Concetti Chiave
- Giovanni Verga nacque a Catania da una famiglia di agiati proprietari terrieri e iniziò i suoi studi con maestri privati.
- Lasciò gli studi di legge e frequentò i salotti letterari a Firenze e Milano, dove fu influenzato dal movimento della Scapigliatura.
- Verga si distaccò dalla letteratura raffinata dopo aver letto i naturalisti francesi, scoprendo la realtà dei poveri contadini e pescatori.
- Nel 1874, con "Nedda" e "Rosso Malpelo", Verga avviò una conversione al verismo, focalizzandosi su personaggi umili e le loro difficoltà.
- Le sue opere precedenti trattavano ambienti aristocratici e personaggi femminili travolgenti, mentre con "Nedda" esplorò la vita di donne segnate dalla povertà.
Indice
Giovanni Verga e i suoi inizi
Giovanni Verga nacque presso Catania da una famiglia di agiati proprietari terrieri. Inizialmente compì i primi studi presso maestri privati, successivamente lasciò gli studi di legge a Catania ed entrò in contatto con i salotti letterari aristocratici prima a Firenze e poi a Milano (città caratterizzata da una forte apertura verso l’Europa e dove si stava muovendo il movimento della Scapigliatura).
Influenze letterarie e conversione
A Firenze Verga si accostò ad un tipo di letteratura molto raffinata ed elegante, nei confronti della quale iniziò a distaccarsi nel momento in cui prese a leggere le opere dei naturalisti francesi. Grazie alla lettura di queste opere che venivano dall’Oltralpe, Verga si rese conto dell’esistenza di una realtà ancora sconosciuta al mondo della letteratura: la realtà dei poveri contadini e pescatori della sua regione. Così l’autore attuò una specie di conversione da una letteratura più convenzionale a una letteratura “verista”; tale conversione avvenne nel 1874 con la stesura dell’opera “Nedda” e con la stesura della novella “Rosso Malpelo”.
La figura femminile in Verga
Le opere di Verga precedenti, infatti, erano romanzi che raccontavano ancora di ambienti raffinati, elitari, in cui la donna era il personaggio che per eccellenza deviava l’uomo, allontanandolo da quelle che erano le sue virtù: era un personaggio travolgente sia per le sue qualità fisiche di eccezionale bellezza, sia per una sorta di carattere capriccioso tale da portare l’uomo verso una stato di perdizione. Invece, con la stesura dell’opera “Nedda”, Verga racconta di un’altra tipologia di figura femminile: Nedda è una povera raccoglitrice di olive che vive una vita piena di sventure, è segnata da una povertà di origine che la spinge a lavorare fin da giovane e viene sedotta e poi abbandonata da un uomo che la mette incinta.
Domande da interrogazione
- Quali furono gli inizi di Giovanni Verga e come influenzarono la sua carriera letteraria?
- Come avvenne la conversione letteraria di Verga e quali furono le sue influenze principali?
- Come viene rappresentata la figura femminile nelle opere di Verga?
Giovanni Verga nacque vicino a Catania e inizialmente studiò con maestri privati. Abbandonò gli studi di legge per frequentare i salotti letterari a Firenze e Milano, dove fu influenzato dal movimento della Scapigliatura.
Verga si distaccò dalla letteratura raffinata di Firenze dopo aver letto i naturalisti francesi, scoprendo la realtà dei poveri contadini e pescatori. Questa conversione al "verismo" avvenne nel 1874 con opere come "Nedda" e "Rosso Malpelo".
Nelle opere precedenti, le donne erano figure travolgenti che allontanavano gli uomini dalle virtù. Con "Nedda", Verga descrive una figura femminile diversa: una raccoglitrice di olive povera e sfortunata, sedotta e abbandonata.