Concetti Chiave
- Giovanni Verga ha adattato alcune delle sue novelle per il teatro, utilizzando la scena per applicare il concetto di impersonalità dell'opera d'arte, dove l'autore scompare e i personaggi vivono autonomamente.
- Nel 1883, Verga trasformò la sua novella "Cavalleria rusticana" in un dramma teatrale, ottenendo un enorme successo a Torino nel 1884, con Eleonora Duse nel ruolo di Santuzza.
- La fatalità è un tema ricorrente nelle opere teatrali di Verga, come in "La lupa" del 1896, dove l'amore proibito porta a una catastrofe finale.
- Il dramma "In portineria" del 1885 si allontana dall'ambiente siciliano per rappresentare la vita popolare di una grande città, con una protagonista consumata dalla malattia e dall'amore disperato.
- In "Dal tuo al mio" del 1903, Verga esplora lo scontro tra classi sociali in Sicilia, rappresentando il declino dell'aristocrazia e l'ascesa della borghesia, simile a temi presenti in "Mastro don Gesualdo".
Indice
Verga e il Teatro
Di solito, quando si parla di Verga, ci viene in mente il prosatore, il ciclo dei vinti, I Malavoglia o Mastro Don Gesualdo. Invece, lo scrittore ha anche messo in scena, riadattandole, alcune delle sue novelle. Questo è dovuto al fatto che la scena costituiva un mezzo molto adatto per applicare il concetto dell’impersonalità dell’opera d’arte secondo il quale l’autore scompare e lascia vivere i personaggi da soli, in piena autonomia, tramite i dialoghi, e senza intrusioni o commenti da parte dell’autore. Nel pubblico teatrale non mancarono diffidenze, soprattutto fra coloro che avevano applaudito al suo verismo, già dimostrato nelle opere in prosa.
Cavalleria Rusticana: Dal Racconto al Palco
Nel 1883, Verga ebbe l’idea di togliere dalla sua novella Cavalleria rusticana tutta la parte narrativa per ridurla a un piccolo dramma, in mezzo al più diffuso scetticismo perché alla fine, si trattava soltanto di rappresentare un banale fatto di cronaca, cioè lo scatto di una donna sedotta e abbandonata (Santuzza) che, accecata dalla gelosia, denuncia il traditore-seduttore (Turiddu) al marito (Alfio) della sua nuova amante. Il dramma fu rappresentato nel 1884 a Torino ed ebbe, fra l’altro, come interprete Eleonora Duse, nel ruolo di Santuzza: il successo fu enorme. Turiddu è rappresentato come un bel giovane, appartenente a una famiglia povera che ritorna a casa dopo aver svolto il servizio militare, un po’ come ‘Ntoni di Padron’ de I Malavoglia Il tema fondamentale è il rimorso del peccato e il terrore religioso, il tutto dominato da un alone di fatalità.
L’opera fu utilizzata anche da Pietro Mascagni per la redazione del libretto dell’omonima opera. Verga intentò una causa per plagio, vinse e fu risarcito.
La Lupa e Altri Drammi
La stessa fatalità è presente anche nella versione teatrale di La lupa del 1896, articolata in due atti, rappresentata a Torino per la prima volta nel 1896. Si tratta della vicenda di un uomo innamorato di una giovanetta e contemporaneamente della sua madre. La catastrofe finale si risolve con l’omicidio della madre con una scure da parte del protagonista.
In Caccia al lupo, Verga mette in scena, con tinte cupe e violente, la vendetta di un marito che prende nella tagliola l’amico della moglie e lo uccide freddamente, come si trattasse di un animale feroce.
Nel dramma In portineria, del 1885, Verga abbandona l’ambiente siciliano per portare in scena l’ambiente popolare di una grande città; la protagonista è una misera ragazza che muore consunta sia da una malattia inguaribile sia da un amore disperato.
Nel dramma Dal tuo al mio, del 1903, in tre atti, l’autore rappresenta l’urto fra due classi sociali, l’aristocrazia che si sta dissolvendo in un angolo della provincia siciliana e la borghesia di persone rozze che piano piano occupa il posto della classe nobiliare. Il tema ricorda vagamente l’ascesa sociale di Mastro don Gesualdo.
Verga e il Teatro del XIX Secolo
Verga, dopo Manzoni, è l’unico scrittore le cui opere, nel XIX secolo, siano state rappresentate a teatro: i suoi personaggi sono vivi e presi dalla realtà. Viene rispettata l’unità di tempo e di luogo e l’atmosfera non è quella ricca e borghese, ma l’ambiente popolare in cui il tema della ricchezza non è quello predominante.
Domande da interrogazione
- Qual è il concetto artistico che Verga applica nel suo teatro?
- Come è stata accolta la rappresentazione teatrale di "Cavalleria Rusticana"?
- Quali sono i temi principali presenti nei drammi teatrali di Verga?
- In che modo Verga si differenzia nel teatro del XIX secolo?
- Quali sono alcune delle opere teatrali di Verga e i loro temi?
Verga applica il concetto dell'impersonalità dell'opera d'arte, dove l'autore scompare e i personaggi vivono autonomamente attraverso i dialoghi, senza intrusioni o commenti.
La rappresentazione teatrale di "Cavalleria Rusticana" nel 1884 a Torino ebbe un enorme successo, nonostante lo scetticismo iniziale, con Eleonora Duse nel ruolo di Santuzza.
I temi principali nei drammi di Verga includono la fatalità, il rimorso del peccato, il terrore religioso, e il conflitto tra classi sociali.
Verga si distingue nel teatro del XIX secolo per la rappresentazione di personaggi vivi e realistici, rispettando l'unità di tempo e luogo, e ambientando le storie in contesti popolari piuttosto che ricchi e borghesi.
Alcune opere teatrali di Verga includono "La Lupa", che tratta di amore e omicidio, "Caccia al lupo", che esplora la vendetta, e "Dal tuo al mio", che rappresenta il conflitto tra aristocrazia e borghesia.