Concetti Chiave
- Orlando, travolto dalla disperazione per un amore perduto, fugge nella foresta per sfogare la sua angoscia lontano dagli occhi di tutti.
- Il conte vaga nel bosco per tutta la notte, ritornando al luogo dove Medoro aveva inciso l'epigramma, che riaccende in lui un intenso odio e furore.
- Accecato dalla rabbia, Orlando distrugge la scritta e il sasso, lanciando schegge fino al cielo, mentre la natura circostante diventa testimone della sua furia.
- La fonte un tempo limpida viene resa torbida dalla sua collera, con rami e sassi che sconvolgono le acque fino a renderle impure.
- Esausto e sopraffatto dal suo stesso odio, Orlando crolla infine sul prato, rivolgendosi al cielo con un sospiro di rassegnazione.
La Disperazione di Orlando
L’episodio è uno dei più famosi del poema. Orlando , incapace di accettare una realtà per lui troppo dolorosa , viene preso dalla disperazione . Fugge senza aspettare l’alba e si inoltra nella foresta. Una volta solo, lontano dalla casa dove Angelica e Medoro avevano vissuto il loro amore, dà sfogo al suo immenso dolore.
Pel bosco errò tutta la notte il conte;
e allo spuntar de la diurna fiamma
lo tornò il suo destin sopra la fonte
dove Medoro isculse l'epigramma.
Veder l'ingiuria sua scritta nel monte
l'accese sì, ch'in lui non restò dramma
che non fosse odio, rabbia, ira e furore;
né più indugiò, che trasse il brando fuore.
Tagliò lo scritto e 'l sasso, e sin al cielo
a volo alzar fe' le minute schegge.
Infelice quell'antro, ed ogni stelo
in cui Medoro e Angelica si legge!
Così restar quel dì, ch'ombra né gielo
a pastor mai non daran più, né a gregge:
e quella fonte, già si chiara e pura,
da cotanta ira fu poco sicura;
che rami e ceppi e tronchi e sassi e zolle
non cessò di gittar ne le bell'onde,
fin che da sommo ad imo sì turbolle
che non furo mai più chiare né monde.
E stanco al fin, e al fin di sudor molle,
poi che la lena vinta non risponde
allo sdegno, al grave odio, all'ardente ira,
cade sul prato, e verso il ciel sospira.
La Furia di Orlando
Orlando errò nel bosco per tutta la notte,
e allo spuntare del sole il suo destino gli fece ritornare in mente
dove Medoro scolpì la scritta.
Vedere l’ingiuria scritta nel monte
lo accese a tal punto, che in lui non restò un piccola parte
che non fosse odio, rabbia, ira e furore; non indugiò più, e sguainò la spada.
Tagliò lo scritto e il sasso, e fino al cielo
Fece alzare le piccole schegge.
Infelice quella caverna, e ogni albero
Su cui si legge il nome di Medoro e Angelica.
Così quel giorno furono distrutti, che non offriranno
Mai piu ombra ne frescura a pastore o gregge,
e quel fiume, prima così chiaro e limpido,
fu poco sicuro da una tale ira;
non smise di gettare (nel fume) rami, ceppi, tronchi e sassi,
finchè dalla superficie al fondo le rese così torbide ( le acque del fiume)
che non furono più chiare e pulite.
E alla fine, stanco e bagnato di sudore,
dopo che il vigore, ormai vinto, spento,
non risponde più alle sollecitazioni dello sdegno,
dell’odio, dell’ira,
cadde sul prato, e sospira verso il cielo.
Domande da interrogazione
- Qual è la causa della disperazione di Orlando?
- Come reagisce Orlando alla vista dell'epigramma di Medoro?
- Quali sono le conseguenze delle azioni di Orlando sulla natura circostante?
- Come termina l'episodio della furia di Orlando?
Orlando è preso dalla disperazione perché non riesce ad accettare la realtà dolorosa dell'amore tra Angelica e Medoro, come descritto nel poema.
Alla vista dell'epigramma, Orlando è consumato da odio, rabbia, ira e furore, e distrugge il sasso su cui è scritto, come narrato nel testo.
Le azioni di Orlando distruggono la caverna e gli alberi, e rendono le acque del fiume torbide e impure, come descritto nel poema.
L'episodio termina con Orlando stanco e sudato, che cade sul prato e sospira verso il cielo, dopo che la sua forza è stata vinta dalla sua ira, secondo il testo.