Concetti Chiave
- Il Decameron di Boccaccio, scritto tra il 1348 e il 1352, rappresenta una trasformazione sociale in Europa, con una struttura di cento novelle incorniciate in una macronovella.
- L'opera intende conservare la memoria di Firenze, minacciata dalla peste, ritraendo la città dei mercanti e il suo sviluppo culturale.
- Boccaccio celebra la nuova borghesia mercantile e il commercio, veicolando un sentimento nostalgico verso il passato fiorentino.
- La novella è comico-realistica, differente dal realismo allegorico di Dante, e rappresenta idealisticamente la Firenze del 1300.
- I dieci narratori, sette donne e tre uomini, sono il filo conduttore delle novelle, offrendo diverse sfaccettature di narrazione.
Indice
La Struttura del Decameron
Il Decameron scritto tra il 1348 e il 1352, determina una profonda trasformazione del tessuto sociale europeo determinando vari cambiamenti; presenta una struttura articolata: le cento novelle sono inserite in una “cornice” che ha la forma di una macronovella.
Memoria di Firenze e Boccaccio
Scrive quest’opera la quale ha una finalità cioè quella di conservare la memoria di quanto a Firenze rischiava di essere spazzato via dalla pesta.
Boccaccio e la Borghesia Fiorentina
Quindi il Decameron rappresenta la volontà di conservare la memoria di Firenze del periodo in cui Boccaccio la vive ovvero quella della prima metà del 300’ che a Dante non sarebbe piaciuta perché in questo periodo si è sviluppata una nuova classe della borghesia ovvero i mercanti e Boccaccio era appunto figlio di questa nuova borghesia. In sostanza possiamo dire che Boccaccio avesse voluto, con il Decameron, scattare una foto della Firenze Regina dei commerci, crogiuolo, miscuglio di impulsi culturali provenienti dall’estero. Ed è appunto grazie pure allo sviluppo dei commerci che il greco si diffonde a Firenze. E lo fa celebrando le gesta dei “mercanti”. In Boccaccio narratore vi è quindi questo sentimento nostalgico nel guardare al passato. Boccaccio nella sua opera “costruisce”, contrapponendosi alla distruzione della peste nera, una realtà della cultura medioevale del 1300. Boccaccio ricostruisce ciò, lui vuole dare una rappresentazione idealistica di Firenze.
Realismo Comico di Boccaccio
La novella è di tipo comico-realistica perché comunque le sue intenzioni sono realistiche; mentre il realismo di Dante è allegorico, in Boccaccio vi è un realismo comico.
Narratori e Filo Conduttore
Le 100 novelle sono distinte tra di loro, ma richiedono di essere raccontate, cioè necessitano la presenza di narratori, che sono 10 e che ci presentano tante sfaccettature diverse: 7 donne e 3 uomini. Il filo conduttore che permette di unire le opere sono appunto questi narratori. Boccaccio gioca sempre con il greco richiamando l’opera di Sant’Ambrogio: “Exameron” ovvero 6 giorni trasformandola appunto in “Decameron”.
Domande da interrogazione
- Qual è la struttura del Decameron di Boccaccio?
- Qual è l'intento di Boccaccio nel conservare la memoria di Firenze?
- Come si caratterizza il realismo nel Decameron?
Il Decameron ha una struttura articolata con cento novelle inserite in una "cornice" che forma una macronovella, scritta tra il 1348 e il 1352.
Boccaccio intende conservare la memoria di Firenze minacciata dalla peste, rappresentando la città e la nuova borghesia mercantile del 1300.
Il realismo nel Decameron è comico, a differenza del realismo allegorico di Dante, e si manifesta attraverso le novelle raccontate da 10 narratori.