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Concetti Chiave

  • Ariosto, nato a Ferrara, abbandonò gli studi di diritto per dedicarsi alla letteratura e influenzato da Pietro Bembo, divenne un intellettuale cortigiano di rilievo.
  • Le Satire di Ariosto, scritte in terzine dantesche, offrono una visione distaccata e ironica della vita cortigiana e delle debolezze umane, ispirandosi a Orazio.
  • Nel suo capolavoro, l'Orlando Furioso, Ariosto fonde la materia carolingia e arturiana, introducendo l'entrelacement, un complesso intreccio narrativo di vicende eroiche e amorose.
  • L'uso dell'ironia e dello straniamento in Ariosto permette un critico distacco e una riflessione sulla natura umana, abbassando la dignità eroica dei personaggi a una dimensione più umana.
  • Ariosto impiega una pluralità di voci e prospettive nel suo poema, esprimendo una visione del mondo variegata e complessa, senza mai imporre un unico punto di vista dominante.

Indice

  1. Ludovico Ariosto
  2. Al servizio del Duca Alfonso
  3. La figura di Ariosto - tra realtà e trasfigurazione letteraria
  4. Le Satire
  5. Temi centrali delle Satire
  6. Stile delle Satire
  7. L'Orlando furioso
  8. Materia dell'Orlando furioso
  9. Pubblico destinatario dell'Orlando furioso
  10. Intreccio
  11. Parigi
  12. Inchiesta - ricerca dell'oggetto del desiderio
  13. Spazio
  14. Differenze tra la struttura della Divina commedia di Dante e l'Orlando furioso di Ariosto
  15. Tempo
  16. Struttura narrativa
  17. Dalla struttura aperta a quella chiusa
  18. Significato della materia cavalleresca
  19. Valore simbolico della narrazione
  20. Ironia, straniamento e abbassamento
  21. Personaggi idealisti e personaggi pragmatici
  22. Pluralismo prospettico
  23. Pluralità di voci
  24. Lingua e metrica

Ludovico Ariosto

Ludovico Ariosto opera per tutta la vita nell’ambiente della corte e rappresenta la tipica figura dell’intellettuale cortigiano.
Nasce a Reggio Emilia nel 1474 da una famiglia di nobili origini. Nel 1484 la famiglia si trasferisce a Ferrara. Per obbedire alla volontà del padre, seguì per un periodo i corsi di Diritto all’Università di Ferrara, ma abbandonò presto tali studi per dedicarsi alla sua formazione letteraria. Strinse un forte legame con Pietro Bembo da cui fu influenzato dal punto di vista linguistico (= poesia in volgare).
Cominciò a frequentare la corte del duca Ercole I d’Este, ma nel 1500 il padre morì così Ariosto dovette occuparsi del patrimonio familiare, assumendo la tutela dei fratelli. Infatti, per far fronte alle nuove necessità economiche, Ariosto dovette accettare delle cariche ufficiali come quando entrò al servizio del cardinale Ippolito. Ma assunse anche la veste di chierico, godendo di rendite ecclesiastiche. Nel mentre, cominciò a scrivere le Satire in cui parla di come questo tipo di incarichi gli sembrava inadatto alla sua dignità di letterato. Poiché si occupa degli spettacoli di corte scrive due commedie: La Cassaria (1508) e I suppositi (1509). I suoi modelli classici sono gli autori del teatro latino, in particolare Plauto.

Al servizio del Duca Alfonso

Nel 1516 pubblicò la prima edizione dell’Orlando Furioso e la dedicò al cardinale Ippolito che non apprezzò l’opera. Però il cardinale dovette trasferirsi e Ariosto si rifiutò di seguirlo così passò al servizio del duca Alfonso. Quest’ultimo gli affidò il compito di governatore della Garfagnana, una regione infestata da banditi. Con ciò Ariosto dimostrò di possedere grandi abilità politiche. Tornato a Ferrara riprese a scrivere delle commedie (La Lena e Il Negromante) e lavorò alla revisione dell'Orlando Furioso. Morì nel 1533.

La figura di Ariosto - tra realtà e trasfigurazione letteraria

Nelle Satire Ariosto lascia di sé l’immagine di un uomo amante della vita sedentaria (= si allontana dalla vita pratica), ma si tratta di un’immagine letteraria. Infatti, Ariosto fu un uomo saggio che manifestò grandi doti politiche e diplomatiche. Il poeta desiderava vivere un’esistenza quieta perché sapeva che quello era l’unico modo possibile per difendere la propria libertà di individuo. Ariosto indaga con grande intensità la natura degli uomini, analizzando ogni aspetto della realtà sociale e dei comportamenti umani.

Le Satire

Le Satire, scritte tra il 1517 e il 1525, ma pubblicate solo dopo la morte del poeta nel 1534, costituiscono una chiave preziosa per una corretta interpretazione dell’Orlando Furioso. Le rime sono incatenate (A – B – A / B – C – B).
Ariosto scrisse sette satire in terzine dantesche e in forma di lettere.
Sceglie come modello principale Orazio, i cui componimenti erano impostati come una conversazione libera. Ariosto si sente molto vicino a Orazio perché condivide il suo ideale di una vita quieta ma indipendente da ogni servitù.

La struttura di questi componimenti è della chiacchierata alla buona che tratta di vari argomenti in modo spontaneo. Ad esempio:

  • Satira I: l’autore spiega la ragione per cui ha rifiutato di seguire in Ungheria il cardinale Ippolito;
  • Satira VI: l’autore chiede a Pietro Bembo consigli per l’educazione del figlio Virginio e prova rammarico per non aver approfondito la conoscenza della lingua greca.

L’atteggiamento dell’autore, nelle Satire, è distaccato e ironico e non raggiunge mai punte di asprezza polemica. L’autore è tollerante perché è consapevole delle debolezze degli uomini e dei limiti che abbiamo dentro di noi. Il poeta ha anche una visione pessimistica della vita e dei tempi.

Temi centrali delle Satire

I temi centrali delle Satire sono:
  • la condizione dell’intellettuale cortigiano e ilimiti che pone alla libertà dell’individuo;
  • l’aspirazione ad una vita quieta;
  • la follia degli uomini che si danno ad inseguire oggetti vani (= fama e ricchezza).

Stile delle Satire

Lo stile è colloquiale e impiega modi di dire della lingua parlata.
Nel verso si prediligono le fratture e le pause che avvicinano il verso stesso alla prosa.

L'Orlando furioso

Nel 1505 Ariosto mise mano all’Orlando furioso.
La materia cavalleresca era molto amata nelle corti(ES. Orlando Innamorato di Boiardo). Ariosto riprende la narrazione dal punto in cui Boiardo l’aveva interrotta. L’opera ebbe diverse revisioni, l’ultima nel 1532 dal punto di vista linguistico (1516: 1° edizione; 1521: 2° edizione).
Nella prima e seconda edizione utilizzò la lingua cortigiana già impiegata da Boiardo. Nella terza edizione adeguò la lingua ai canoni classicistici fissati da Bembo nel 1525 (= lingua pura e levigata).
Questa revisione linguistica rivela un profondo cambiamento nella prospettiva culturale del poeta.

Materia dell'Orlando furioso

Nell’opera viene attuata una fusione tra materia carolingia e arturiana, in cui hanno molto rilievo il motivo amoroso, fiabesco e meraviglioso.
Ariosto, però, introduce una novità: fa diventare Orlando pazzo per amore.

Pubblico destinatario dell'Orlando furioso

Ariosto vede la sua opera come un’opera di intrattenimento, indirizzata ad un pubblico di persone colte. Ma l'Orlando furioso era pensato già per una diffusione attraverso la stampa. Così il pubblico è di tipo nazionale, formato dall’insieme delle persone colte che formano una corte ideale.

Intreccio

Nell'Orlando furioso si intrecciano le vicende di molti eroi; Ariosto, come Boiardo, interrompe improvvisamente la narrazione per narrare la vicenda di un altro personaggio. Il cosiddetto entrelacement, ovvero intreccio aggrovigliato.
I fili narrativi sono:
  • guerra tra Carlo magno e Agramante;
  • l’amore di Orlando per Angelica;
  • le vicende di Ruggiero e Bradamante.
La guerra tra mori e cristiani è il nucleo centrale dell’intreccio intorno a cui ruotano tutte le altre vicende.

Parigi

Parigi è il punto di riferimento essenziale perché i personaggi partono da questo luogo o vi fanno ritorno. Anche se non esiste un vero centro poiché prevale la spinta centrifuga (= allontanamento dei personaggi in tutte le direzioni).

Inchiesta - ricerca dell'oggetto del desiderio

L’inchiesta assume un carattere del tutto laico, tutti i personaggi, infatti, ricercano qualcosa di concreto. Anche se il desiderio è vano e gli oggetti appaiono irraggiungibili (la ricerca è fallimentare). Quest’inchiesta emerge fin dal primo canto, che è percorso da un movimento incessante con la fuga di Angelica (vero e proprio simbolo degli oggetti del desiderio che deludono). Ariosto impegna i suoi personaggi in un movimento circolare e ripetitivo.
La vana ricerca degli oggetti del desiderio costituisce per i personaggi un “errore” in senso materiale o in senso morale.

Spazio

Lo spazio è vastissimo poiché la vicenda è costituita dal movimento incessante dei personaggi alla ricerca degli oggetti del desiderio. Ci sono delle congruenze/differenze tra Dante e Ariosto:

Differenze tra la struttura della Divina commedia di Dante e l'Orlando furioso di Ariosto

In Dante troviamo:
  • spazio verticale;
  • contrapposizione di valori (alto - basso, terra - cielo);
  • continuo movimento (viaggio di Dante che avviene dal basso verso l'alto = liberazione dal peccato);
  • mentalità religiosa;
  • movimento lineare e unico (viaggio voluto da Dio).

In Ariosto troviamo:

  • spazio orizzontale;
  • dimensione terrena (viaggio di Ariosto -> la Luna è il complemento della Terra);
  • movimento circolare e infiniti movimenti da parte di infiniti personaggi;
  • concezione laica;
  • spazio aperto al desiderio;
  • domina l'azione imprevedibile della Fortuna;
  • visione pessimistica contro la lotta con la Fortuna.

Tempo

Il tempo non è lineare ma aggrovigliato perché il poeta torna continuamente indietro a riprendere fili narrativi che aveva lasciato in sospeso. In questo modo emerge l’idea di un mondo molteplice.

Struttura narrativa

L’irraggiungibilità degli oggetti desiderati dà origine ad una struttura narrativa divagante. La materia romanzesca tende ad espandersi all’infinito senza arrivare mai ad una conclusione. Infatti, l’ampliamento infinito dello spazio corrisponde all’ampliamento infinito del tempo.

Ordine e armonia
L’impressione è che il poema è sinonimo di disordine e caos, ma invece l’immagine che si ricava è quella di un cosmo ordinato e armonico.

  • [b]entrelacement: continuo intrecciarsi delle vicende, questo elemento non dà mai il senso di un accostamento casuale ma viene inserito in un disegno organizzato;
  • simmetrie ad esempio, Orlando – Bradamante, Orlando – Ruggiero, Orlando – Rodomonte che cadono in preda ad una follia e si allontanano dal campo venendo meno ai loro doveri, Olimpia – Angelica che sono esposte come prede all’orca marina ma vengono salvate.

Dalla struttura aperta a quella chiusa

La materia cavalleresca dà l’impressione di una struttura aperta ma in realtà i tre principali temi arrivano ad una conclusione:
  • la guerra tra Mori e Cristiani (sconfitta dei Mori);
  • Angelica sposa Medoro e Orlando riacquista il senno;
  • Ruggiero sposa Bradamante.

La struttura aperta, in un certo punto dell’intreccio, inizia a sostituirsi ad una struttura più complessa e chiusa. Nella seconda parte del poema, l’entrelacement si fa più raro e predominano le sequenze narrative più lunghe e la ricerca intellettuale.
L’uomo, nella realtà, va incontro alla delusione, all’errore, invece nell’universo della finzione può trovare un risarcimento a questo fallimento.

Significato della materia cavalleresca

La materia cavalleresca è l’insieme dei contenuti che si legano al romanzo cavalleresco. La scelta della materia dell’opera è dettata dal piacere di narrare belle storie romanzesche.
Lanfranco Caretti afferma che la materia dell'Orlando furioso è costituita da una moderna concezione della vita e dell’uomo, mostrando Ariosto come un acuto osservatore della realtà.

La materia cavalleresca viene, però, elaborata in maniera differente da Boiardo e da Ariosto:

  • Boiardo -> i valori cortesi erano ancora praticabili, se venivano rivisti in chiave più moderna;
  • Ariosto -> non crede nell’attualizzazione del mondo cavalleresco, per lui è un mondo lontano che si può solo desiderare.

Valore simbolico della narrazione

I personaggi e le avventure cavalleresche descritte nel poema diventano simbolo di diversi comportamenti umani o dei vari aspetti della realtà.
Un esempio è il Palazzo di Atlante, la materia cavalleresca diventa simbolo del carattere ingannevole della realtà che delude gli uomini.

Ironia, straniamento e abbassamento

Caratteristiche del poema sono anche:
  • l'ironia: non nasce dall’indifferenza per la materia e non consente di evadere da una dimensione immaginaria, è il mezzo che rende possibile l’atteggiamento critico di Ariosto nei confronti degli uomini e del mondo
  • ;
  • lo straniamento è la tecnica con cui si ottiene l’effetto ironico e che erve ad impedire al lettore di immedesimarsi nel mondo narrato e a riflettere con un atteggiamento critico;
  • l'abbassamento con questa tecnica Ariosto si limita ad abbassare la dignità eroica dei personaggi facendo emergere solo uomini e donne comuni con i loro errori (oggettività dei fatti, uso di paragoni e similitudini). Questo procedimento è un punto di avvio della riflessione sulla natura del reale e sul comportamento degli uomini.

Personaggi idealisti e personaggi pragmatici

I personaggi possono essere:
  • idealistici: Ariosto mostra un atteggiamento critico nei confronti dei personaggi più sublimi, quelli fedeli ai loro ideali, come Orlando la cui fedeltà ad Angelica è assoluta tanto da diventare pazzo per lei; Ariosto celebra la loro virtù ma anche i loro limiti (-> virtù destinata alla sconfitta), perciò, gli esiti dell’idealismo sono fallimentari;
  • pragmatici: Ariosto introduce anche dei personaggi più flessibili a conformarsi al reale che non si ostinano a inseguire un oggetto specifico, anzi si accontentano di oggetti sostitutivi e meno elevati. Ad esempio, Mandricardo incontra Doralice, abbandona la ricerca di Orlando e si accontenta di godere delle grazie della donna.
Il contrasto tra realismo e idealismo crea un effetto ironico, in cui l’autore non si identifica mai completamente con una prospettiva.

Pluralismo prospettico

Si viene a creare un pluralismo prospettico perché nel poema nessuna certezza è mai definitiva. Nel corso della narrazione diversi modi di giudicare un fatto possono alternarsi, senza imporre un giudizio finale.

Pluralità di voci

Nel poema si manifestano varie voci e quindi varie prospettive sulla realtà, senza che l’autore fissi una prospettiva privilegiata. Attraverso questa pluralità di prospettive, Ariosto riesce ad esprimere la sua visione di un mondo infinitamente vario.

Lingua e metrica

Il criterio linguistico per la terza redazione è quello proposto da Pietro Bembo.
La lingua è variegata e multiforme, ma anche se prevale questa varietà non si avvertono mai urti tra i diversi livelli.
La metrica utilizzata è l’ottava, il metro tradizionale della poesia cavalleresca ma essa non possiede più la ripetitività monotona. A seconda della materia trattata l’ottava può avere diverse impostazioni: colloquiale, solenne e
vibrante.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo di Ludovico Ariosto nella corte e come ha influenzato la sua carriera letteraria?
  2. Ludovico Ariosto ha operato come intellettuale cortigiano, influenzato da Pietro Bembo, e ha lavorato al servizio del Duca Alfonso, dimostrando abilità politiche e diplomatiche. La sua esperienza a corte ha influenzato la sua produzione letteraria, come le Satire e l'Orlando Furioso.

  3. Quali sono i temi principali trattati nelle Satire di Ariosto?
  4. Le Satire di Ariosto trattano temi come la condizione dell'intellettuale cortigiano, l'aspirazione a una vita quieta e la follia degli uomini che inseguono oggetti vani come fama e ricchezza. L'autore adotta un tono distaccato e ironico, consapevole delle debolezze umane.

  5. Come si caratterizza lo stile dell'Orlando Furioso e quali sono le sue innovazioni narrative?
  6. L'Orlando Furioso si caratterizza per uno stile colloquiale e l'uso di fratture e pause nel verso. Ariosto introduce l'entrelacement, un intreccio complesso di vicende, e una fusione tra materia carolingia e arturiana, con un focus su temi amorosi e meravigliosi.

  7. In che modo Ariosto utilizza l'ironia e lo straniamento nel suo poema?
  8. Ariosto utilizza l'ironia per mantenere un atteggiamento critico verso il mondo e gli uomini, mentre lo straniamento impedisce al lettore di immedesimarsi completamente, favorendo una riflessione critica. L'abbassamento riduce la dignità eroica dei personaggi, mostrando la loro umanità.

  9. Qual è il significato della pluralità di voci e prospettive nell'opera di Ariosto?
  10. La pluralità di voci e prospettive nell'opera di Ariosto esprime una visione del mondo infinitamente vario, senza imporre una prospettiva privilegiata. Questo pluralismo prospettico permette di alternare diversi modi di giudicare i fatti, senza giungere a un giudizio finale definitivo.

Domande e risposte

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