Concetti Chiave
- Don Gesualdo, malato terminale di tumore, viene trasferito a Palermo dalla figlia, ma muore solo e abbandonato.
- I medici constatano che non c'è più speranza e Don Gesualdo si chiude in un mutismo totale, pensando solo alle sue proprietà.
- Il tentativo di colloquio con la figlia Isabella fallisce a causa delle differenze sociali e della diffidenza ereditata dalla madre.
- Durante l'agonia, il desiderio di Don Gesualdo di vedere la figlia non viene esaudito e muore in solitudine e indifferenza.
- La vita di Don Gesualdo è un fallimento sia affettivo che economico, con la consapevolezza che i suoi beni saranno sperperati.
Indice
La consapevolezza della fine
Il brano costituisce le ultime pagine del romanzo. Il protagonista Don Gesualdo è ammalato di tumore e la figlia ha deciso di trasferirlo nel palazzo di Palermo dove essa vive con il marito, il duca di Leyra.
Gesualdo è cosciente che sta per morire ed è preso da angoscia.
Per ritrovare un po’ di tranquillità, egli chiama al capezzale la figlia Isabella, ma non riesce a stabilire con lei alcuna comunicazione perché padre e figlia appartengono ormai ad una classe sociale diversa. Mastro don Gesualdo muore solo, abbandonato da tutti.
Il brano può diviso in alcune sequenze:
• la visita dei medici che si consultano sull’andamento della malattia e constatano che per Don Gesualdo non c’è più nulla da fare
• la reazione di Don Gesualdo al responso medico
• Don Gesualdo si chiude in se stesso e non vuole parlare con nessuno
• Il dialogo con la figlia Isabella a cui dà raccomandazione a proposito delle proprietà che lascerà da morto. Dopo qualche momento iniziale di commozione e di tenerezza, Don Gesualdo si rende conto che ogni contatto con la figlia è impossibile
• L’agonia e la morte nel protagonista nella più totale solitudine e la reazione di indifferenza di tutta la servitù
Il consulto medico e la reazione di Mastro Don Gesualdo
Il consulto medico e la reazione
Il testo inizia con il consulto dei medici: dalle loro parole, pronunciate sottovoce, si capisce che ormai non esiste più alcun rimedio. Mastro Don Gesualdo capisce che ormai è giunto il momento di dettare le ultime volontà, pensa subito alle sue proprietà e sollecita il genero affinché faccia venire un notaio per poter fare testamento. La figlia Isabella non fa che piangere e il genero lo cerca di calmarlo dicendo che la sua volontà sarà fatta, ma che per momento non c’è nessuna urgenza. Da allora in poi, Don Gesualdo si fa taciturno e si chiude in un mutismo più completo, tutto preso dai suoi pensieri, convinto anche che la figlia gli dimostri affetto solo perché teme che nel testamento il padre voglia lasciare qualcosa non a lei ma ad altri.
Il dialogo impossibile con Isabella
In seguito, l’uomo chiama al suo capezzale la figlia; dopo qualche istante di commozione, egli passa in rassegna le sue proprietà di cui è tanto orgoglioso perché avevano sempre dato tanti frutti; raccomanda alla figlia di proteggere tutti questi averi e soprattutto di non cederli mai a nessuno. Nel ricordare i poderi, Don Gesualdo si commuove e inizia piangere. Fa cenno anche alle numerose preoccupazione che la figlia ed il genero gli avevano dato in passato quando egli aveva dovuto saldare tutti i debiti del genero. Per scrupolo di coscienza, vorrebbe lasciare dei beni a Diodata, la domestica, e ai due figli avuti illegittimamente da lei, ma dalla reazione della figlia capisce subito che Isabella non esaudirà questo desiderio. Il colloquio fra i due è reso impossibile da un muro di incomunicabilità, cosicché Don Gesualdo si rassegna perché percepisce nella figlia l’ostilità e la diffidenza ereditata dalla madre. Allora chiede che sia chiamato un sacerdote per impartigli l’Estrema Unzione.
L'agonia e l'indifferenza
Nei giorni successivi, l’uomo alterna momenti di miglioramento ad altri di peggioramento, finché non arriva il momento dell’agonia e una notte la situazione si aggrava notevolmente. Il servitore che dorme nella sua stessa camera per assisterlo, fa vista di non udire il respiro del vecchio che si fa sempre più affannoso. Mastro Don Gesualdo gli chiede di far venire la figlia, il servitore gli risponde che va a chiamarla, ma in realtà si infila di nuovo a letto e nemmeno questo suo estremo desiderio viene esaudito. Un ultimo rantolo, il respiro sempre più corto e gli occhi fissi e sbarrati indicano che l’agonia è ormai finita e che l’uomo è morto.
La reazione della servitù
Sta facendosi giorno e la morte di don Gesualdo non crea dispiacere nella servitù ed ognuno continua come se nulla fosse a badare alle proprie faccende. Qualche cameriere e la guardarobiera si affacciano nella camera del morto, solo per curiosità e alcuni si lasciano andare a dei commenti poco rispettosi.
Il fallimento di Don Gesualdo
Il testo ci fa capire come la vita di Don Gesualdo sia stata un fallimento completo su due piani: sul piano affettivo e sul piano delle ricchezze personali accumulate con tanti di dura fatica.
• Con la figlia non riesce a comunicare: essa appartiene aduna classe sociale diversa, poiché sposando il duca di Leyra ha acquisito il titolo nobiliare di duchessa. Nel colloquio con il padre anche se, a volte si commuove, in realtà non lascia trasparire nessun sentimento affettuoso nei confronti del genitore
• Durante la sua vita, l’uomo ha accumulato tante ricchezze ma tutto questo, al momento della morte, non serve a nulla; egli vorrebbe fare testamento davanti ad un notaio, ma il genero sostiene che c’è ancora tanto tempo e che la malattia non è poi così grave. Desidera lasciare dei beni ai due figli illegittimi e all’affezionata serva Diodata, ma Isabella non dice una parola in merito. Nel corso del testo, si intuisce anche che tutti i suoi beni saranno sperperati dal genero.
In conclusione, Mostro Don Gesualdo è un vinto. Le ultime righe del romanzo mettono in evidenza il contrasto tra Gesualdo, che sta morendo nel palazzo del genero, il duca di Leyra, e i servi del duca, che lo considerano come un’ intruso perché non di origine nobile; è un mondo in cui non è ammesso migliorare la propria situazione sociale e chi lo fa è destinato al fallimento
Domande da interrogazione
- Qual è la consapevolezza di Don Gesualdo riguardo alla sua condizione?
- Come reagisce Don Gesualdo al consulto medico?
- Perché il dialogo tra Don Gesualdo e sua figlia Isabella è impossibile?
- Qual è la reazione della servitù alla morte di Don Gesualdo?
- In che modo la vita di Don Gesualdo è considerata un fallimento?
Don Gesualdo è consapevole di essere vicino alla morte a causa di un tumore e prova angoscia per la sua situazione.
Dopo il consulto medico, Don Gesualdo si rende conto che non c'è più nulla da fare per la sua malattia e si preoccupa di dettare le sue ultime volontà, concentrandosi sulle sue proprietà.
Il dialogo è impossibile perché padre e figlia appartengono a classi sociali diverse e Isabella mostra ostilità e diffidenza, ereditate dalla madre, verso il padre.
La servitù reagisce con indifferenza alla morte di Don Gesualdo, continuando le proprie faccende come se nulla fosse accaduto.
La vita di Don Gesualdo è vista come un fallimento sia sul piano affettivo, per l'incapacità di comunicare con la figlia, sia sul piano delle ricchezze, che al momento della morte non hanno alcun valore e sono destinate a essere sperperate.