Concetti Chiave
- Il palazzo incantato di Atlante è una metafora dell'esistenza umana, dove la realtà è mascherata dalle apparenze e gli individui inseguono illusioni.
- Ogni personaggio è attirato nel castello seguendo il simulacro del proprio desiderio, senza mai riconoscersi o raggiungere l'obiettivo.
- I campi semantici di "parere" e "vano" dominano il testo, sottolineando l'inutilità e la vanità delle ricerche dei personaggi.
- L'uso frequente di verbi di movimento e avverbi di luogo crea un senso di caos e vaghezza spaziale, riflettendo la confusione umana.
- Atlante agisce come contro-narratore, opponendosi al progresso della storia e facendo apparire illusioni di successo ai personaggi.
Indice
Il Palazzo Incantato di Atlante
Dopo tantissime avventure, Orlando, che aveva abbandonato il campo cristiano per andare anch’egli alla ricerca di Angelica, e altri protagonisti del poema, si ritrovano in vario modo attirati in un palazzo incantato, attuato da Atlante, un mago musulmano, per sottrarre Ruggiero al suo destino.
Lo scopo del mago è di impedire le nozze fra Ruggiero (saraceno) con Bradamante (cristiana). Dall’unione dei due avrà origine la casata degli Estensi, ma anche la fine tragica del giovane. Il castello è il regno dell’inganno in cui la realtà viene nascosta dalle apparenze. Per estensione, il castello di Atlante ci rimanda all’immagine della selva del primo conto, perché entrambe costituiscono una metafora dell’esistenza umana.Le Parole Chiave del Testo
Le “parole calde” del testo sono: amore, castello, cavaliere, donna, incantesimo, “inchiesta”, magia. La parola “inchiesta” ha bisogno di una spiegazione. Essa significa “ricerca”, senso derivato dal francese “quête” = ricerca e usato frequentemente nei poemi cavallereschi.
Caratteristiche del Palazzo
Il palazzo a due caratteristiche:
1) Ogni personaggio è attirato e si aggira dentro l’edificio inseguendo il simulacro dell’oggetto dei propri desideri
2) Tutti personaggi si spostano ovunque all’interno del castello, ma non si possono mai riconoscere.
Il Concetto di Vanità e Movimento
Nel testo prevalgono i campi semantici che si ricollegano al concetto del “parere” e del “vano”. Il verbo “parere” è uno dei termini che compare più spesso. Ripetuti sono anche i termini “vano” e “invano”. Importanti sono anche l’ ambiguità e il gioco linguistico presente all’inizio della 12.a ottava: “Tutti cercando il van” che significa “tutti lo vanno percorrendo” ma che non può non riecheggiare il motivo della vanità. Ripetuti sono i verbi di moto (andare, venire, tornare, errare cercare, che è il tempo tipico dell’ “inchiesta”) ed espressioni che indicano l’aggirarsi senza meta e in modo caotico dei personaggi. Frequenti sono anche i sintagmi che indicano relazioni spaziali (di sopra….. fondo / dentro e d’intorno / corre di qua, corre di là / di su di giù, / or quindi or quinci). In ogni caso, gli avverbi luogo contribuiscono a rendere più vago lo spazio perché non esprimono mai con precisione l’ambiente della ricerca. Ripetuta con lievi variazioni è anche l’espressione “quattro volte e sei” che indica l’iterazione del “cercare” di Orlando e di Ruggiero. Il palazzo di Atlante è spesso associato a termini come “inganno”, “intrico”, “incanto”.
La Visione Laica di Ariosto
Nel complesso la situazione è intricata e non esistono ipotesi di soluzioni: il vivere umano, per Ariosto non ha alcuna soluzione religiosa (come, invece avviene in Dante) e questo ci sta ad indicare che la visione del mondo ariostesco è totalmente laica.
Alla figura di Atlante, lo scrittore attribuisce il ruolo ha di contro-narratore, cioè colui che si oppone al narratore adoperandosi affinché l’azione non vada avanti. Infatti, se da un lato il narratore prolunga il racconto, poiché le ricerche dei personaggi non arrivano ad alcun scopo, Atlante, invece fa apparire davanti ai personaggi l’illusione di aver raggiunto l’oggetto del desiderio. In fin dei conti, il palazzo di Atlante non è altro che l’immagine in scala ridotta del poema dell’Ariosto, in cui tutti si muovono in ogni direzione, ma invano.
Domande da interrogazione
- Qual è lo scopo del Palazzo Incantato di Atlante?
- Quali sono le caratteristiche principali del Palazzo Incantato?
- Come si manifesta il concetto di vanità nel testo?
- Qual è la visione del mondo di Ariosto rispetto a quella di Dante?
- Qual è il ruolo di Atlante nel poema?
Il palazzo è creato da Atlante per sottrarre Ruggiero al suo destino e impedire le nozze con Bradamante, evitando così la nascita della casata degli Estensi e la fine tragica di Ruggiero.
Il palazzo attira i personaggi che inseguono il simulacro dei loro desideri e li fa muovere senza mai riconoscersi, creando un regno di inganno e apparenze.
Il concetto di vanità è espresso attraverso termini come "parere", "vano" e "invano", e attraverso l'uso di verbi di moto che indicano un movimento caotico e senza meta.
Ariosto presenta una visione laica del mondo, senza soluzioni religiose, a differenza di Dante, e il palazzo di Atlante simboleggia l'illusione e l'inganno della vita umana.
Atlante è un contro-narratore che si oppone al narratore, creando illusioni per i personaggi e impedendo che l'azione progredisca, riflettendo l'inutilità delle loro ricerche.