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Concetti Chiave

  • La crisi dell'estetismo spinge d'Annunzio verso il romanzo russo, ispirandosi a Tolstoj e Dostoevskij, con opere come "Giovanni Episcopo" e "L'innocente".
  • I romanzi di questo periodo presentano trame sentimentali e tormentate, riflettendo influenze russe e esplorando relazioni morbose e dolorose.
  • L'incontro con Nietzsche porta d'Annunzio ad adottare il concetto di superuomo, reinterpretandolo in chiave immorale e distante dai valori borghesi tradizionali.
  • Le opere superomistiche, come "Le vergini delle rocce" e "Il trionfo della morte", vedono protagonisti che cercano di riscattare l'inetto, ma sono spesso sconfitti da figure femminili fatali.
  • Nonostante l'evoluzione verso il superomismo, d'Annunzio mantiene l'estetismo, con protagonisti che si lanciano nelle imprese per distinguersi dalla massa.

Indice

  1. La crisi dell'estetismo
  2. Influenza del romanzo russo
  3. La fase del superuomo
  4. Il superuomo e le sue opere
  5. Il superuomo e l'inetto

La crisi dell'estetismo

La crisi dell’estetismo porta d’Annunzio a cercare un altro modo per poter emergere dalla massa, essere osannato.

Influenza del romanzo russo

Mentre è alla ricerca di ciò e nel contempo c’è anche la crisi della sua vena di esteta, si approccia al romanzo russo. Abbiamo ora la fase della bontà. Seguendone il modo di scrivere, si avvicina ai romanzi russi e ai loro autori – come Tolstoj e Dostoevskij – scrivendone anche lui di simili, come “Giovanni Episcopo” (1892) e “L’innocente” (1892). Le trame sono molto sentimentali, struggenti, com’erano i romanzi russi; la trama dell’innocente parla di una coppia di coniugi, in cui la donna è incinta di un altro. Quest’amore è però malato e morboso, non normale. Il marito continua questo rapporto consapevolmente, ma questo peso del tradimento è sempre presente. Quando nasce il bambino, nella notte di natale, il marito lo lascia fuori al freddo e il piccolo muore. La moglie è cosciente di ciò che sta facendo il marito, ma non interviene; il sacrificio del bambino - che l’uomo confesserà solo anni dopo - è come se salvasse questo matrimonio, l’amore fra i due.

La fase del superuomo

Questo periodo è di passaggio per abbracciare un qualcosa di più forte, che trova leggendo Nietzsche, da cui nasce la figura del superuomo. Il superuomo di d’Annunzio è completamente diverso dell’uomo descritto dal filosofo, il quale è al di sopra di tutto il ben pensare borghese e della moralità; quello di d’Annunzio è immorale.

Il superuomo e le sue opere

Questa figura è un individuo dalle capacità particolari, che si butta a capofitto nelle imprese più assurde; questo individuo si colloca mentalmente nella destra più estrema; il superuomo disprezza la massa, ma non fa niente per coprire questo disprezzo; è al di sopra di tutto e di tutti e lo dimostra nelle sue imprese eccezionali. Un’opera di questo periodo è ad esempio “Le vergini delle rocce” (1895), considerata il manifesto politico del superuomo. Claudio Cantelmo è il protagonista del romanzo; egli parla di massa come “plebe”, un termine molto dispregiativo. Questo romanzo è l’approdo al superomismo; ci troviamo nel 1895, anche se un primo approccio a questo movimento c’è stato con un romanzo precedente, chiamato “Il trionfo della morte” (1894). Con questi romanzi della fase superomistica, i protagonisti (Claudio Cantelmo e Giorgio Aurispa) vogliono superare i protagonisti dei romanzi precedenti, che sono degli inetti; è un voler rivalutare l’uomo in quest’altra fase: i superuomini vogliono riscattare gli inetti dei romanzi precedenti.

Il superuomo e l'inetto

In realtà anche questi superuomini sono alla fine degli inetti, perché sono sconfitti dalle figure femminili di questo romanzo; queste erano come delle donne fatali che portavano gli uomini alla fine, con un amore malato (ricorda “Fosca”). In questa fase viene scritto anche il romanzo “Il fuoco” (1900), in cui i protagonisti sono gli alter ego di d’Annunzio ed Eleonora Duse, in cui l’autore racconta gli amplessi tra i due protagonisti, che non sono altro che quelli che c’erano tra lui e la Duse. C’è uno studio a livello psicologico dei personaggi. L’esteta tuttavia non abbandona tutte le sue tendenze passando al superuomo: la ricerca del bello e del sovrastare la massa c’è sempre; la differenza è che ad esempio Zeno Cosini è un inetto e non si mette in gioco, come Andrea Sperelli, che è innamorato di una donna e vuole costruire una vita con lei, ma che tuttavia non si butta a capofitto nei suoi obiettivi. Zeno non combatte per l’amore della donna che ama, nel momento in cui capisce di non poter riuscire nel suo intento. Il superuomo si butta invece a capofitto nelle situazioni, mettendosi in gioco.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la crisi che porta d'Annunzio a cercare nuove ispirazioni?
  2. La crisi dell'estetismo spinge d'Annunzio a cercare un modo per emergere dalla massa e farsi osannare, portandolo a esplorare nuove influenze letterarie.

  3. Come influenza il romanzo russo le opere di d'Annunzio?
  4. D'Annunzio si avvicina al romanzo russo, ispirandosi a Tolstoj e Dostoevskij, e scrive opere come "Giovanni Episcopo" e "L'innocente", caratterizzate da trame sentimentali e struggenti.

  5. In che modo d'Annunzio interpreta la figura del superuomo?
  6. D'Annunzio crea un superuomo immorale, diverso da quello di Nietzsche, che disprezza la massa e si lancia in imprese eccezionali, come illustrato nel romanzo "Le vergini delle rocce".

  7. Qual è il rapporto tra il superuomo e l'inetto nei romanzi di d'Annunzio?
  8. Nei romanzi di d'Annunzio, i superuomini cercano di riscattare gli inetti dei romanzi precedenti, ma alla fine sono anch'essi sconfitti da figure femminili fatali.

  9. Quali sono le caratteristiche dei protagonisti nei romanzi della fase superomistica?
  10. I protagonisti dei romanzi superomistici, come Claudio Cantelmo e Giorgio Aurispa, vogliono superare gli inetti precedenti, mettendosi in gioco e affrontando situazioni con audacia.

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