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Concetti Chiave

  • Federigo degli Alberighi, non ricambiato nel suo amore, spende le sue ricchezze per corteggiare Giovanna e finisce con un solo falco come bene prezioso.
  • La storia sottolinea il valore della generosità e della nobiltà d'animo, paragonando il sacrificio di Federigo a gesta cavalleresche.
  • Giovanna, vedova e madre, si trasferisce vicino a Federigo e, spinta dal desiderio del figlio malato, chiede a Federigo il suo falcone.
  • Federigo, non avendo null'altro da offrire, serve il suo falcone come pasto a Giovanna, dimostrando estrema generosità e sacrificio.
  • La storia culmina con la presa di coscienza di Giovanna sulla nobiltà di Federigo, portandola a sposarlo e a riconoscerne il valore.

Indice

  1. Federico degli Alberighi e l'amore non corrisposto
  2. La generosità di Federico
  3. La narrazione di Coppo di Borghese Dominichi
  4. Federigo e la sua povertà accettata
  5. Il desiderio del giovane figlio di Giovanna
  6. Il tormento di Monna Giovanna
  7. L'incontro tra Monna Giovanna e Federigo
  8. Il sacrificio del falcone
  9. La generosità di Federigo e la reazione di Giovanna

Federico degli Alberighi e l'amore non corrisposto

“Federico degli Alberighi ama e non è riamato, e in cortesia spendendo si consuma, e riamangli un sol falcone; il quale non avendo altro, dà a mangiare alla sua donna venutagli a casa; la qual cosa sappiendo, mutata d’animo, il prende per marito e fallo ricco.”

La quinta della nona giornata del Decameron è dedicata a Federico degli Alberighi, la novella è tra quelle ispirate alla gentilezza, alla cortesia alla generosità e liberalità dell’animo.

L’originalità della storia sta in ciò che non dicono i personaggi e in ciò che conservano in sé durante tutta la narrazione. La trama si dipana in una atmosfera malinconica, crepuscolare, come se fosse un film in bianco e nero, con i personaggi quasi in penombra, si muovono con passi pesati mentre parlano proferendo verbo con pause gravi. Il centro del racconto non sono le leggere cortesie, le feste attraverso le quali il giovane Alberigo consuma le sue sostanze al fine di conquistare le grazie della donna amata, bensì le lacrime silenziose di Federico di fronte a Giovanna che per la prima volta le chiede qualcosa e lui, inerme, non la può accontentare.

La generosità di Federico

Il gesto di donare il suo prezioso falcone, unico bene e compagno, è stato paragonato dai critici alle gesta dei cavalieri che duellano nell’arena per la dama di corte. Momigliano dice “Col Boccaccio l’animo cavalleresco lascia il mondo dell’immaginazione e dello splendore guerriero, e scende in mezzo alla realtà più modesta o alla vita quotidiana, ma non perde della sua nobiltà” ecco che il gesto assume un valore eroico splendido che non ha nulla di meno del duello del cavaliere.

La narrazione di Coppo di Borghese Dominichi

La storia è data a raccontare all’anziano autorevole borghese Coppo di Borghese Dominichi, che nei sui racconti di gioventù narra la storia di un certo Federigo degli Alberighi.

La storia raccontata da una terza persona di autorevole lignaggio e di canuta età dà alla stessa più valore, la eleva a leggenda, gli dà parvenza di mito.

Si racconta di un tale giovane, Federigo degli Alberighi figlio di messer Filippo Alberighi, quindi figlio di una casata antica di Firenze e lo dice donzello, ovvero destinato ad essere cavaliere ad un vita libera ad un’esistenza felice.

Questo giovane si innamora di una gentil donna sposata, giudicata tra le più belle di Firenze. La donna è tanto bella quanto onesta, tanto discreta e riservata quanto Federigo è cortese e liberale nei modi, quindi la donna non e di meno a lui in dignità.

Federigo e la sua povertà accettata

Federigo innamorato di Giovanna, al fine di conquistarla fa feste, dona, e senza controllo sperpera i sui averi, fin quando è costretto a ritirarsi in un suo piccolo podere in Campi Bisenzio nella campagna di Firenze, non potendo più vivere in città. Federigo si rassegna a vivere con il suo unico compagno: un falco con il quale si procura la cacciagione, “uccellando e senza alcuna persona richiedere”, dice Boccaccio.

“Pazientemente la sua povertà comportava”, da solo, accettando la sua povertà materiale e la solitudine interiore per la mancata corrispondenza sentimentale, il personaggio splende di luce propria si avvolge di una melanconia radiosa, accetta consapevolmente la sua ristrettezza ed e conscio della causa ma non la avversa anzi la abbraccia.

Il desiderio del giovane figlio di Giovanna

Intanto la sorte di Giovanna cambia, il marito si ammala. Prima di morire nomina erede il figlio e se a sua volta questi dovesse perire senza erede, per un qualsiasi motivo, unica erede diverrebbe la moglie.

La donna divenuta vedova. Con questo unico figlio si reca a vivere in campagna, e caso vuole, in un podere vicino a Federigo. Qui il giovane lo conosce e si diletta con lui ad andare per i campi con i cani e con il fedele falco.

Il fanciullo rimane meravigliato dalla bellezza di questo maestoso falco, del suo veleggiare, desidera fortemente averlo però non ha il coraggio di chiederlo vedendo quanto legato è al suo padrone.

I tre personaggi della storia sono intrisi della stessa dolce melanconia di un pudore comune, danno l’impressione di avere una correlazione quasi familiare un rispetto pudico che li lega a filo unico.

Il tormento di Monna Giovanna

La storia però vuole che il giovane si ammali e la madre si strugge di angoscia al suo capezzale cercando di alleviare le sue sofferenze chiedendo a lui cosa desidera cosa può arrecare sollievo al suo patire.

Il giovane dopo tante insistenze, desideroso di possedere il falcone di Federigo, si prende di coraggio e lo chiede alla madre.

La donna difronte al suo unico figlio, a questa sua inaspettata richiesta, è presa ad essere combattuta nel suo animo, sa ciò che Federigo aveva provato e provava per lei, tanto da donare la sua vita le sue ricchezze per “un suo guato”, uno sguardo amoroso che anche per una volta lo accarezzasse. Monna Giovanna sa che mai ella le diede alcuna possibilità si sperare e si sente in colpa, adesso, a dover andare proprio da lui per chiedere ciò che di unico e caro a quest’uomo è rimasto, a causa dell’amore provato per lei.

Lo stato di sospensione, di attesa dei personaggi che si confrontano con loro stessi, con il loro desiderio contrastante al dovere delle azioni pervade la trama e ne è il senso stesso, la lentezza a rispondere al figlio, i periodi fluiscono lenti e smorzati, contribuiscono a creare un’atmosfera greve.

La donna è conscia che il falco di Federigo è ciò che “il mantiene al mondo”. Il tormento interiore di Monna Giovanna la fa indugiare e fa intravedere che prova una simpatia per quest’uomo che è rimasto fedele al suo sentimento nonostante le avversità della vita. Il sentimento di madre, il dovere, la guida a prendere la decisione di affrontare gli eventi e così si reca da Federigo per chiedergli il falcone affinché possa donare sollievo al suo unico figlio.

L'incontro tra Monna Giovanna e Federigo

L’incontro è un racconto delicato quasi sussurrato, rispettoso di queste figure piene di patos, di pudore nel parlarsi di incontrarsi di nuovo, si avverte la gentilezza riservata dall’autore che accenna ai particolari, l’atmosfera di dignitosa povertà in cui avvolge Federigo, la distanza che mantengono nella conversazione, il rivolgersi in terza persona, ma utilizzando il nome quindi accorciando le distanze.

Il sacrificio del falcone

Nella meraviglia di Federigo “se mai io alcuna cosa valsi” ci sono i concetti del dolce stilnovo ma espressi nei modi dimessi e nella dimensione umana del personaggio, che difronte alla di lei venuta presso la sua dimora vede se stesso, si rende conto di quanto povero sia della vita misera che conduce, vede tutto ciò che per il di lei amore ha sperperato, avverte intorno a se la miseria, solo adesso che la donna attende di desinare alla sua mensa. Federigo perso, confuso, muovendosi da un parte all’altra della casa come un insensato, non ha nulla da offrire alla donna se non altro che il “il suo buon falcone”.

L’autore sottolinea quanto sia drammatico il gesto aggettivando il falcone con “buon”.

Organizza la tavola nei minimi dettagli, con tovaglie bianchissime, degne dell’ospite, e con fare gentile e accorto serve il pasto ben preparato.

Nel racconto si avverte che le parole sembrano irrompere nel silenzio che fa da contorno, quasi a voler rendere l’immagine pregna dei patimenti interiori dei personaggi che hanno pudore a proferire verbo e comunicare tanto sono presi dagli eventi che la vita gli ha riservato.

Lei rispettosa e riconoscente a Federigo per ciò che lui ha provato per lei che per dovere, non per crudeltà o durezza d’animo, non poteva accogliere, e adesso sempre per dovere di madre, per amore materno e costretta a lui chiedere ancora un sacrificio.

La generosità di Federigo e la reazione di Giovanna

Federigo appresa la richiesta sbotta in pianto sommesso. Spiega che non potrà avere il buon falcone così come lo ha chiesto, perché lei lo ha già avuto. Non avendo altro da offrirle lo aveva trasformato in un degno pasto, e di questo, dopo aver appreso la sua richiesta, non si dà pace.

La donna inerme difronte alla grande generosità del gesto, “per dar da mangiare ad una femmina ucciso un tal falcone”, resta senza parole e non potendo avere ciò che già ha avuto, “malinconosa si dipartì e tornossi al figliuolo”. Ritorna al capezzale del figlio che purtroppo non ce la fa e “di questa vita passò”.

La storia finisce con il ricongiungimento di queste due anime, come se la strada della vita le avesse tenute lontane per misurare la loro forza interiore, e dar loro modo di unirsi solo quando avessero maturato la coscienza di riconoscere l’una il valore dell’altra.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema centrale della novella di Federico degli Alberighi?
  2. Il tema centrale è l'amore non corrisposto e la generosità di Federico, che sacrifica il suo unico bene, un falcone, per la donna amata, Monna Giovanna.

  3. Come viene descritta la generosità di Federico?
  4. La generosità di Federico è paragonata alle gesta eroiche dei cavalieri, poiché dona il suo prezioso falcone per amore, dimostrando nobiltà d'animo.

  5. Qual è il ruolo di Monna Giovanna nella storia?
  6. Monna Giovanna è la donna amata da Federico, che si trova in un dilemma morale quando il figlio desidera il falcone di Federico, portandola a confrontarsi con i suoi sentimenti e il suo dovere di madre.

  7. Come reagisce Monna Giovanna al sacrificio del falcone?
  8. Monna Giovanna è colpita dalla generosità di Federico e, sebbene non possa ottenere il falcone per il figlio, riconosce il valore del gesto e si allontana malinconica.

  9. Qual è il significato del finale della storia?
  10. Il finale rappresenta il ricongiungimento di Federico e Monna Giovanna, suggerendo che le loro esperienze li hanno portati a riconoscere e apprezzare il valore reciproco, unendoli infine.

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