Concetti Chiave
- Verga adotta una prospettiva verista, osservando la realtà senza giudizi personali, seguendo il principio dell'impersonalità.
- Il primo romanzo del ciclo dei Vinti esplora le aspirazioni dei pescatori dei Malavoglia, rappresentando le passioni e i bisogni in modo elementare.
- Il tema centrale è l'illusione del progresso, dove tutte le classi sociali, nonostante gli sforzi, sono destinate alla sconfitta nella lotta per la vita.
- Verga progetta un ciclo romanzesco, ispirandosi a Zola, per descrivere scientificamente la condizione umana attraverso storie di sconfitta esistenziale.
- La fiducia positivista nel progresso è smentita da Verga, che vede la vita come un ciclo inarrestabile di illusioni e delusioni, in cui la scienza e la tecnica non migliorano l'umanità.
Indice
Il progetto dei Vinti
Analizziamo qualche estratto della Prefazione al primo romanzo del ciclo dei Vinti, datata dall’autore 19 gennaio 1881. Verga la scrive dunque dopo aver concluso la stesura dell’opera.
Il proposito verista
Verga si sofferma, in primo luogo, sulla propria posizione di «osservatore» e precisa lo scopo del racconto: dovrà essere uno «studio sincero e spassionato» (r. 1), capace di ricostruire la «realtà com’è stata» (r. 25). È il proposito di oggettività ricercato dal Verismo, qui ribadito nella chiusa del brano: «Chi osserva questo spettacolo non ha il diritto di giudicarlo» (r. 22). L’autore deve cioè limitarsi a osservare e rappresentare la realtà senza esprimere giudizi personali, in accordo con il principio verista (e naturalista) dell’impersonalità.
L’argomento del primo romanzo
Per quanto riguarda i contenuti, questo romanzo (il primo del ciclo) raffigura, «nelle più umili condizioni, le prime irrequietudini pel benessere» (rr. 2-3). I poveri pescatori dei Malavoglia sono infatti il soggetto più basso e umile che si possa rappresentare. Verga ritiene però che la loro condizione dia un vantaggio allo scrittore: «in quelle basse sfere» (r. 8), infatti, l’osservazione risulta meno complicata, poiché le passioni e i bisogni sono più elementari, e potrà quindi essere svolta con maggior precisione.
L’illusione del progresso
Nel passo l’autore mette a fuoco il meccanismo economico che manda in rovina la famiglia protagonista del romanzo, che vive relativamente felice fino a quando non è presa dalla «vaga bramosìa dell’ignoto», dall’«accorgersi che non si sta bene, o che si potrebbe star meglio» (rr. 4-5). Tutte le classi sociali, anche le più fortunate, vorrebbero guadagnare di più per vivere meglio. Tuttavia ogni sforzo è vano poiché la sconfitta è assicurata: secondo Verga, tutti risultano «vinti» nella lotta per la vita. Soltanto se osservato da lontano, e superficialmente, il cammino dell’umanità verso il progresso può apparire trionfale; esaminandolo più da vicino, invece, mostra la sua realtà nascosta, fatta di sofferenze, di avidità, di egoismo, di vizi, di contraddizioni. La verità di Verga è che tutti sono travolti dalla «fiumana del progresso» (r. 6): i vincitori di oggi saranno gli sconfitti di domani. Spetta allora all’osservatore attento raccontare il destino dei «vinti», di coloro che vengono lasciati indietro. L’ideologia positivista del progresso non potrebbe ricevere un colpo peggiore.
L’idea di un ciclo romanzesco
Tutti i personaggi però, indipendentemente dalla loro condizione sociale di appartenenza, vanno incontro a una sconfitta esistenziale, sono cioè dei «vinti»: la vita li schiaccia e tutte le loro speranze vanno in frantumi. Per questo motivo ai cinque romanzi (in realtà ne vengono portati a termine solo due, più un breve inizio del terzo) l’autore assegna il titolo complessivo I vinti. Il proposito di scrivere una serie di romanzi viene suggerito a Verga dalla lettura di Zola, che in quegli anni sta pubblicando il ciclo dei Rougon- Macquart (iniziato con La fortuna dei Rougon del 1871), in cui viene narrata la vita di una famiglia francese attraverso varie generazioni, così da descrivere in modo scientifico la storia di un’epoca.