Concetti Chiave
- La parabola racconta come i cortigiani adulino i potenti, dimenticandosi della vera virtù e bontà mentre cercano di guadagnarsi il favore dei signori.
- I poeti, paragonati a cigni, salvano dall'oblio eterno chi merita, mentre i cortigiani falliscono nel preservare la memoria dei loro signori.
- Il testo critica i signori che ignorano i veri poeti, preferendo lodare adulatori e mediocri, danneggiando la propria fama futura.
- La storia storpiata dai poeti dimostra come la realtà possa essere capovolta: eventi storici sono raccontati in modo falso per compiacere i potenti.
- L'Ariosto esprime frustrazione verso i signori che non valorizzano la vera poesia, riflettendo la sua esperienza personale con gli Este.
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Indice
Il Vecchio e il Tempo
Quel vecchio, la cui barba gli scende sul petto
Cos’ veloce nei movimenti che nulla gli oppone resistenza,
qui, sulla Luna compie le stesse azioni
che sulla Terra compie il Tempo.
Quando i fili della vita umana sono stati completamente filati dalla Parca (= la Morte)
sulla Terra, la vita umana arriva alla fine.
L'Oblio e la Fama
Sulla Terra rimane la fama dell’uomo
e qui, il suo nome viene impresso sulla piastra;
La fama e il nome impresso sarebbero immortali,
ma qui il vecchio e sulla Terra il Tempo li consumano
Come puoi ben vedere, costui le getta nel fiume;
e il fiume le sommerge nell’oblio eterno.
Cortigiani e Poeti
E come quassù i corvi e gli avvoltoi
e le cornacchie e gli altri uccelli
si danno fare per tirar fuori dall’acqua
le piastre con i nomi che sembrano essere i più belli:
in questo modo, laggiù ruffiani, adulatori,
buffoni, uomini dissoluti, accusatori, e quelli
che vivevano alla corte (=cortigiani) e che sono
assai più graditi di coloro che mostrano bontà e virtù,
e vengono chiamati cortigiani nobili d’animo,
perché sono capaci di imitare l’asino e il porco;
una volta che la giusta Parca (= la morte)
ha tirato i fili della vita dissoluta, dedita al vino e ai piaceri sessuali, dei loro signori,
questi di cui ti sto parlando, pigri e senza valore,
nati col solo scopo di riempire il loro sacco di cibo,
per qualche giorno continuano ad essere ricordati;
poi lasciano cadere nell’oblio il nome dei loro signori.
Il Potere della Poesia
Ma come i cigni che cantano lieti
mentre mettono in salvo le piastre nel tempio sacro,
nello stesso modo, i poeti evitano che gli uomini che ne sono degni siano annullati dall’oblio,
quell’oblio che è più malvagio della morte
Oh principi accorti e avveduti,
che seguito l’esempio di Cesare Augusto,
e ricercate l’amicizia degli scrittori, per cui
non avete da temere le acque del fiume Lete!
[Il Lete, detto anche “fiume dell’oblio”, è uno dei fiumi infernali le cui acque avevano il potere di far dimenticare]
I rari poeti sono come i cigni
poeti che non siano indegni [e quindi che siano degni] di tale nome
perché il cielo non permette mai
che gli uomini illustri siano troppo numerosi,
cosicché per colpa dei signori, troppo avari [nel dispensare stipendi]
che ignorando i sacri ingegni poetici [i veri poeti],
osteggiando la virtù, e esaltando
i vizi, mettono al bando la buona e vera arte poetica.
L'Ignoranza dei Signori
Puoi credere che Dio abbia privato queste persone ignoranti
della ragione, e offusca loro i lumi dell’intelletto
che li ha resi indifferenti al valore della poesia
affinché dopo la morte tutto sia cancellato.
Anche se avessero i peggiori costumi
la loro fama sopravviverebbe alla morte
e esalerebbe un profumo più gradito del nardo e della mirra
se sapessero farsi amica la poesia [Cirra è il nome di una delle due cime del Parnaso]
[Il concetto espresso dallo scrittore è questo: Anche se il signore avesse condotto una vita scellerata, il fatto di essersi circondato da veri poeti, con la fama riuscirebbero a sopravvivere alla morte e a evitare l’oblio]
Eroi e Scrittori
Enea non fu così pietoso e Achille così forte
come è risaputo, né Ettore fu così valoroso;
e come loro ce ne sono stati a migliaia
di cui possiamo parlare con parole vere:
ma i doni offerti agli scrittori [donati palazzi e le gran ville]
dai loro discendenti fatto fatto sì che
questi eroi fossero degni dei più grandi onori
tramite le opere degli scrittori celebri
Cesare Augusto non fu né così santo, né così benigno
come ci racconta Virgilio nel suo poema epico
Il fatto che, in poesia, abbia dimostrato buon gusto
Fa dimenticare gli esili comminati [ai tempi in cui faceva parte del triumvirato con Antonio e Lepido]
Nessuno saprà con certezza se Nerone sia stato ingiusto
né la sua fama sarebbe stata forse meno buona,
se in terra e in cielo avesse avuto dei nemici
e se avesse saputo tenersi gli scrittori per amici.
La Verità Nascosta
Avendo Agamennone vinto Troia,
Omero fece sembrare i Troiani vigliacchi e incapaci;
e [scrisse] che Penelope, fedele al suo sposo Ulisse
era stata vittima di innumerevole offese da parte dei Proci [i pretendenti di Penelope].
E se tu vuoi che la verità non ti sia nascosta,
interpreta tutta la storia al contrario:
i Greci diventano sconfitti e la città di Troia vittoriosa,
e Penelope in realtà si comportò da prostituta.
Dall’altra parte, vedi che Didone non diventò
famosa perché ebbe il cuore molto riservato;
essa viene considerata una prostituta
soltanto perché Virgilio non le fu amico
[…]
Polemica di Ariosto
Con l’allegoria, l’episodio chiarisce l’atteggiamento polemico dell’Ariosto nei confronti del mondo di corte: i cortigiani sono dei poeti di scarso valore, avvezzi a praticare l’adulazione e i signori, con la loro ottusità e avarizia si dimostrano incapaci di apprezzare la vera poesia.
Infatti essi proteggono soltanto chi è mediocre e i compiacenti, ignorano del tutto i poeti che sono veramente di valore. In questo modo, si auto danneggiano perché si privano con le proprie mani della possibilità di diventare famosi e fra i posteri nessuno li ricorderà. Poi il poeta si dilunga sugli effetti del capovolgimento della realtà storica, fornendone numerosi esempi: la realtà che noi conosciamo è frutto di poeti che essendo capaci hanno saputo descrivere e tramandare gli eventi in un certo modo, mentre in realtà la vera situazione era ben diversa. La polemica scagliata dallo scrittore contro i signori ha una buona parte di vero e lo coinvolge direttamente. Li tratta da persone avare e incapaci di apprezzare la vera poesia. Al momento della morte, l’Ariosto, nonostante il grande successo avuto in vita, non ottenne lo sperato riconoscimento da parte degli Este: questo dimostra che i signori, all’epoca non volevano o non erano in grado di riconoscere agli scrittori uno statuto vero e proprio che li distinguesse dai mediocri.Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo del "vecchio" nel contesto del tempo e della fama?
- Come vengono descritti i cortigiani e i poeti nel testo?
- Qual è il potere della poesia secondo il testo?
- Cosa suggerisce il testo riguardo alla verità storica e alla sua rappresentazione?
- Qual è la critica di Ariosto nei confronti dei signori e dei cortigiani?
Il "vecchio" rappresenta il tempo che consuma la fama e i nomi degli uomini, gettandoli nel fiume dell'oblio, sia sulla Terra che sulla Luna.
I cortigiani sono descritti come adulatori e mediocri, mentre i poeti sono paragonati a cigni che salvano i nomi degni dall'oblio, sottolineando il potere della poesia.
La poesia ha il potere di preservare la memoria degli uomini degni dall'oblio, rendendo immortale la loro fama, a differenza dei signori che ignorano il valore poetico.
Il testo suggerisce che la verità storica è spesso distorta dai poeti, che possono alterare la percezione degli eventi e dei personaggi storici a seconda delle loro alleanze e preferenze.
Ariosto critica i signori per la loro incapacità di apprezzare la vera poesia e per proteggere solo i mediocri, danneggiando così la loro possibilità di essere ricordati dai posteri.