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Concetti Chiave

  • L'interpretazione della stanza 8 del Canto 42 dell'Orlando Furioso è stata oggetto di dibattito per anni, con diverse letture proposte.
  • La nuova interpretazione proposta si concentra sul ruolo centrale di Orlando, il cavallier d'Anglante, come soggetto principale.
  • L'inciso "come di piè all'astor sparvier mal vivo" è considerato concluso in sé, senza collegamenti diretti ai versi successivi.
  • Il termine "a cui" è riferito a Brandimarte e non ai due uccelli né ad Agramante, contrariamente alle interpretazioni tradizionali.
  • "Invido o stolto" descrive Agramante, invidioso o sciocco per aver sottovalutato Brandimarte, secondo la nuova lettura.

L'interpretazione di questa stanza dell'Orlando Furioso è controversa.

Ne propongo una nuova che mi pare risolva il tutto in maniera semplice.

Indice

  1. Sintesi delle letture storiche
  2. Interpretazioni alternative
  3. Proposta di una nuova lettura

Sintesi delle letture storiche

Ottima sintesi delle varie letture date nel corso degli anni è fornita da Pietro Papini nell'edizione da lui commentata del 1916, nella nota al verso 42, 8, 5, che riporto dopo i versi dell'Ariosto, se qualcuno volesse leggerla.

I versi:

7

...

tal la spada, d'ogni altra più tagliente,

stringe con ira il cavallier d'Anglante:

il primo che trovò, fu ’l re Agramante;

8

che sanguinoso e de la spada privo,

con mezzo scudo e con l’elmo disciolto,

e ferito in piú parti ch’io non scrivo,

s’era di man di Brandimarte tolto,

come di piè all’astor sparvier mal vivo,

a cui lasciò alla coda invido o stolto.

Orlando giunse, e messe il colpo giusto

ove il capo si termina col busto.

La nota del Papini:

8.

5. Come di piè ecc. È questo uno dei luoghi più difficili e più tormentati del Furioso. Intanto dobbiamo stabilire che la lezione è corretta, e devesi rigettare ogni lezione diversa proposta dagli antichi editori e accettata da alcuni moderni. La concordia delle tre edizioni curate dall'A. esclude ogni errore. Ciò posto, il luogo mi sembra da intendere così: come di piè all'astore si toglie mal vivo uno sparviero, al quale sparviero un cacciatore, o per invidia (della preda fatta dallo sparviero altrui) o per una ragione stolta qualsiasi (come sarebbe per giuoco, per provarne la forza, per inavvertenza ecc.) abbia lasciato andar dietro (lasciato alla coda) quell'astore. — In questa interpretazione il relativo a cui ha il suo riferimento, naturale e più semplice, a sparviero. Quanto all'espressione lasciò alla coda io la intendo per lo lasciò alla coda. Sono moltissimi nel Furioso i luoghi, dove è omessa la particella pronominale. Si confrontino specialmente c. II, 49, 3; III, 49, 2; X, 7, 7, nei quali esempi non è certo meno ardita che qui l'omissione del pronome. Il modo poi lasciare alla coda per mandar dietro, è tutt'altro che oscuro; né è più ardito di altri, come levare assalti (XVII, 81), cavalier celeste (II, 55); Ecuba conversa in rabbia (X, 34) ecc. Il Boiardo, Inn. III, IX, 17: «(Un cervo) venne presso a Fiordispina un cubito Sì che appunto alla coda (dietro) i can gli scapola (gli manda)». Si osservi poi come con questa interpretazione si corrispondano perfettamente i termini e le parti della comparazione: Brandimarte è l'astore, dalle cui zampe esce malconcio Agramante (lo sparviero) di forza minore, e che per sua sfortuna si trovò ad essere assalito da quel potente. L'invido o stolto, riferito a un uccellatore, riman fuori dei termini della comparazione ed è soltanto un elemento descrittivo e complementare, che giova e non nuoce alla nostra interpretazione.

Interpretazioni alternative

Le interpretazioni, che altri danno, si riducono a tre: 1. Come uno sparviero si toglie mal vivo di piè all'astore, al quale un uccellatore invido o stolto lasciò andar dietro lo sparviere stesso. In questa interpretazione vi è, senza bisogno, il riferimento forzato e non naturale del pronome a cui all'astore; e la conseguente confusione dei termini della comparazione, perché, mentre così è lo sparviero mandato dietro all'astore ad assalirlo, dall'altro lato è Brandimarte che assale, e Agramante è lo sparviero assalito e vinto. 2. Come uno sparviero si toglie mal vivo di piè all'astore, al quale si lasciò andar dietro (andò dietro) invido della sua preda; o stolto perché non conobbe la sua inferiorità. In questa interpretazione vi è lo stesso riferimento sforzato del pronome a cui; e la stessa confusione dei termini della comparazione, come abbiamo notato sopra. Di più sottintendere il pronome è più raro nel Furioso, che sottintendere il pronome lo la li ecc. Ne abbiamo, se non erro, quattro soli esempi, (XIV, 68; XXV, 43; XXXVI, 63; XL, 43) mentre dell'altra omissione ne abbiamo diecine. Inoltre o stolto che cosa può voler dire per un uccello di rapina? Uno sparviero qual motivo poteva avere, oltre l'invidia della preda, per lanciarsi contro un astore? E questa distinzione di sentimenti non sarebbe eccessiva in un uccello? 3. Il Raina (Fonti) propose di far punto a mal vivo e di riferir l'altro verso ad Agramante, intendendo: Orlando giunse a colui (ad Agramante), cui aveva lasciato alla coda (che era rimasto dietro agli altri) o perché invidioso della potenza d'Orlando, o perché, stolto, non lo credeva degno del suo paragone. Ma a questa interpretazione osta la punteggiatura, che nelle tre edizioni è quale l'abbiamo riportata, e più ancora il senso. Non è vero che Agr. si tenesse indietro da Orlando, infatti nel primo scontro si attacca con Oliviero, subito dopo è assalito da Brandimarte. Orlando poi è sempre così impegnato con Gradasso e Sobrino, che non sapremmo dire come e quando Agramante avrebbe potuto, anche volendo, attaccarsi con lui. — Alcuno pensò a significati tecnici speciali, che il verbo lasciare avesse allora nell'uso della caccia, ma né scrittori, né commentatori antichi parlano di ciò. E d'altra parte è ipotesi, oltreché gratuita, non necessaria.

Proposta di una nuova lettura

Secondo la mia interpretazione abbiamo che:

- la stanza 8, la cui frase principale inizia già all'ultimo verso della precedente, poggia tutta su quel cavallier d'Anglante (Orlando) del v. 7, st. 7, che infatti torna d'imperio anche al v. 8, sia pure come soggetto di una subordinata;

- come di piè all'astor sparvier mal vivo è un inciso in sé concluso, che non ha seguito nel verso seguente;

- il relativo a cui si riferisce a Brandimarte (!), quindi non ad uno dei due uccelli né ad Agramante;

- il soggetto, sottinteso ma fortemente intuito, di lasciò alla coda è sempre il cavallier d'Anglante, e non un presunto cacciatore invido o stolto né, peggio ancora, uno dei due uccelli;

- invido o stolto si riferisce ad Agramante, a come Orlando lo aveva lasciato andar dietro al suo amico Brandimarte: invidioso dei successi di quest'ultimo (fino a quel momento, perché poi anche Brandimarte non avrà fortuna) o stolto, perché sottovalutava la potenza del medesimo.

Pertanto la lettura che propongo è:

Con questa lettura tutti i versi appaiono chiari e sufficienti, senza bisogno di fantasiose interpretazioni, magari tecnico-specialistiche, o invenzioni di cacciatori non richiesti.

Davvero per secoli non si è pensato a Brandimarte?

A cura di Graziano Guarda - Montebello Vicentino, 2020

Domande da interrogazione

  1. Qual è la controversia principale nell'interpretazione della stanza dell'Orlando Furioso discussa nel testo?
  2. La controversia principale riguarda l'interpretazione di un passaggio complesso e tormentato del Furioso, in particolare il significato e il riferimento del pronome "a cui" e l'espressione "lasciò alla coda".

  3. Quali sono le interpretazioni storiche principali di questo passaggio?
  4. Le interpretazioni storiche principali si dividono in tre: una che vede lo sparviero mandato dietro all'astore, un'altra che sottintende un pronome e una terza proposta da Raina che modifica la punteggiatura e il riferimento del pronome.

  5. Qual è la nuova interpretazione proposta nel testo?
  6. La nuova interpretazione suggerisce che il pronome "a cui" si riferisca a Brandimarte e non agli uccelli o ad Agramante, e che "invido o stolto" si riferisca ad Agramante, invidioso o stolto nei confronti di Brandimarte.

  7. Quali sono le critiche mosse alle interpretazioni alternative?
  8. Le critiche includono il riferimento forzato del pronome "a cui", la confusione dei termini della comparazione, e l'idea che un uccello possa avere sentimenti complessi come l'invidia o la stoltezza.

  9. Perché l'autore ritiene che la sua interpretazione sia più chiara?
  10. L'autore ritiene che la sua interpretazione sia più chiara perché elimina la necessità di interpretazioni fantasiose o tecniche, e rende i versi comprensibili e coerenti senza inventare elementi non richiesti.

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