Concetti Chiave
- Fiammetta si rivolge esclusivamente alle donne lettrici, cercando compassione per il suo dolore amoroso, un tema centrale nel prologo del romanzo di Boccaccio.
- Boccaccio utilizza un raffinato gioco di specchi, dove si riflette sia in Fiammetta che in Panfilo, entrambi personaggi che rispecchiano esperienze personali dell'autore.
- L'opera rappresenta una trasformazione radicale nella concezione della donna, attribuendo a Fiammetta una complessa individualità e centralità narrativa.
- L'Elegia di madonna Fiammetta è caratterizzata da uno stile "triste", in cui la protagonista riflette profondamente sui suoi sentimenti di amore non corrisposto.
- Il romanzo si distingue per l'analisi dettagliata dei sentimenti, arricchito da riferimenti eruditi alla letteratura classica e al mito, evidenziando la sofferenza amorosa femminile.
Indice
L'invito alla compassione femminile
Analizziamo un passaggio del Prologo, all’inizio del romanzo: la protagonista-narratrice Fiammetta si rivolge alle donne lettrici, l’unico pubblico che desidera. Le invita a partecipare al suo personale dolore, perché, secondo lei (e quindi secondo Boccaccio), solo le donne sono capaci di vera compassione.
Il gioco di specchi di Boccaccio
All’inizio del romanzo Fiammetta si rivolge alle donne lettrici: cerca da loro pietà e compassione, poiché sa che dagli uomini riceverebbe solo scherno e risa. Annuncia che racconterà una vicenda dolorosa, intessuta di «misere lagrime… impetuosi sospiri… dolenti voci… tempestosi pensieri» (rr. 11-12). Il motivo della sofferenza è un amore non ricambiato, ma la novità dell’opera non consiste in questo, bensì nel raffinato gioco di specchi costruito dall’autore. Boccaccio è un po’ Panfilo e un po’ Fiammetta: come Panfilo è un giovane mercante che ha dovuto fare ritorno, da Napoli, a Firenze; e forse come Panfilo ha lasciato una donna innamorata nella città partenopea. Ma Boccaccio è anche Fiammetta: lui stesso ricorda di essere stato, a Napoli, lungamente innamorato di una nobildonna napoletana, probabilmente Maria d’Aquino, che non ricambiava il suo amore. Non solo: chiamava l’amata con il soprannome letterario (senhal) di Fiammetta.
La centralità di Fiammetta
Nel romanzo è però la donna a soffrire per un uomo che non ricambia i suoi sentimenti. Ciò che spicca di più è l’assoluta centralità concessa alla protagonista: uno scrittore uomo scrive assumendo un punto di vista femminile. Nella tradizione medievale la donna appariva quasi un oggetto passivo dell’amore maschile, un mezzo di elevazione spirituale per i poeti. Ora Boccaccio opera una trasformazione radicale: Fiammetta è una persona dotata di una propria individualità, che agisce, soffre, inganna e viene ingannata. Davvero una grande novità.
Struttura e tema dell'Elegia
L’Elegia di madonna Fiammetta è un romanzo in prosa scritto a Firenze nel 1343-1344 e strutturato in nove capitoli, preceduti da un Prologo. Si tratta di un lungo lamento della protagonista Fiammetta: è questa la ragione del titolo Elegia, termine con cui la retorica medievale definisce lo «stile triste» o «stile degli infelici».
Il dolore e l'erudizione di Fiammetta
Nel suo monologo in prima persona, Fiammetta, una nobildonna napoletana sposata, rievoca la dolorosa vicenda del suo amore per il giovane mercante fiorentino Panfilo. Inizialmente viene ricambiata da Panfilo, ma l’idillio finisce quando questi è richiamato a Firenze dal padre. Partendo, il giovane le assicura che tornerà a Napoli entro tre mesi, ma non manterrà mai la promessa. Fiammetta cade in un stato d’inconsolabile malinconia, gelosia e infelicità. Il finale rimane aperto: perché Panfilo non ritorna a Napoli? Forse deve rimanere a Firenze contro la sua volontà? Gli è accaduta qualche disgrazia? O, più semplicemente, si è innamorato di un’altra? Fiammetta non lo saprà mai, soffre soltanto, e noi con lei. Nel corso dell’opera, la protagonista analizza con cura i propri sentimenti, che alternano nostalgia, speranza e disillusione. Dialoghi e monologhi, riflessioni ed emozioni riempiono la trama. Boccaccio dà anche prova di profonda erudizione: un intero capitolo, l’VIII, è occupato dal confronto tra l’amore di Fiammetta e quelli dolorosi delle donne della letteratura classica e del mito.
Domande da interrogazione
- Qual è l'invito principale che Fiammetta rivolge alle lettrici nel Prologo?
- In che modo Boccaccio utilizza il "gioco di specchi" nel romanzo?
- Qual è la novità introdotta da Boccaccio nella rappresentazione della donna nel romanzo?
- Come è strutturata l'Elegia di madonna Fiammetta e qual è il suo tema principale?
- Quali sono i sentimenti principali che Fiammetta prova nel corso del romanzo?
Fiammetta invita le donne lettrici a partecipare al suo dolore personale, sostenendo che solo le donne sono capaci di vera compassione.
Boccaccio crea un raffinato gioco di specchi identificandosi sia con Panfilo, un giovane mercante, sia con Fiammetta, una donna innamorata, riflettendo le sue esperienze personali attraverso i personaggi.
Boccaccio concede assoluta centralità a Fiammetta, una protagonista femminile dotata di individualità, che agisce e soffre, rompendo con la tradizione medievale che vedeva la donna come oggetto passivo dell'amore maschile.
L'Elegia è strutturata in nove capitoli preceduti da un Prologo e si concentra sul lungo lamento di Fiammetta, caratterizzato da uno "stile triste" tipico della retorica medievale.
Fiammetta prova malinconia, gelosia e infelicità a causa dell'amore non ricambiato per Panfilo, alternando nostalgia, speranza e disillusione nei suoi monologhi e riflessioni.