Concetti Chiave
- La poesia "Non recidere, forbice, quel volto" di Eugenio Montale esplora il tema del tempo che passa e della memoria che si offusca.
- La struttura è composta da due strofe, con un uso estremo del correlativo oggettivo, influenzato dall'amicizia con Eliot.
- La forbice simboleggia il tempo, mentre l'invocazione della prima strofa cerca di preservare il ricordo di Clizia (Irma Brandeis).
- Nella seconda strofa, l'accetta che taglia l'acacia rappresenta il tempo che distrugge la vita, con il guscio di cicala che simboleggia i ricordi.
- L'acacia cade nel fango di novembre, mese dei morti, simboleggiando la caduta dei ricordi nella nebbia del tempo.
La Poetica dell'Oggetto
Questa poesia fa parte della raccolta "Le cccasioni”, in cui la poetica dell’oggetto è estremizzata; non c’è più l’io lirico che guida alla lettura; l’oggetto è correlato alla sensazione senza alcun nesso causale.
Il Tempo e la Memoria
È una poesia fatta di 2 strofe che è incentrata sul tempo che passa e sulla memoria che offusca: il tempo che cancella i ricordi. Qui il correlativo oggettivo è portato alle estreme conseguenze. Questa estremizzazione della poetica dell’oggetto è forse dovuta all’amicizia con Eliot, che si instaura proprio in questo momento.
Simbolismo della Forbice e dell'Acacia
La forbice sta ad indicare il tempo che passa; la prima strofa è una sorta di invocazione al tempo che passa, che salvi almeno il ricordo di Clizia (Irma Brandeis). La seconda strofa è il correlativo oggettivo del tempo. “Il colpo svetta” è un’accetta che taglia l’albero di acacia, a cui è attaccato un guscio di cicala, che cade nel fango nel momento in cui l’albero viene abbattuto. L’acacia rappresenta la vita; l’ascia è il tempo che la taglia; il guscio di cicala sono i ricordi, che finiscono nel fango, come i ricordi del poeta finiscono nella nebbia nella prima strofa. La belletta è la fanghiglia che si crea a novembre, con l’umidità della notte. Novembre è il mese dei morti, così l’acacia cade proprio in questo mese.