

Linguaggio e contesto siciliano

Inoltre utilizza lo straniamento, cioè adotta un punto di vista estraneo che accetta per normali atteggiamenti inaccettabili e viceversa. Egli non utilizza il dialetto ma rivoluziona il linguaggio con sintassi semplice e simile al parlato. Il contesto siciliano si configura come realtà autentica ed immutabile che si sottrae all'estinzione perché rispetta le tradizioni tramandate. Infatti le opere verghiane rappresentano un'enciclopedia delle usanze popolari, e all'origine di questo mondo popolare creato da Verga ci sono i suoi stessi ricordi.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le origini nobiliari di Verga e come hanno influenzato il suo inizio?
  2. Verga nasce a Catania da una famiglia di antiche tradizioni nobiliari. Dopo la spedizione garibaldina, abbandona gli studi e si unisce alla Guardia Nazionale. Queste esperienze, insieme ai suoi viaggi a Firenze e Milano, dove entra in contatto con influenti scrittori, sono fondamentali per la sua formazione.

  3. Come avviene la conversione di Verga al Verismo?
  4. La conversione di Verga al Verismo avviene dopo aver conosciuto i romanzi di Zola. In questo periodo, scrive capolavori come "Rosso malpelo" e "I Malavoglia". Nonostante l'accoglienza fredda dei lettori, Verga continua a seguire la poetica verista.

  5. Qual è l'approccio narrativo di Verga e come si riflette nelle sue opere?
  6. Verga adotta un approccio narrativo influenzato dai canoni naturalistici e dal Positivismo, ma rifiuta la fiducia nel progresso. Utilizza il discorso indiretto libero per dare voce ai personaggi, e il suo narratore non è onnisciente, cercando di eclissarsi nell'oggettività.

  7. In che modo Verga rappresenta il contesto siciliano nelle sue opere?
  8. Verga rappresenta il contesto siciliano come una realtà autentica e immutabile, rispettosa delle tradizioni. Non usa il dialetto, ma rivoluziona il linguaggio con una sintassi semplice. Le sue opere sono un'enciclopedia delle usanze popolari, basate sui suoi ricordi.

Domande e risposte

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