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Concetti Chiave

  • Nel discorso per il Nobel, Montale sottolinea come la vita includa momenti inutili, opponendosi alla pianificazione rigida.
  • Montale considera la poesia un prodotto inutile ma non dannoso e riconosce che i poeti sono sempre esistiti.
  • Critica la cultura di massa per aver ridotto il tempo per la riflessione personale, pur riconoscendo la possibilità di fama rapida.
  • La poesia autentica, secondo Montale, non si esaurisce nel tempo perché risponde a esigenze universali, non al "qui e ora".
  • Montale crede che la vera poesia, che rifiuta il mercato, sopravviverà solo se rimane inutile e al di fuori della logica del profitto.

“È ancora possibile la poesia?” è il discorso che fu tenuto dallo scrittore Eugenio Montale quando vinse il Premio Nobel per la letteratura nel ’75.

Il discorso inizia con una presentazione molto umile: Montale racconta che per vivere ha dovuto svolgere diversi lavori; in seguito, una giornalista straniera gli ha chiesto come è riuscito a distribuire le sue attività nel tempo, e Montale le rispose che la pianificazione della vita non è possibile: nella vita c’è anche spazio per l’inutile.

Indice

  1. La concezione della poesia secondo Montale
  2. Critica alla cultura di massa
  3. La poesia oltre il tempo presente

La concezione della poesia secondo Montale

Montale, che aveva una concezione pessimistica, afferma che la poesia è un prodotto inutile, ma quasi mai nocivo, infatti, in tutti i tempi ci sono stati dei poeti.

Montale ha scritto solo 6 libri ed è stato criticato per la sua produzione poco prolifera, ma il poeta non è un produttore seriale di poesie, una macchina: il lavoro artistico richiede il proprio tempo.

Critica alla cultura di massa

Montale continua il suo discorso parlando della cultura di massa, a cui muove una critica: con la radio e la televisione in casa nessuno riesce più a stare da solo, a riflettere. Tuttavia, il poeta non critica il mezzo in sé bensì l’uso che se ne fa, infatti, a favore dei mezzi di comunicazione di massa, afferma che un artista, in questo contesto, può diventare facilmente e velocemente famoso con i mezzi giusti, ma allo stesso tempo diventa anche più facile essere dimenticati. Quelli che restano sono quelli che rispondono a esigenze universali, non quelle de “qui e ora”.

La poesia oltre il tempo presente

Per Montale, infatti, la poesia non riguarda il “qui e ora”, chi scrive accumula esperienze, è ottimista sul fatto che la poesia possa sopravviver al giorno d’oggi: se si intende quella poesia che piace al pubblico, di consumo, quella si esaurirà col tempo; se invece la poesia è quella che rifiuta la produzione, il mercato e sembra trasmettere ai posteri i caratteri di un’epoca, quella ci sarà sempre, a patto che resti inutile, cioè che non si riduca alla logica del profitto.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la concezione della poesia secondo Eugenio Montale?
  2. Montale considera la poesia un prodotto inutile ma non nocivo, sostenendo che il lavoro artistico richiede tempo e non deve essere seriale.

  3. Come Montale critica la cultura di massa?
  4. Montale critica l'uso della radio e della televisione che impediscono la riflessione solitaria, pur riconoscendo che i mezzi di comunicazione possono rendere un artista famoso rapidamente, ma anche facilmente dimenticabile.

  5. Qual è la visione di Montale sulla poesia nel tempo presente?
  6. Montale è ottimista sulla sopravvivenza della poesia autentica, che rifiuta la logica del profitto e trasmette i caratteri di un'epoca, a differenza della poesia di consumo che si esaurirà col tempo.

Domande e risposte

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