Concetti Chiave
- I Malavoglia esplora il darwinismo sociale attraverso la storia della famiglia Malavoglia, che lotta per migliorare la propria condizione socio-economica.
- Verga utilizza una narrazione impersonale e un discorso indiretto libero per rappresentare la psicologia dei personaggi e il contesto sociale.
- Mastro-Don Gesualdo racconta l'ascesa e la caduta di un uomo ambizioso, evidenziando l'inevitabilità del ritorno al punto di partenza sociale.
- In Mastro-Don Gesualdo, l'autore si allontana leggermente dall'impersonalità, focalizzandosi sul protagonista e riducendo l'aspetto corale.
- Verga ottiene successo teatrale con opere come Cavalleria Rusticana e La lupa, che segnano un'evoluzione nella struttura teatrale tradizionale.
Indice
Intenzioni di Verga nei Malavoglia
Nella prefazione dei Malavoglia, Verga afferma la sua intenzione di rendere questa raccolta parte di un ciclo con lo scopo di analizzare le diverse classi sociali che collaborano al progresso. Egli infatti, con I Malavoglia, ma anche con le opere successive, vuole conoscere e descrivere i desideri insiti in individui di ambienti sociali differenti. In questo caso, la lotta per i bisogni materiali. Secondo l’autore essa porta ad un darwinismo sociale, non modificabile; un’opera grandiosa, in cui lo scrittore vuole soffermarsi su appunto i deboli, ovvero i “Vinti”.
La storia della famiglia Malavoglia
La storia racconta della famiglia dei Malavoglia, che vivono nel paesino di Aci Trezza. Il romanzo contiene precisi riferimenti storici, ma sottolinea le condizioni ancestrali di vita della famiglia e del paese, scandite dalla tradizione, da una profonda religiosità, e dalla ciclicità delle stagioni. Rompere questo ritmo, comporta nel romanzo ad una marea che travolge coloro che desiderano una condizione migliore. La famiglia si trova infatti, alla fine, nella stessa condizione di partenza, avendo tuttavia pagato un prezzo altissimo di sforzi e denaro, solamente per aver desiderato di più, per aver voluto diventare commercianti pur essendo pescatori. Qui Verga attua i principi esposti nei suoi manifesti attraverso la rinuncia a un narratore onnisciente, narrando la storia con impersonalità e con una coralità popolare. Egli utilizza inoltre un discorso indiretto libero, comprensibile al lettore grazie al linguaggio utilizzato, che ci permette di identificare i personaggi attraverso le loro caratteristiche psicologiche.
Evoluzione della narrativa di Verga
Successivamente a quest’opera, che viene accolta con disinteresse, Verga si dedica a opere più vicine ai gusti del pubblico, come Il marito di Elena, la cui narrazione si avvicina molto a quella Madame Bovary. In seguito, con Novelle Rusticane e Vagabondaggio, l’autore decide di non soffermarsi solamente su una determinata classe sociale, ma varia maggiormente, sottolineando sempre più la morale dell’utile e le sue conseguenze.
La vita di Mastro-Don Gesualdo
In questo romanzo, Verga scrive della vita di Don Gesualdo, un uomo proveniente da una condizione sociale modesta, che con ambizione si arricchisce e tenta anche attraverso il matrimonio, a farsi accettare come membro della classe nobile. Egli è un uomo avaro, attaccato alla sua “roba”, dopo la cui morte sulla sua lapide sarà inciso anche Mastro davanti al suo nome, perché Verga vuole sottolineare il destino di ognuno, quello dell’inevitabile ritorno al punto di partenza. L’autore infatti dedica alla vita di quest’uomo e alla roba la stessa conclusione, il primo sarà, nonostante i suoi sforzi, un “vinto”, e il denaro andrà nelle mani del genero. L’opera è divisa in quattro parti, che rappresentano quattro momenti differenti della vita di Mastro-Don Gesualdo. In questo caso però Verga si distacca leggermente dalla “legge” dell’impersonalità, per inserire raramente alcuni commenti autoriali, e dedicando il discorso indiretto libero quasi esclusivamente al protagonista, rendendolo così un individuo ancora più isolato. Rispetto alle opere precedenti, l’aspetto corale viene attenuato, sottolineando maggiormente la soggettività dei personaggi.
Successi teatrali di Verga
La produzione teatrale di Verga non fu particolarmente copiosa. Tuttavia, le opere teatrali che gli portarono maggior successo furono: una rielaborazione di Vita dei Campi, ovvero Cavalleria Rusticana, rappresentata per la prima volta nel 1884, e nella quale supera la divisione canonica in tre atti; ma anche La lupa del 1896.
Domande da interrogazione
- Quali sono le intenzioni di Verga nei Malavoglia?
- Qual è la trama principale della storia della famiglia Malavoglia?
- Come evolve la narrativa di Verga dopo I Malavoglia?
- Qual è il tema centrale della vita di Mastro-Don Gesualdo?
- Quali sono i successi teatrali di Verga?
Verga intende analizzare le diverse classi sociali e i desideri insiti negli individui, focalizzandosi sulla lotta per i bisogni materiali e il darwinismo sociale, con un'attenzione particolare ai "Vinti".
La storia segue la famiglia Malavoglia nel paesino di Aci Trezza, evidenziando le loro difficoltà nel cercare di migliorare la loro condizione sociale, solo per ritrovarsi alla fine nella stessa situazione di partenza.
Dopo I Malavoglia, Verga si dedica a opere più vicine ai gusti del pubblico, come Il marito di Elena, e varia le classi sociali trattate in Novelle Rusticane e Vagabondaggio, enfatizzando la morale dell'utile.
Il tema centrale è l'ambizione di Don Gesualdo di elevarsi socialmente, solo per ritrovarsi, nonostante i suoi sforzi, un "vinto", con il denaro che finisce nelle mani del genero.
I successi teatrali di Verga includono Cavalleria Rusticana, rappresentata per la prima volta nel 1884, e La lupa del 1896, entrambe opere che hanno superato le convenzioni teatrali del tempo.