Concetti Chiave
- La poesia esprime il dolore del poeta per il distacco dall'amata in una stazione autunnale, caratterizzata da un'atmosfera malinconica e grigia.
- La figura della donna che si allontana simboleggia la perdita di gioie e ricordi, provocando nel poeta uno smarrimento esistenziale.
- Carducci utilizza un'ambientazione moderna e cittadina, rompendo con i tradizionali modelli lirici italiani e introducendo elementi realistici.
- Descrizioni dettagliate e realistiche, come i suoni della stazione, contribuiscono a un verismo che approfondisce la psicologia del poeta.
- Il treno, definito un mostro, è un simbolo mitico del distacco e della perdita, evocando il mito di Plutone e Proserpina e rappresentando il passaggio dalla vita alla morte.
Indice
Atmosfera di Partenza
La lirica rievoca il dolore per la partenza della donna amata che il poeta accompagna alla stazione, nel mattino di una grigia e piovosa giornata d'autunno. La luce fioca dei lampioni, il cielo opprimente, la folla anonima dei viaggiatori, i gesti meccanici e i suoni che riecheggiano nella malinconica atmosfera della stazione (il secco taglio del biglietto ferroviario obliterato dal controllore, v. 14; il lugubre rintocco delle mazze di ferro degli addetti al controllo dei freni, vv. 21-22; gli sportelli sbattuti del vagone, v. 25) preludono con sinistra suggestione simbolica all'imminenza del distacco.
Smarrimento e Ricordi
La figura della donna che scompare nell'oscurità portando con sé tutto l'amore, le gioie, il passato e i ricordi condivisi con il poeta ingenera uno smarrimento che porta l'autore a sentirsi annientato, privato di ogni desiderio di vita (barcollo com'ebro, e mi tocco, / non anch'io fossi dunque un fantasma, vv. 51-52). Con una triste analogia, il paesaggio riverbera la condizione del suo spirito: la caduta di foglie, gelida, / continua, muta, greve, su l'anima (vv. 53-54) contrasta con il ricordo radioso degli incontri di un tempo baciato dal sole, ma ormai remoto (Fremea la vita [...] la persona gentile, vv. 41-48), e getta il poeta inerme in una sorta di «smarrimento dell'essere» (Ramat).
Modernità e Realismo
L'ambiente in cui si svolge la scena della poesia non è il solo elemento di modernità di questa ode. Certamente il teatro della vicenda, la stazione, rappresenta già di per sé una notevole infrazione dei modelli tradizionali della lirica italiana, poco inclini, a differenza di quella straniera, a muoversi tra i fondali della vita cittadina e della civiltà moderna.
Descrizioni Realistiche
Tuttavia, l'impegno realistico di Carducci non si ferma qui, bensì approda all'audace descrizione di particolari piuttosto comuni e quotidiani, di norma banditi dal sostenuto repertorio della lirica ufficiale. Oltre alle immagini iniziali, che rivelano un gusto quasi impressionistico, il poeta descrive suoni che procurano fastidio, come il fischio stridulo della locomotiva (Flebile, acuta, stridula fischia / la vaporiera, vv. 5-6), il viaggio di persone taciturne (fantasmi agli occhi del poeta), imbacuccate nelle loro vesti (ravvolta, v. 10), che si affrettano verso la massa scura dei vagoni, il rumore della macchinetta del controllore che oblitera i biglietti, il rimbombo lungo delle mazze di ferro sui freni, l'invito del capotreno a salire in carrozza, la pioggia battente sulla grande tettoia ad arco che copre la stazione di Bologna (su' vetri, v. 28). Insomma, una serie di descrizioni così minutamente realistiche da giustificare una possibile definizione di Carducci come poeta "verista".
Simbolismo e Psicologia
In realtà, se una tale vocazione rappresenta per Carducci una reazione ai patetici svolazzi della poesia tardoromantica, va aggiunto che ciascuno dei particolari realistici passati in rassegna determina un approfondimento simbolico della psicologia del poeta: i lampioni non vividi di luce ma tristi e smorti (accidiosi, v. 2) che si alternano agli alberi stillanti pioggia diffondono un'impressione di torpore e suggeriscono la sensazione di sconforto per la partenza della donna amata; gli interrogativi senza risposta riguardo alle mete dei viaggiatori, assorti come ombre in chissà quali pensieri, accentuano il senso di smarrimento e di disorientamento; le pratiche sbrigate da Lidia prima di partire (vv. 13-14) sembrano contrassegnare l'addio della donna alla giovinezza e al passato (vv. 15-16); la cupezza cromatica dei dettagli (il fosco delle carrozze e il nero degli impermeabili cerati dei vigili) abbuia ancor più l'atmosfera.
Mito e Contrasti
Infine, il treno, che Carducci definisce mostro (vv. 29 e 33), è tramutato in una figura mitica, uno spaventoso prodigio con i suoi fiammei / occhi (vv. 30-31), quasi una vivente creatura del male, spietata (empio, v. 33) perché gli porta via per sempre l'oggetto del suo amore.
Il critico Cesare De Lollis ha intravisto nella scena del treno che si porta via la donna la riproposizione del mito classico di Plutone che rapisce Proserpina tra i fiori. Lidia, in effetti, con la sua bianca faccia e 1 bel velo (v. 35) incarna la natura tenue e delicata della primavera, la pienezza della vita e della luce, mentre il treno/Plutone simboleggia il trascorrere della gioia e dei ricordi felici, preannunciando il sopraggiungere dell'inverno, della morte, del buio.
I contrasti tipici della poesia di Carducci si manifestano qui compiutamente, come accade in tutte «quelle poesie che, sollecitate da occasioni più intime e dolorose, risolvono più energicamente l'incontro sofferto ed intenso del sentimento della vitalità e della morte, tradotti nei loro simboli più compendiosi e assoluti, realisticamente concreti e fantasticamente suggestivi: luce e buio, sole e ombra, suono e silenzio, calore e freddo» (Binni).
Domande da interrogazione
- Qual è l'atmosfera descritta nella lirica riguardo alla partenza della donna amata?
- Come si manifesta lo smarrimento del poeta dopo la partenza della donna?
- In che modo la modernità e il realismo si esprimono nella poesia?
- Qual è il ruolo del simbolismo nella psicologia del poeta?
- Come viene rappresentato il treno nella poesia e quale mito classico richiama?
L'atmosfera è malinconica e opprimente, caratterizzata da una grigia e piovosa giornata d'autunno, con suoni e gesti meccanici che preannunciano il distacco imminente.
Il poeta si sente annientato e privo di desiderio di vita, con il paesaggio che riflette la sua condizione interiore di smarrimento e perdita.
La modernità si esprime attraverso l'ambientazione in una stazione, mentre il realismo si manifesta nelle descrizioni dettagliate e quotidiane, come i suoni fastidiosi e le immagini impressionistiche.
I dettagli realistici assumono un significato simbolico, approfondendo la psicologia del poeta e accentuando il suo sconforto e disorientamento per la partenza della donna amata.
Il treno è descritto come un mostro mitico e spaventoso, richiamando il mito di Plutone che rapisce Proserpina, simboleggiando la perdita della gioia e dei ricordi felici.