Concetti Chiave
- Boccaccio descrive la peste del 1348 a Firenze, evidenziando la devastazione fisica e sociale causata dall'epidemia.
- L'autore analizza dettagliatamente i sintomi della peste e il collasso dei legami sociali e civili nella città colpita.
- Il testo sottolinea come la peste porti alla rottura dei vincoli sociali e all'abbandono delle responsabilità civiche.
- Boccaccio introduce due possibili cause della peste: l'influenza degli astri e la punizione divina, senza preferire una spiegazione.
- La prosa solenne e architettonica di Boccaccio enfatizza la gravità della peste e prepara il lettore alla narrazione del Decameron.
Indice
Scenario di Morte e Disgregazione Sociale
L’introduzione alla prima giornata del Decameron si apre su uno scenario di morte: morte fisica, a causa dell’epidemia, e morte sociale, perché la peste del 1348 distrugge il rispetto delle leggi e la solidarietà tra le persone (qui esemplificata nella cura dei malati), due requisiti necessari per ogni comunità che voglia dirsi civile.
● l’improvvisa apparizione dell’epidemia e la sua rapida propagazione
● l’inefficacia dei rimedi umani
● le diverse reazioni di fronte alla morte incombente
● il venir meno dei legami umani, sociali e civili nella città appestata
Descrizione della Peste Nera
L’autore descrive la peste nera del 1348 proponendosi l’obiettivo della verosimiglianza.
Perciò indica con esattezza il tempo dell’epidemia (il 1348), il luogo (Firenze), l’origine del contagio e la sua rapida diffusione da est a ovest. Passa poi ad analizzare dettagliatamente i sintomi del morbo (raffigurati nei particolari più crudi) e si sofferma sulle reazioni degli uomini nella città appestata. Le persone sane cercano di sfuggire alla malattia in vari modi: alcuni scelgono di separarsi dal mondo esterno, costituendo una «lor brigata» (r. 66), cioè un gruppo di amici, e seguendo uno stile di vita morigerato e sobrio; altri, invece, decidono di darsi ai piaceri andando per la città a divertirsi, ridere e scherzare, oppure riunendosi nelle case altrui, dove si comportano da padroni. Tutti, in ogni caso, si tengono lontani dai malati, abbandonati al loro destino di morte. L’ultima parte del brano riguarda il cedimento morale degli abitanti di Firenze: l’autorità delle leggi pare annullata, nessuno si preoccupa più dei propri doveri e ciascuno fa quello che più gli piace.Effetti Morali e Civili della Pestilenza
L’introduzione alla prima giornata del Decameron si presenta come un resoconto dettagliato, quasi come la cronaca di una catastrofe di terribili proporzioni. Boccaccio si pone nell’ottica del testimone diretto («dagli occhi di molti e da’ miei […] veduto », rr. 45-46). Molto analitica risulta, dal punto di vista medico-scientifico, la descrizione dei sintomi della peste: l’autore riporta i dettagli crudamente realistici delle «enfiature» (r. 19), cioè le pustole che compaiono nell’inguine e sotto le ascelle dei malati, e delle macchie nere che si mostrano sulla pelle. Con pari attenzione, poi, Boccaccio si sofferma sugli effetti morali e civili che la pestilenza produce in città. Il male maggiore recato dalla pestilenza consiste nella rottura dei vincoli sociali:
• non ci si prende più cura degli appestati («e tutti quasi a un fine tiravano assai crudele, ciò era di schifare e di fuggire gl’infermi», rr. 61-63);
• si vive attendendo solo di morire e quindi distruggendo se stessi e dilapidando i propri averi («ciascun, quasi non più viver dovesse, aveva, sì come sé, le sue cose messe in abandono», rr. 78-80);
• non si rispettano più né il diritto di proprietà («le più delle case erano divenute comuni », r. 80) né i vincoli delle leggi («era la reverenda auttorità delle leggi […] quasi caduta e dissoluta tutta», rr. 83-85).
Nel brano lo sguardo dell’autore si concentra sempre più sugli sconvolgimenti recati dalla pestilenza ai rapporti tra gli abitanti di Firenze; quest’attenzione rivela il significato profondo dell’introduzione alla prima giornata. Infatti, nella città appestata, solo alcuni mantengono uno stile di vita che l’autore approva: sono coloro che si riuniscono in brigata e vivono «ogni lussuria fuggendo» (rr. 68-69). Tale maniera “civile” di fuggire il contagio anticipa il comportamento della «lieta brigata» dei dieci novellatori, che nelle pagine successive si ritroveranno nella chiesa di Santa Maria Novella e partendo da lì si rifugeranno per due settimane nel contado. Dunque, la rappresentazione del negativo (una città malata e soprattutto distrutta nelle sue relazioni) serve a far risaltare, per contrasto, l’opposta scelta che sarà compiuta dai dieci giovani. Il quadro così fosco dell’introduzione alla prima giornata prepara insomma la nuova ipotesi di vita, affidata alle cento novelle del libro. Da un cataclisma collettivo può rigenerarsi l’umanità e avere inizio un’era migliore.
Cause della Peste e Interpretazioni
Molto interessante è il cenno iniziale alle due possibili cause della peste (rr. 4-6). La prima, di natura scientifica (perlomeno secondo le convinzioni diffuse al tempo di Boccaccio), fa risalire il morbo all’influenza maligna degli astri. La seconda, di carattere morale e religioso, considera la pestilenza una punizione voluta da Dio per la malvagità degli uomini. Le due interpretazioni torneranno anche più avanti, in un punto del brano che non abbiamo antologizzato («tanta e tal fu la crudeltà del cielo, e forse in parte quella degli uomini»). Il narratore, di fatto, non vuole propendere né per l’una né per l’altra spiegazione. È un esempio di quello sguardo laico e problematico che Boccaccio conserverà per tutto il Decameron: difficile, se non impossibile per noi uomini, trovare davanti alle mille manifestazioni della realtà un significato unico, una causa certa.
La prima sequenza dell’introduzione è occupata da un unico vastissimo periodo, che presenta vari contenuti:
• il confronto tra la «fruttifera» incarnazione di Cristo e la «mortifera» azione della peste;
• le possibili cause della pestilenza e le sue origini «nelle parti orientali»;
• l’inarrestabilità del contagio e il suo terribile propagarsi. Ciò che spicca di più in questo primo periodo è però lo stile: solenne, architettonico, pienamente adeguato a due finalità: dare un inizio adeguato al libro e sottolineare la tragica calamità da narrare. Con l’aiuto della grafica mettiamo in evidenza la complessa struttura sintattica del testo, i suoi contenuti e la logica della loro costruzione
Domande da interrogazione
- Qual è lo scenario iniziale descritto nel Decameron riguardo alla peste del 1348?
- Come viene descritta la diffusione della peste nera nel testo?
- Quali sono gli effetti morali e civili della pestilenza secondo Boccaccio?
- Quali sono le cause della peste secondo le interpretazioni dell'epoca?
- Qual è il significato profondo dell'introduzione alla prima giornata del Decameron?
L'introduzione alla prima giornata del Decameron descrive uno scenario di morte fisica e sociale, con l'epidemia che distrugge il rispetto delle leggi e la solidarietà tra le persone.
La peste nera del 1348 è descritta con verosimiglianza, indicando il tempo, il luogo e l'origine del contagio, e analizzando dettagliatamente i sintomi e le reazioni degli abitanti di Firenze.
La pestilenza rompe i vincoli sociali, con l'abbandono dei malati, la distruzione dei beni personali e il crollo dell'autorità delle leggi, portando a un cedimento morale generale.
Le cause della peste sono attribuite all'influenza maligna degli astri e a una punizione divina per la malvagità umana, senza che il narratore propenda per una spiegazione definitiva.
L'introduzione evidenzia il contrasto tra la distruzione sociale causata dalla peste e la scelta di vita civile della "lieta brigata", anticipando una rigenerazione umana attraverso le novelle.