Rosabianca 88
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Concetti Chiave

  • La satira di Ariosto rivendica la libertà e dignità personale, rifiutando di servire il cardinale Ippolito.
  • Un apologo inserito nei versi 88-102 introduce una pausa serena e discorsiva, tipica della satira classica.
  • L'apologo racconta di un asino che deve liberarsi del peso per riconquistare la libertà, simboleggiando il sacrificio di Ariosto.
  • La satira adotta terzine di versi endecasillabi con schema ABA, BCB, tipico della terza rima.
  • Ariosto utilizza uno stile sciolto e familiare, in contrasto con i "generi alti" come la lirica e la tragedia.

Indice

  1. La Rivendicazione dell'Ariosto
  2. L'Apologo dell'Asino
  3. Conclusione e Metrica della Satira

La Rivendicazione dell'Ariosto

Il motivo della satira è la rivendicazione, energica e severa, anche se espressa in tono distaccato, da parte dell’Ariosto, della propria libertà e dignità di uomo e di poeta.

Fu scritta tra l’agosto e l’ottobre del 1517, in occasione della decisione presa dall’Ariosto di non prestare più servizio presso il cardinale Ippolito, rifiutandosi di seguire quest’ultimo nella sua nuova sede in Ungheria. Lo scritto è dedicato al fratello Alessandro ed al compare Ludovico da Bagno.

L’Ariosto inserisce un apologo, cioè una favola, nel versi 88-102 per segnare un distacco, come spesso avviene nelle Satire, dalla materia autobiografica, introducendo una nota di serenità discorsiva che testimonia un rasserenamento dello spirito. Tale tecnica, anche se in modi diversi, è presente pure nell’Orlando furioso. Inoltre, bisogna ricordare che l’apologo illustrativo di una situazione sentimentale o morale era un artificio tipico delle satire classiche.

L'Apologo dell'Asino

Riassunto dell’apologo: Un asino ossuto e rinsecchito riuscì ad entrare, facendo un buco nel muro, dove era sistemato un gran mucchio di grano e ne mangiò a sazietà tanto che il ventre s’ingrossò come una botte. Poi, temendo di essere scoperto e bastonato, tentò di ritornare da dove era venuto, ma invano, poiché non riusciva più a passare attraverso il varco da lui stesso aperto. Un topolino, vedendolo affannarsi e disperarsi, gli disse che, se avesse voluto uscire di là, avrebbe dovuto liberarsi di quel grosso ventre; per cui gli consigliò di vomitare quanto aveva mangiato per tornare magro e poter entrare nel buco.

Conclusione e Metrica della Satira

La satira si conclude con uno scatto energico di protesta dell’Ariosto. Come dimostra l’apologo appena citato, anche lui, per riconquistare la propria indipendenza, dovrà restituire al cardinale i doni da questi ricevuti: non sarà una cosa dolorosa, poiché in gioco c’è la sua libertà.

Per la metrica, la satira è formata da terzine di versi endecasillabi in rima secondo lo schema ABA, BCB (terza rima).

L’Ariosto utilizza uno stile ed una lingua tipici del genere della satira, adottando un periodare sciolto e familiare, con termini ed immagini dimessi che non potevano certo appartenere a “generi alti” quali la lirica e la tragedia.

L’invito del poeta al fratello Alessandro, lo stesso a cui, come detto, è dedicata questa prima satira, è espresso nei versi 221-225: “tu che diciotto anni / dopo me t’indugiasti a uscir de l’alvo (dal ventre materno), / gli Ongari (gli Ungheresi) a veder torna e gli Alemanni (i Tedeschi), / per freddo e caldo (attraverso regioni fredde e regioni calde) segui il signor nostro (il cardinale), / servi per amendua (per entrambi), rifa’ i miei danni” (compensalo del danno che gli reco io).

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale della satira dell'Ariosto?
  2. Il tema principale è la rivendicazione della libertà e dignità dell'Ariosto come uomo e poeta, espressa in modo energico e severo.

  3. Qual è il significato dell'apologo dell'asino inserito nella satira?
  4. L'apologo dell'asino illustra la necessità di liberarsi dei pesi per riconquistare la libertà, simboleggiando la decisione dell'Ariosto di restituire i doni al cardinale per riottenere la propria indipendenza.

  5. In quale contesto storico l'Ariosto scrisse questa satira?
  6. La satira fu scritta tra agosto e ottobre del 1517, quando l'Ariosto decise di non seguire il cardinale Ippolito in Ungheria, scegliendo di non prestare più servizio presso di lui.

  7. Qual è la struttura metrica utilizzata nella satira dell'Ariosto?
  8. La satira è composta da terzine di versi endecasillabi in rima secondo lo schema ABA, BCB, tipico della terza rima.

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