Concetti Chiave
- Il testo riflette un pomeriggio trascorso in contemplazione, con l'osservazione attenta di piccoli dettagli naturali come formiche e rumori di animali.
- Il tema principale è l'esperienza del 'male di vivere', rappresentato da immagini di sofferenza e stasi come un ruscello che non scorre e un cavallo stramazzato.
- La felicità è descritta come fragile e sfuggente, paragonata a una luce tremolante e al ghiaccio sottile, sottolineando la sua precarietà.
- Il testo evoca un senso di malinconia e riflessione sulla vita, accentuato da immagini di dolore inevitabile e momenti effimeri di bellezza.
- L'esplorazione del dolore e della felicità è resa attraverso un linguaggio poetico e simbolico, che coinvolge il lettore in una meditazione profonda.
Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d'orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe dei suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com'è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
Meriggiare Pallido e Assorto
Trascorrere le ore del pomeriggio pallido e assorto presso un rovente muro d’orto, ascolta tra i pruni e gli sterdi rumori secchi di merli, fruscii di serpi.
Nelle crepe del suolo o sulla pianta rampicante, spiano le file rosse delle formiche: che ora si rompono ed ora si intrecciano a somme di minuscole biche.
Osserva tra le fronde il palpitare lontano di scaglie di mare mentre si levano tremuli scricchi, di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia si sente triste meraviglia com’è tutta la vita e il suo dolore in questo camminare lungo una muraglia che ha in cime frammenti di bottiglia messi sui muri per impedire che vengano scavalcati.
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Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l'incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.
Il Male di Vivere
Spesso ho incontrato il male di vivere: era il ruscello che non scorreva, era l’accartocciato della foglia rinsecchita, era il cavallo stramazzato.
Non conobbi altro all’infuori dell’evento straordinario che fa sbocciare l’atteggiamento nei confronti dei fatti e della sofferenza della vita: era la statua della sonnolenza del pomeriggio, e la nuvola e il falco alto elevato.
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Felicità raggiunta, si cammina
per te sul fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che s'incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t'ama.
Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari, il tuo mattino
e' dolce e turbatore come i nidi delle cimase.
Ma nulla paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case
Felicità Raggiunta e Fragile
Felicità raggiunta, si rischia continuamente di perderti.
Agli occhi sei una piccola luce interna che può spegnersi da un momento all’altro, al piede, fragile come una sottile lastra di ghiaccio e dovunque non ti tocchi chi più ti ama.
Se giungi sulle anime di tristezza e le illumini, il tuo mattino è dolce e capace di commuovere come i nidi delle grondaie.
Ma nulla può ricompensare il dolore a cui fugge il pallone fra le case.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale di "Meriggiare Pallido e Assorto"?
- Come viene descritto il "Male di Vivere"?
- Qual è la natura della felicità secondo "Felicità Raggiunta e Fragile"?
- Cosa rappresenta il "pianto del bambino" nel contesto della felicità?
Il tema principale è la riflessione sulla vita e il suo travaglio, rappresentato dal camminare lungo una muraglia con cocci aguzzi di bottiglia.
Il "Male di Vivere" è descritto attraverso immagini di sofferenza e stasi, come un ruscello che non scorre e un cavallo stramazzato.
La felicità è vista come fragile e precaria, simile a una luce che vacilla o a un ghiaccio sottile che può incrinarsi facilmente.
Il "pianto del bambino" rappresenta un dolore incolmabile, che nemmeno la felicità può compensare quando il pallone sfugge tra le case.