Concetti Chiave
- La poesia di Montale evoca una malinconia antica, come un dialogo con un fantasma che ancora popola il suo respiro.
- Le scale simbolizzano una vita vissuta in discesa, un percorso verso il silenzio e la morte, trasformato dalla presenza dell'amata.
- L'amore è descritto come una guida cieca nella penombra, con l'amata che vede per entrambi, nonostante la sua cecità.
- La perdita dell'amata trasforma il percorso del poeta in un cammino solitario e un disfacimento interiore, con il mondo che diviene un cimitero di memorie.
- Montale è tormentato dalla fedeltà al fantasma dell'amata, un amore che continua a esistere solo come spettro.
Indice
Eugenio Montale - Ho sceso dandoti il braccio
C’è una malinconia antica, una bellezza che odora di fiori secchi e di fotografie ingiallite nella poesia "Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale". Montale, solitamente asciutto, qui lascia filtrare un’emozione che sembra venire non dal cuore, ma da una cripta. Questa non è una dichiarazione d’amore: è una confessione a un’ombra. È un dialogo con un fantasma che abita ancora il respiro del poeta.La discesa verso la morte
Queste scale non sono semplici luoghi: sono simboli di un’intera vita vissuta in discesa, in un lento precipitare verso il silenzio. Non si sale verso la luce, ma si scende, insieme, verso una fine silenziosa. Ogni gradino è una tappa nell’inesorabile avvicinamento alla morte, ma la presenza dell’amata – la misteriosa figura di Drusilla Tanzi – trasfigurava quel cammino. Il braccio dato non era solo un gesto d’amore, ma una sorta di legame sacro, come un vincolo tra due anime che attraversano insieme le navate buie della vita.Ora, però, l’altra metà è assente. Ed ecco che il mondo si trasforma: ogni gradino è un vuoto, ogni passo è un eco. È come se l’intero universo fosse diventato un cimitero di memorie. Il poeta cammina ancora, ma da solo, e il cammino non è più discesa: è disfacimento, è rovina interiore.
Montale non grida. Non piange. Sussurra come chi parla in una cappella vuota, dove l’unico suono è quello dei propri pensieri che si perdono tra le colonne.
L'amore come guida
L’amore, nella sua visione, non è mai stato luce abbagliante, ma una guida cieca nella penombra: "con te le ho scese perché sapevo che di noi due / le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, / erano le tue." L’immagine è struggente, e insieme sinistra. L’amata, quasi cieca, era in realtà la sola a vedere davvero. Era la chiaroveggente, la sacerdotessa del vivere, l’anima che teneva accesa la fiamma in un mondo ormai in rovina.Questa inversione dei ruoli – lei, cieca, che vede per entrambi – è un motivo potentissimo. È come se Montale stesso fosse un morto in vita, e solo l’amata lo avesse guidato tra le ombre del mondo. Ora che lei è scomparsa, il buio è tornato a reclamare ogni cosa. Il tempo non è più una linea, ma un labirinto, e il poeta ci si aggira come un vedovo eterno, vestito di versi.
Nel tono, nella scelta delle parole, nella quieta disperazione che si fa carne, questa poesia è un’elegia funebre. Un pezzo di marmo poetico su cui sono incise poche parole: “ho sceso le scale con te, e adesso sei nel vuoto che mi accompagna”. L’amore non è romantico, non è passione: è presenza che salva dalla tenebra, è luce tenue in un corridoio di rovine. E la sua assenza è un’apocalisse silenziosa.
L'ombra dell'amore
Il poeta diventa così il sopravvissuto di un amore che continua a esistere solo come spettro. La donna non c’è più, ma cammina ancora con lui, come un’ombra che non si separa, come una vestale invisibile che continua a sfiorargli il braccio. La vera discesa non è quella delle scale, ma quella nell’abisso del ricordo.“Ho sceso…” – non è solo un verbo, ma una condanna. Perché non si può salire più, non si può tornare indietro. Si è solo in discesa verso l’oblio, portando dentro una voce, un odore, una mancanza che si fa presenza ossessiva. Montale, come un personaggio di Poe o di Maupassant, è tormentato non dal rimorso, ma dalla fedeltà assoluta al fantasma di lei.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale della poesia "Ho sceso dandoti il braccio" di Eugenio Montale?
- Come viene rappresentato l'amore nella poesia di Montale?
- Qual è il significato simbolico delle scale nella poesia?
- Chi è la figura misteriosa menzionata nella poesia e qual è il suo ruolo?
- Come descrive Montale la sua condizione dopo la perdita dell'amata?
Il tema principale è la discesa verso la morte, accompagnata dall'amore come guida, e l'ombra dell'amore che persiste anche dopo la perdita.
L'amore è rappresentato come una guida cieca nella penombra, una presenza che salva dalla tenebra e una luce tenue in un corridoio di rovine.
Le scale simboleggiano un'intera vita vissuta in discesa, un lento precipitare verso il silenzio e la morte, con ogni gradino rappresentante una tappa verso l'inevitabile fine.
La figura misteriosa è Drusilla Tanzi, l'amata del poeta, che trasfigura il cammino verso la morte e funge da guida, nonostante la sua cecità.
Montale descrive la sua condizione come un cammino solitario, un disfacimento interiore, e un'eterna vedovanza, tormentato dalla fedeltà al fantasma dell'amata.