Concetti Chiave
- Eugenio Montale rappresenta la crisi dell'io nella letteratura del ventesimo secolo, con una visione negativa e arida della vita.
- A differenza di Ungaretti, che trova speranza nella fede, Montale resta ancorato alla negatività e all'angoscia.
- La poetica di Montale è priva di certezze e verità, riflettendo le tensioni del Novecento post-conflitti mondiali.
- Lo stile di Montale è secco ed essenziale, arricchito da simboli e analogie, per esprimere concetti complessi.
- Il concetto di correlativo oggettivo è centrale, utilizzando oggetti per evocare emozioni, ispirato da T.S. Eliot.
La visione poetica di Montale
Eugenio Montale è stato un interprete autorevole della crisi dell'io che caratterizzava la letteratura del ventesimo secolo.
La poetica di Montale è contraddistinta da una visione molto differente rispetto a quella di Ungaretti.
In particolare:
- Ungaretti parte da una posizione di dolore e pena ma giunge ad un'affermazione di fede religiosa e di speranza.
- Montale non ha mai abbandonato la convinzione della negatività e dell'aridità della vita, che contraddistingue la sua poetica.
La poetica di Montale è contraddistinta da una visione negativa e di aridità: non c'è alcuna verità o certezza da rivelare, c'è solo angoscia. Questa angoscia testimonia la condizione critica che contraddistingueva il Novecento, in particolare dopo i grandi conflitti mondiali.
Stile e simbolismo di Montale
Dal punto di vista stilistico, il linguaggio utilizzato da Eugenio Montale è spesso secco ed essenziale, ma sempre contraddistinto da simboli e analogie.
Gli oggetti hanno un'importanza fondamentale nella poetica di Montale, per questo si parla di correlativo oggettivo, cioè l'associazione di una certa emozione ad un singolo oggetto, che la evoca. Il correlativo oggettivo si rifà alla poetica dell'autore inglese T.S Eliot, noto per "The Waste Land" (La terra desolata).