Concetti Chiave
- Ludovico Ariosto, nato nel 1474 a Reggio Emilia, abbandonò gli studi di diritto per dedicarsi alla poesia e alla filosofia, seguendo la sua vera passione.
- Dopo la morte del padre nel 1500, Ariosto si occupò dei fratelli minori e accettò incarichi minori alla corte estense, diventando chierico nel 1509.
- Si innamorò di Alessandra Benuccia e si sposò in segreto con lei nel 1527-28 a causa dei suoi doveri ecclesiastici.
- Le sue opere minori includono la lirica latina e le rime volgari, dove esplorò temi realistici e amorosi con un tono intimo, distaccandosi dallo stile petrarchesco.
- I capitoli di Ariosto, scritti in terzine, contengono elementi autobiografici e un linguaggio colloquiale, mostrando un lato personale del poeta.
Infanzia e Studi di Ludovico Ariosto
Ludovico Ariosto nacque a Reggio Emilia l’8 settembre del 1474, da una famiglia nobile.
Il padre, Niccolò, era un uomo di corte del duca Ercole d’Este ed era il comandante della guarigione militare.
Ludovico Ariosto intraprese i primi studi a Ferrara nell’84, e tra i 15 e i 20 anni frequentò dei corsi di diritto solo per volere del padre, ma presto li abbandonò per dedicarsi alle lettere e allo studio della filosofia.
Successivamente entrò a far parte della corte estense e strinse amicizia con Pietro Bembo, indirizzandosi così verso la poesia volgare.
Carriera e Vita Personale
Alla morte del padre, nel 1500, Ludovico dovette provvedere al sostenimento dei fratelli minori e, per questo motivo, dovette accettare le cariche minorili da parte degli estensi.
Alla fine del 1509 tornò a Ferrara e diventò chierico, prendendo gli ordini minori.
Nel frattempo occupò degli spettacoli di corte scrivendo due commedie, la Cassaria nel 1508 e i Suppositi nel 1509. Nel 1515, invece, si innamorò di Alessandra Benuccia, una donna rimasta vedova che viveva a Ferrara; i due però si unirono in matrimonio solo nel 1527-28, in gran segreto poiché essendo un chierico non poteva sposarsi.
Ludovico Ariosto morì a Ferrara nel 1533 dopo aver preso parte a numerose missioni diplomatiche al servizio del duca Alfonso I d’Este.
Opere Minori e Stile Poetico
Come opere minori troviamo la lirica latina e le rime volgari. La lirica latina fu scritta tra il 1494-1503 ed è formata da 67 componimenti ma non vennero mai né raccolti né pubblicati. Ariosto vi immise un’intonazione più realistica, ad esempio il contrasto tra la quotidianità e il distacco da ogni attività pratica.
Le rime volgari, invece, sono state scritte tra il 1493 e il 1527 e vennero pubblicate sono nel 1546. Buona parte delle rime si concentra intorno al tema amoroso e in particolare sulla figura della donna amata, Alessandra Benuccia; il tono di questa poesia amorosa è lontano dallo stile della poesia petrarchesca poiché vi sono degli spunti più intimi e amorosi rispetto ai classici latini.
Il capitolo era un componimento di opere in terzine mentre i capitoli ariosteschi contengono dei riferimenti autobiografici e con un linguaggio colloquiale.
Domande da interrogazione
- Quali furono gli studi iniziali di Ludovico Ariosto e come influenzarono la sua carriera?
- Come influì la morte del padre sulla vita di Ludovico Ariosto?
- Quali sono le caratteristiche principali delle opere minori di Ludovico Ariosto?
Ludovico Ariosto iniziò i suoi studi a Ferrara, frequentando corsi di diritto per volere del padre, ma li abbandonò presto per dedicarsi alle lettere e alla filosofia. Questo cambiamento lo portò a entrare nella corte estense e a indirizzarsi verso la poesia volgare, influenzato dall'amicizia con Pietro Bembo.
Alla morte del padre nel 1500, Ludovico Ariosto dovette sostenere i fratelli minori, accettando cariche minori dagli estensi. Questo lo portò a tornare a Ferrara e a diventare chierico, pur continuando a scrivere e partecipare a spettacoli di corte.
Le opere minori di Ariosto includono la lirica latina e le rime volgari. La lirica latina, scritta tra il 1494 e il 1503, presenta un tono realistico, mentre le rime volgari, pubblicate nel 1546, si concentrano sul tema amoroso, con un tono più intimo rispetto alla poesia petrarchesca. I capitoli ariosteschi contengono riferimenti autobiografici e un linguaggio colloquiale.