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Concetti Chiave

  • La poesia "La mia sera" di Giovanni Pascoli è composta da 5 strofe, ognuna conclusa dalla parola "sera", con un tema centrale legato al crepuscolo e al rapporto personale dell'autore con la sera.
  • Pascoli utilizza abilmente la punteggiatura e i vocaboli per creare un'esperienza sensoriale, invitando il lettore a gustare ogni parola e immergersi nelle emozioni evocate dal testo.
  • Il tema della morte è presente in modo agrodolce, con ricordi d'infanzia e della madre che riaffiorano, conferendo alla poesia una dimensione intima e riflessiva.
  • L'umanizzazione della natura è un elemento distintivo, con immagini come "singhiozza monotono un rivo", che trasmettono emozioni e vivacità al lettore attraverso la personificazione.
  • Le onomatopee giocano un ruolo fondamentale nel testo, con suoni dolci e suggestivi che evocano l'ambiente serale e le sensazioni ad esso associate, come nel caso del "gre gre di ranelle".

Il giorno fu pieno di lampi;

ma ora verranno le stelle,

le tacite stelle. Nei campi

c'è un breve gre gre di ranelle.

Le tremule foglie dei pioppi

trascorre una gioia leggiera.

Nel giorno, che lampi! che scoppi!

Che pace, la sera!

Si devono aprire le stelle

nel cielo sì tenero e vivo.

Là, presso le allegre ranelle,

singhiozza monotono un rivo.

Di tutto quel cupo tumulto,

di tutta quell'aspra bufera,

non resta che un dolce singulto

nell'umida sera.

E', quella infinita tempesta,

finita in un rivo canoro.

Dei fulmini fragili restano

cirri di porpora e d'oro.

O stanco dolore, riposa!

La nube nel giorno più nera

fu quella che vedo più rosa

nell'ultima sera.

Che voli di rondini intorno!

Che gridi nell'aria serena!

La fame del povero giorno

prolunga la garrula cena.

La parte, sì piccola, i nidi

nel giorno non l'ebbero intera.

Nè io ...

che voli, che gridi,

mia limpida sera!

Don ... Don ... E mi dicono, Dormi!

mi cantano, Dormi! sussurrano,

Dormi! bisbigliano, Dormi!

là, voci di tenebra azzurra ...

Mi sembrano canti di culla,

che fanno ch'io torni com'era ...

sentivo mia madre ... poi nulla ...

sul far della sera.

Analisi della poesia 'La mia sera' di Giovanni Pascoli articolo

“La mia sera” è un componimento scritto da Giovanni Pascoli, è una poesia ricca di emozioni,suggestioni e di richiami analogici al poeta, e alla sua vita.

Indice

  1. Struttura e tema della poesia
  2. L'uso della punteggiatura e dei vocaboli
  3. La morte e i ricordi
  4. Umanizzazione della natura e onomatopee

Struttura e tema della poesia

La poesia è composta da 5 strofe, le quali terminano tutte con la parola “sera”, a loro volta le 5 strofe sono costituite da 8 versi di cui 7 novenari e l’ultime sono senari.

Il tema fondamentale della poesia è appunto la sera ma non una sera qualsiasi, questa è la sera del Pascoli. Infatti ognuno di noi vive la sua sera, ma in questa poesia l’autore vuole raccontare la “sua” sera non quella del padre, della sorella o di chicchessia, lui vuole descrivere la sua sera, il suo crepuscolo, il suo avvicinarsi alla morte; ed è per questo che il titolo e proprio “La mia sera”.

L'uso della punteggiatura e dei vocaboli

Un altro aspetto fondamentale di questa poesia del’uso eccezionale del Pascoli nella punteggiatura, altrettanto eccezionale e l’uso dei vocaboli, che fanno comprendere a chi legge che questa poesia va prima di tutto gustata parola per parola e poi dopo si analizza.

La morte e i ricordi

Il Pascoli ha capito che la sua ora è vicina ma per il pascoli la sua morte ha un sapore agro-dolce, poiché allo morte tutti i ricordi riaffiorano alla mente i ricordi della madre “canti di culla....sento mia madre e poi nulla”

Umanizzazione della natura e onomatopee

Nella poesia l’autore tende ad Umanizzare la natura “singhiozza monotono un rivo”; trasmettendo sensazioni al lettore. Essendo Pascoli un autore crepuscolare ama le situazioni di cambio; poiché ritiene (essendo un poeta decadente) che in questi momenti i colori siano più vivi e trasmettano più emozioni. “cirri di porpora e d’oro”.

Un altro carattere tipicamente Pascoliano è l’uso di Onomatopee (dolci) come “breve gre gre di ranelle”oppure “singhiozza monotono un rivo”o “Don...Don. E mi dicono dormi! Mi cantano Dormi! Sussurrano Dormi! Bisbigliano Dormi” e infine “voci di tenebra azzurra” ch’è un’onomatopea (voci) unita con sinestesia (l’insieme di due sensi; vista e udito) ossimoro(tenebra azzurra) e metafora(indicano le voci della morte).

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale della poesia "La mia sera" di Giovanni Pascoli?
  2. Il tema principale della poesia è la sera, intesa come il crepuscolo della vita del poeta, un momento personale e intimo che Pascoli descrive come il suo avvicinarsi alla morte.

  3. Come utilizza Pascoli la punteggiatura e i vocaboli nella sua poesia?
  4. Pascoli utilizza la punteggiatura e i vocaboli in modo eccezionale per far sì che la poesia venga gustata parola per parola, trasmettendo emozioni e sensazioni profonde al lettore.

  5. In che modo la poesia riflette i ricordi e la morte?
  6. La poesia riflette i ricordi e la morte attraverso un sapore agro-dolce, con il riaffiorare dei ricordi della madre e l'accettazione della fine imminente, come indicato nei versi "canti di culla... sento mia madre e poi nulla".

  7. Come viene umanizzata la natura nella poesia?
  8. La natura viene umanizzata attraverso espressioni come "singhiozza monotono un rivo", trasmettendo sensazioni umane e creando un legame emotivo tra il lettore e l'ambiente descritto.

  9. Qual è l'importanza delle onomatopee nella poesia di Pascoli?
  10. Le onomatopee, come "breve gre gre di ranelle" e "Don... Don", sono usate per evocare suoni e sensazioni, arricchendo l'esperienza sensoriale del lettore e sottolineando il carattere crepuscolare e decadente della poesia.

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