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Concetti Chiave

  • "I pastori" di d'Annunzio è una poesia che descrive la transumanza, un viaggio stagionale dei pastori abruzzesi verso la Puglia.
  • La poesia è ambientata alla fine dell'estate, un periodo malinconico per la fine delle vacanze e del divertimento.
  • La transumanza è vista come un allontanamento dalla terra natale, esprimendo il desiderio di tornare in Abruzzo.
  • La Puglia è descritta come "Adriatico selvaggio", con il sole che trasforma il manto delle pecore in oro.
  • La lirica fa parte di "Alcyone", un libro della raccolta "Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi", scritto durante il periodo del superomismo di d'Annunzio.

Indice

  1. La fine dell'estate e la transumanza
  2. Il viaggio dei pastori abruzzesi
  3. Simbolismo e significato della poesia

La fine dell'estate e la transumanza

Mentre “La pioggia nel pineto” parla di un periodo di fine estate, la poesia “I pastori” è scritta verso settembre. La fine dell’estate è di per sé un momento triste, in quanto finisce la stagione delle vacanze e del divertimento. D’Annunzio scrive “I pastori”, poesia dedicata alla transumanza.

Il viaggio dei pastori abruzzesi

Alla fine dell’estate i pastori dell’Abruzzo andavano in Puglia (regione più calda) per far mangiare alle bestie un’erba migliore, che faceva produrre latte e formaggio migliori. Si tornava in Abruzzo in primavera. Associa questa transumanza al fatto di stare lontano dalla sua terra, l’Abruzzo. In quel periodo i pastori stanno preparando le poche cose che si portano dietro e stanno liberando gli stazzi (dove vengono tenute le pecore). L’ultimo verso è malinconico, in quanto esprime la sua volontà di tornare in Abruzzo.

Simbolismo e significato della poesia

Si parla di “Abruzzi” perché all’epoca c’era anche il Molise in quell’area. L’Adriatico selvaggio è la Puglia. La verga è il bastone che i pastori usano per attraversare la strada della transumanza. Arrivati in Puglia il sole è talmente forte che il manto delle pecore diventa oro come la sabbia.

Questa lirica fa parte dell'"Alcyone", libro contenuto nella raccolta di liriche "Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi", che d'Annunzio scrive durante il suo superomismo.

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