spumina89
Erectus
1 min. di lettura
Vota 3,5 / 5

Concetti Chiave

  • La poesia descrive un notturno lunare attraverso sensazioni visive e uditive immerse in un'atmosfera misteriosa.
  • La natura attende la luna, ma le immagini si trasformano in un'ambientazione inquietante con i suoni delle nubi e dell'assiuolo.
  • Il mare cullante evoca sensazioni di abbandono e dolcezza materna, creando un contrasto con l'atmosfera generale.
  • Nell'ultima strofa emerge l'angoscia della morte, sottolineando un senso di non ritorno.
  • Le immagini poetiche usano elementi naturali per trasmettere un senso di inquietudine e malinconia.

Dov’era la luna? ché il cielo

notava in un’alba di perla,

ed ergersi il mandorlo e il melo

parevano a meglio vederla.

Venivano soffi di lampi

da un nero di nubi laggiù;

veniva una voce dai campi:

chiù...

Le stelle lucevano rare

tra mezzo alla nebbia di latte:

sentivo il cullare del mare,

sentivo un fru fru tra le fratte;

sentivo nel cuore un sussulto,

com’eco d’un grido che fu.

Sonava lontano il singulto:

chiù...

Su tutte le lucide vette

tremava un sospiro di vento:

squassavano le cavallette

finissimi sistri d’argento

(tintinni a invisibili porte

che forse non s’aprono più?...);

e c’era quel pianto di morte...

chiù...


Indice

  1. Descrizione di un notturno lunare
  2. Atmosfera misteriosa e inquietante
  3. Sensazioni di abbandono e morte

Descrizione di un notturno lunare

La poesia esteriormente è la descrizione di un notturno lunare. reso attraverso una serie di sensazioni visive e uditive, ma come sempre il quadro impressionistico si rivela immerso in un’atmosfera misteriosa.

Atmosfera misteriosa e inquietante

La natura aspetta la comparsa della luna e le immagini sono quiete, sirene, ma poi si delinea un’immagine inquietante: il verso delle nubi e il verso dell’assiuolo che a poco a poco diventa un canto di morte.

Sensazioni di abbandono e morte

Il rumore del mare cullare rievoca sensazioni di abbandono infantile alla dolcezza materna.

L’immagine più inquietante è nell’ultima strofa che è l’angoscia della morte che non consente il ritorno da cui incorparsi.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community