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Testo descrittivo[/center]
Un testo descrittivo serve a descrivere tutto ciò che ci circonda e/o attrae il nostro interesse.
La descrizione a differenza della narrazione è sottratta alla dinamica temporale, resta in un certo senso sospesa nel tempo.
La descrizione ha sempre un obiettivo, non è mai fine a se stessa.
Com’è fatta una descrizione
La descrizione può essere di tipo soggettivo/ personale o di tipo oggettivo/ impersonale. In quest’ultimo caso l’autore non interviene mai , non fa avvertire la sua presenza con giudizi, commenti, impressioni, il linguaggio è preciso, tecnico.
Nel primo caso la descrizione è pervasa dalla presenza dell’io narrante, che introduce il suo stato d’animo, i suoi sentimenti, la sua personalità. Il lessico abbandona ogni tipo di tecnicismo per divenire “lirico”, personale, emotivo.
Gli scopi
Non esiste un solo tipo di scopo per dare vita al testo descrittivo, ma ne individuiamo tre tipi fondamentali.
1. Scopo informativo. Chi descrive lo fa con la finalità di comunicare in modo oggettivo una serie di informazioni ( pensiamo ad una definizione scientifica o una descrizione storica)
2. Scopo persuasivo. La descrizione è finalizzata a persuadere, per esempio una locandina pubblicitaria.
3. Scopo espressivo. L’autore non cela la sua presenza, mostra le proprie opinioni, il proprio giudizio, i propri sentimenti. Se devo descrivere un paesaggio, posso descriverlo partendo da ciò che esso mi suscita, cosa di esso mi emoziona.
Un testo descrittivo serve a descrivere tutto ciò che ci circonda e/o attrae il nostro interesse.
La descrizione a differenza della narrazione è sottratta alla dinamica temporale, resta in un certo senso sospesa nel tempo.
La descrizione ha sempre un obiettivo, non è mai fine a se stessa.
Com’è fatta una descrizione
La descrizione può essere di tipo soggettivo/ personale o di tipo oggettivo/ impersonale. In quest’ultimo caso l’autore non interviene mai , non fa avvertire la sua presenza con giudizi, commenti, impressioni, il linguaggio è preciso, tecnico.
Nel primo caso la descrizione è pervasa dalla presenza dell’io narrante, che introduce il suo stato d’animo, i suoi sentimenti, la sua personalità. Il lessico abbandona ogni tipo di tecnicismo per divenire “lirico”, personale, emotivo.
Gli scopi
Non esiste un solo tipo di scopo per dare vita al testo descrittivo, ma ne individuiamo tre tipi fondamentali.
1. Scopo informativo. Chi descrive lo fa con la finalità di comunicare in modo oggettivo una serie di informazioni ( pensiamo ad una definizione scientifica o una descrizione storica)
2. Scopo persuasivo. La descrizione è finalizzata a persuadere, per esempio una locandina pubblicitaria.
3. Scopo espressivo. L’autore non cela la sua presenza, mostra le proprie opinioni, il proprio giudizio, i propri sentimenti. Se devo descrivere un paesaggio, posso descriverlo partendo da ciò che esso mi suscita, cosa di esso mi emoziona.
Per poter descrivere, in base allo scopo , devo modificare anche il lessico.
Alla base di tutto deve esserci un criterio di selezione di ciò che devo
descrivere, un oggetto piuttosto che un altro.
Per es. se devo descrivere un testo a scopo pubblicitario, selezionerò con
cura le parole, quindi se mi riferisco ad una spiaggia non la descriverò
dicendo che essa è di colore giallo- marrone, ma dirò che la sabbia è color
oro. Se devo dire che il mare è blu, dirò che la sua acqua è cristallina. Etc.,
devo attirare l’attenzione del cliente.
Al contrario se devo descrivere qualcosa a livello soggettivo, in genere è
qualcosa che mi è avverso, userò una serie di aggettivi di tipo dispregiativo
che fanno sentire la mia presenza.
I tempi verbali prevalenti nella descrizione sono presente e imperfetto ( il
passato remoto è più tipico della narrazione).
Anche gli indicatori sono più statici rispetto al testo narrativo. Il descrittivo
privilegia l’uso di preposizioni, avverbi, locuzioni avverbiali di luogo, che
hanno lo scopo di far entrare chi legge immediatamente al centro della scena.
Per es. se sto descrivendo uno scricchiolio strano proveniente dalla scala,
dirò “ si sentiva uno scricchiolio proveniente dal quarto gradino, a partire dal
basso, della scala vicino alla porta secondaria”.
L’ordine
Per quanto riguarda la disposizione delle parti in cui è strutturata una
descrizione, esso assolve ad un criterio ben stabilito.
Tre sono gli ordini canonici, a volte si unisce un quarto che si unisce ai tre,
quando la descrizione non riguarda solo l’occhio, ma anche la sfera
sensoriale, il ricordo, per es.
1. Ordine gerarchico. Nella descrizione parto dal più grande e mi dirigo
verso i dettagli. Per es. se descrivo una persona parto dalla descrizione
generale per poi descrivere il volto, che magari si presenta rugoso o
con altre sfumature che intendo rivelare, oppure le mani, oppure lo
sguardo o qualunque altra caratteristica che ha lo scopo di porre in
risalto.
2. Ordine lineare- spaziale. Riguarda sempre il particolare, ma questa
volta mi muovo da particolare a particolare. Per es. decido di descrivere
una stanza, parto da un punto in particolare e poi mi muovo da destra
verso sinistra, o viceversa, e descrivo tutto ciò che vedo ponendolo
sullo stesso piano.
3. Accostamento associativo. Senza seguire un ordine particolare
( come nel modello precedente) posso accostare tutto ciò che vedo solo
partendo da ciò che è associabile. Per es. se descrivo un incendio,
posso partire dall’arrivo dei vigili del fuoco, poi passare all’edificio che è
in fiamme, quindi descrivere una figura che si trova ad una finestra per
chiedere aiuto e così via, per poi ritornare sui vigili del fuoco.
4. L’ultimo modo prevede la presenza di almeno uno dei moduli precedenti
sui quali si innesca questo quarto tipo che riguarda la sfera del
ricordo. Per es. se devo descrivere un edificio e magari tale edificio è
ormai pericolante però, guarda caso si tratta dell’edificio in cui ho
trascorso la mia infanzia, questa descrizione (com’è adesso) va ad
incastrarsi sul com’era quando ero bambino /a. solo in questo caso è
previsto l’uso del passato.
Il punto di vista
Tre sono i punti di vista di un testo descrittivo.
1. Il punto di vista fisico o concreto , ovvero la realtà si osserva da
un punto ben definito, una finestra, un albero, un angolo della stanza
etc.
2. Il punto di vista dall’angolazione interiore. Si tratta di una
disposizione d’animo con cui la realtà viene osservata. Esprime una
considerazione personale, palese. La scelta linguistica è personale,
presenta molti aggettivi, magari diminuitivi o vezzeggiativi.
3. Lo sguardo di chi osserva la realtà. L’autore può scegliere gli
occhi di un personaggio per descrivere ciò che vede. In questo caso
il lettore sa bene che la realtà potrebbe essere quella non descritta.
Comporre un testo descrittivo
Prima di descrivere bisogna scegliere a priori quale ordine descrittivo
scegliere, non si può cambiare percorso.
In particolare bisogna tenere presenti le coordinate della descrizione:
1. ll tema globale ( che cosa descrivo) e i sotto temi ( le parti costitutive)
2. il tipo di approccio ( soggettivo o oggettivo)
3. lo scopo ( informo, persuado, do voce ai miei sentimenti)
4. i particolari che devo includere o escludere.
5. Lo stile da adottare
6. L’ordine da seguire per legare i particolari
7. L’adozione oppure no di un punto di vista.
Un elemento non secondario è che la descrizione deve essere
interessante e piacevole, per ottenere questo è sufficiente,
1. descrivere con estrema attenzione i particolari più significativi ( che
noi riteniamo tali);
2. il linguaggio non deve essere ridondante;
3. fare dei paragoni può stimolare l’attenzione di chi legge e….
4.per non annoiare il lettore anche la scelta della lunghezza, che non
deve essere eccessiva, deve essere vagliata con cura.
Descrivere le persone
Inquadramento generale. Di chi si tratta; età; comportamenti,
atteggiamenti; abitudini; ambiente di vita.
Aspetto fisico. Il corpo; il viso; tratti particolari degni di nota;
abbigliamento;
dati psicologici e culturali. Carattere; formazione culturale; interessi;
ideologia (cosa pensa)
caratterizzazione sociale. grado di ricchezza o povertà; attività
lavorativa; classe sociale.
Sfera sensoriale. Profumi; voce.
Eventuale giudizio personale. Positivo, negativo, neutro; motivazioni.
Descrivere luoghi e cose
Dati macroscopici. Di che oggetto si tratta; dove è collocato; la
forma e il materiale; il colore; la funzione.
Dettagli. Le parti che lo compongono; osservazione sui dettagli.
Rapporti con le persone. chi lo usa e perché; riflessi emotivi di chi
lo usa.
Informazioni storiche. Notizie sulla storia dell’oggetto
Eventuale giudizio
Descrizione del luogo
Dati macroscopici. Di che luogo si tratta; aspetto generale; dove
si trova.
Dettagli. Aspetti particolari del luogo ( architettura, immagini
umane animali etc)
Rapporti con le persone. Chi lo frequenta e perché; riflessi emotivi
del luogo;