Concetti Chiave
- Nastagio degli Onesti, un giovane nobile di Ravenna, cerca di conquistare l'amore di una donna di rango più elevato attraverso feste e banchetti senza successo.
- Durante un soggiorno a Classe, Nastagio assiste a un'orribile visione di una donna inseguita da un cavaliere e due cani, una punizione divina per la crudeltà della donna e il suicidio del cavaliere.
- L'incontro con Guido degli Anastagi, il cavaliere dannato, rivela a Nastagio la pena eterna inflitta per l'amore non corrisposto e la crudeltà.
- Nastagio usa l'evento come exemplum in un banchetto per impressionare la donna amata, che, spaventata, accetta di sposarlo per evitare una simile sorte.
- La novella riflette i temi di fortuna e virtù, e il rapporto tra amore e punizione, evidenziando la laicità di Boccaccio e l'uso di exempla morali.
Qui viene riassunta la novella di Nastagio degli Oesti dal Decameron di Giovanni Boccaccio.
- Nastagio degli Onesti
- Donna amata da Nastagio (figlia di Paolo Traversari)
- Cavaliere scuro: Guido degli Anastagi
- Cavallo nero
- Cani
- Donna uccisa dal cavaliere
L'amore non corrisposto di Nastagio
Nastagio degli Onesti è un nobile di Ravenna che da giovane si ritrovò ricchissimo dopo aver ereditato gli averi del padre e dello zio; innamorato di una ragazza di una famiglia ancora più importante della sua, quella dei Traversa, per attirare la sua attenzione, spese i suoi averi in banchetti e feste per impressionarla (liberalità).
Ma la giovane non si mostrò mai interessata all'amore del ragazzo (donna crudele) e per questo lui più volte minacciò di suicidarsi, di odiarla o di lasciarla stare, ma mai riuscì nei suoi propositi.
Amici e parenti di Nastagio gli consigliarono di andarsene da Ravenna, in modo da dimenticare il suo amore inappagato e da non sperperare più ricchezze; il ragazzo, ormai consumato dall'amore, si trasferì a Classe, poco lontano dalla sua città.L'incontro con Guido degli Anastagi
Un venerdì alle 11.00 circa (gli altri giorni la pena veniva scontata negli altri luoghi in cui la donna fu crudele) all'inizio di maggio Nastagio, mentre pensava alla sua amata, vide nella pineta una ragazza correre nuda e in lacrime, inseguita da due cani che, non appena la raggiungevano, la mordevano e da un cavaliere, che la trafiggeva con una spada per poi, aprendole le schiena, prenderle il cuore e le interiora, dandoli in pasto ai cani. Nastagio (perfetto cavaliere) difese la fanciulla e apostrofò il cavaliere ma quest’ultimo gli chiese di non intromettersi anche perché quello che stava accadendo era per volere divino. Costui si presentò come Guido degli Anastagi e disse di provenire dalla stessa terra di Nastagio e gli raccontò di essere in realtà già morto per essersi suicidato (con la stessa spada con cui uccide la donna), e che rincorrere la ragazza era un modo per scontare la propria pena infernale. L'uomo si era infatti suicidato poiché la fanciulla non corrispondeva il suo amore; inoltre la donna era felice della sua morte e pertanto, per la sua crudeltà e il suo non pentimento andò all’inferno.
Nastagio degli Onesti vide quindi lo strazio del corpo della giovane da parte del cavaliere, al termine del quale i due furono costretti a ricominciare da capo il loro inseguimento, fino a scomparire. Nastagio organizzò un banchetto per amici e parenti il venerdì successivo, durante il quale si ripeté la scena straziante della settimana prima. La donna amata da Nastagio, impressionata, si ricordò dell'amore che il padrone di casa provava nei suoi confronti e, per paura di subire la stessa condanna, acconsentì immediatamente a sposare Nastagio, tramutando il proprio odio in amore.
- Probabilmente questa novella è una parodia dell’exemplum di Jacopo Passavanti
- Questa novella contiene un exemplum (per il banchetto e in particolare per la donna l’inseguimento è un exemplum)
- Non viene detto il nome della donna
- Ripetizione parola “crudeltà” (e simili)
- Ripetizione parola “piacere” (e simili)
- Nastagio – Anastagi à assonanza
- Colpa cavaliere: suicidio
- Colpa donna: crudeltà
- Il tema della caccia infernale è presente nel XIII canto dell’Inferno
- L’episodio (voluto da dio) avviene nella pineta tutti i venerdì alle 11.00 circa
- La pena è infernale
- Lo sconto della pena durerà tanti anni quanti furono i mesi in cui la donna fu crudele con il cavaliere
- Il banchetto organizzato da Nastagio offre un exemplum efficace
- Rapporto fortuna – virtù (ingegno)
- È un esempio della laicità di Boccaccio
Domande da interrogazione
- Qual è la trama principale della novella di Nastagio degli Onesti?
- Chi è Guido degli Anastagi e quale ruolo ha nella storia?
- Qual è il significato dell'incontro tra Nastagio e Guido degli Anastagi?
- Come reagisce la donna amata da Nastagio dopo aver assistito alla scena infernale?
- Quali temi principali emergono dalla novella di Nastagio degli Onesti?
La novella narra di Nastagio degli Onesti, un giovane nobile di Ravenna innamorato di una donna che non ricambia il suo amore. Dopo aver sperperato le sue ricchezze per impressionarla, si trasferisce a Classe. Qui assiste a una scena infernale in cui un cavaliere, Guido degli Anastagi, punisce una donna crudele. Questo evento porta la donna amata da Nastagio a cambiare idea e accettare di sposarlo.
Guido degli Anastagi è un cavaliere che appare a Nastagio nella pineta. È un'anima dannata che, dopo essersi suicidato per amore non corrisposto, è costretto a inseguire e punire la donna crudele che non lo amava. La sua storia serve da exemplum per la donna amata da Nastagio.
L'incontro rappresenta un exemplum di giustizia divina e punizione per la crudeltà e il suicidio. Serve a far riflettere la donna amata da Nastagio, spingendola a cambiare atteggiamento per evitare una simile condanna.
La donna, impressionata e spaventata dalla scena infernale, decide di accettare l'amore di Nastagio per evitare di subire la stessa sorte della donna punita da Guido degli Anastagi.
I temi principali includono l'amore non corrisposto, la giustizia divina, la crudeltà, il suicidio, e l'idea di exemplum come lezione morale. La novella esplora anche il rapporto tra fortuna e virtù, e riflette la laicità di Boccaccio.