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Concetti Chiave

  • "Vita dei Campi" rappresenta il passaggio definitivo di Giovanni Verga al verismo, immergendosi nel mondo dei pescatori e contadini siciliani attraverso il canone dell'impersonalità.
  • Nella novella "La Lupa", Verga esplora la passione distruttiva e autodistruttiva della Gnà Pina, soprannominata Lupa, usando dialoghi semplici e un linguaggio popolare per ritrarre il personaggio.
  • "Fantasticheria" è una lunga lettera che evidenzia l'inconciliabilità tra la buona società e il mondo popolare, presentando Aci Trezza come un luogo di grandezza nascosta per chi sa immergersi in esso.
  • "Amante di Gramigna" si presenta come un "documento umano" che aderisce al principio dell'impersonalità, ponendo il lettore di fronte ai fatti senza interpretazioni soggettive.
  • Verga applica un approccio scientifico all'analisi delle passioni umane, ottenendo una "catastrofe" che è meno drammatica ma inevitabile, attraverso la descrizione oggettiva dei comportamenti dei personaggi.

Verga e il Verismo

L’opera che definisce il definitivo approdo di Verga al verismo è la raccolta di novelle Vita dei Campi, in cui l’autore si cala nel mondo povero arretrato dei pescatori e dei contadini siciliani. Ma la vera innovazione è il canone dell’impersonalità, in quanto Verga non è più il narratore onnisciente, ma sceglie di annullarsi e di affidare il racconto dei fatti a un narratore popolare, cioè a una voce che provenga dall’interno del gruppo sociale a cui appartengono i protagonisti.

- La Lupa = la novella è incentrata sul folle amore della Gnà Pina, soprannominata Lupa, per il giovane Nanni. La donna viene descritta fin dall’inizio in tutta la sua vorace sensualità, forza e carnalità; vittima della passione d’amore per il giovane costringe la figlia a sposarlo per averlo vicino, sfidando il buonsenso e la morale e rinnegando l’amore materno. La Lupa è colpevole di sedurre il giovane e di provocare disonore e dolore alla figlia ma è tuttavia vittima della sua stessa passione.

Coerentemente con la sua poetica e il canone dell’impersonalità, Verga non si sofferma a presentare direttamente le caratteristiche del personaggio, bensì lo ritrae attraverso pochi dialoghi costruiti con parole semplici appartenenti al linguaggio della gente del popolo. Eppure anche senza analisi interiore, l’autore ci fa comprendere lo struggimento della Lupa quando la definisce “quasi malata”, “con quegli occhi da spiritata”.

La sua sensualità spaventa così come la sua forza distruttiva e autodistruttiva, va incontro alla morte così come all’amore, in modo deciso “con le mani piene di papaveri rossi, e mangiandoselo con gli occhi neri (contrasto cromatico tra amore e morte).

- Fantasticheria = si tratta di una lunga lettera indirizzata a un’amica del bel mondo e raffinata con cui Verga aveva trascorso due giorni ad Aci Trezza, il villaggio di pescatori vicino a Catania dove sarà poi ambientato il romanzo I Malavoglia.

La novella è scandita in 3 parti:

1. nella prima parte l’autore immagina di rivolgersi a un’amica del bel mondo che dopo due giorni ad Aci Trezza era fuggita, annoiata dalla monotonia del paesaggio e della vita del borgo;

2. nella seconda parte afferma l’inconciliabilità dei due mondi, cioè la buona società e il mondo popolare; a lei lo scrittore spiega polemicamente che quell’umile gente, che sembra priva di sentimenti in realtà possiede una sua grandezza; per coglierla, basta calarsi dentro quell’universo paesano così quello spettacolo potrà essere interessante anche per lei. In questo modo Verga spera che il romanzo possa interessare anche a un pubblico borgese.

3. nella terza parte l’autore accenna alle tragiche vicende di alcune persone che saranno i futuri personaggi dei Malavoglia. Egli è consapevole che il mondo a cui appartengono, fondato sulla violenza e i soprusi, non potrà cambiare; l’unica difesa è l’”ideale dell’ostrica”, cioè l’attaccamento alla religione della famiglia.

- Amante di Gramigna = questa novella è introdotta da una lettera di Verga all’amico e scrittore Salvatore Farina. Fin dalle prime righe ne dichiara il carattere verista: si tratta di un testo che narra fatti realmente avvenuti, di un “documento umano” che il narratore riporta così come l’ha sentito raccontare “per viottoli dei campi, press’a poco colle medesime parole semplici e pittoresche”.

Verga espone il principio dell’impersonalità e l’eclissi dell’autore, il quale non deve interpretare i fatti secondo un’ottica soggettiva, ma deve mettere il lettore di fronte al fatto nudo e schietto in modo che la psicologia dei personaggi sia ricavata dai loro stessi comportamenti. Dunque il narratore deve limitarsi a ricostruire il punto di partenza e il punto di arrivo, sulla base dei quali il lettore potrà ricostruire l’intero processo; il metodo d’indagine è l’analisi e, l’analisi di una passione sacrifica l’approccio soggettivo, la partecipazione intuitiva ed emotiva.

Trattando in modo scientifico le passioni, l’autore otterrà una “catastrofe”, cioè “una conclusione meno impreveduta, meno drammatica, forse, ma non meno fatale”.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'opera che segna l'approdo di Verga al verismo?
  2. L'opera che segna l'approdo di Verga al verismo è la raccolta di novelle "Vita dei Campi", dove l'autore esplora il mondo dei pescatori e contadini siciliani.

  3. Come Verga rappresenta i personaggi nella novella "La Lupa"?
  4. Verga rappresenta i personaggi attraverso dialoghi semplici e il linguaggio del popolo, senza analisi interiore, ma riesce comunque a trasmettere la passione e il tormento della Lupa.

  5. Qual è il tema centrale della novella "Fantasticheria"?
  6. Il tema centrale di "Fantasticheria" è l'inconciliabilità tra il mondo popolare e la buona società, e la grandezza nascosta della gente umile di Aci Trezza.

  7. Cosa rappresenta l'"ideale dell'ostrica" in "Fantasticheria"?
  8. L'"ideale dell'ostrica" rappresenta l'attaccamento alla famiglia come unica difesa contro un mondo fondato sulla violenza e i soprusi.

  9. Qual è il principio narrativo che Verga adotta in "Amante di Gramigna"?
  10. In "Amante di Gramigna", Verga adotta il principio dell'impersonalità, presentando i fatti in modo oggettivo e lasciando che il lettore interpreti la psicologia dei personaggi attraverso i loro comportamenti.

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