Concetti Chiave
- L'appendice o "feuilleton" è una sezione giornalistica nata per la lettura di svago, con origini nel giornale francese Journal des débats, e si è evoluta nel romanzo d'appendice.
- Il romanzo d'appendice, popolare nell'Ottocento, era pubblicato a puntate per fidelizzare i lettori e aumentare la diffusione dei giornali, con autori come Balzac e Dumas.
- In Italia, il romanzo d'appendice trovò spazio con autori come Francesco Mastriani, ma con l'avvento del cinema, l'interesse si spostò verso i film d'appendice.
- I personaggi dei romanzi d'appendice erano spesso tipizzati, rappresentando dualismi come bene e male, senza approfondimenti psicologici, riflettendo il Romanticismo.
- La struttura narrativa comune inizia con felicità, seguita da pericoli e ritorno alla felicità, con trame prolisse e un focus sul patetico e sul sentimentalismo.
Indice
Origini e diffusione dell'appendice
L’appendice è una sezione del giornale quotidiano riservata alla lettura di svago e, di solito è collocata in fondo alla pagina. In pratica, l’appendice nacque dalla separazione della parte politico-informative quella culturale il cui scopo era il passatempo. Il primo autore fu l’abate frances4e Julien-Louis Geoffroy che occupava il ruolo di incaricato della critica drammatica sul giornale Journal des débats dal 1800 in poi. Egli si rivolgeva ad un pubblico assai vasto, fortemente appassionato di teatro. Le sue efemeridi ebbero un grande successo, a tal punto che il Journal arrivò ad una cifra straordinaria di abbonamenti. L’appendice, chiama, in francese, anche “feuilleton”, si estese, successivamente, a tutti i giornali più importanti e col tempo gli argomenti erano i più disparati. Infatti, scrissero appendici Jules Janin in ambito teatrale, Théophile Gautier in campo artistico, Sainte-Beuve in ambito letterario, Berlioz in ambito musicale. Tuttavia furono necessari diversi anni prima che l’appendice da settimanale diventasse di frequenza quotidiana per poter dar luogo, infine, ad un genere nuovo, il romanzo d’appendice.
Evoluzione del romanzo d'appendice
Veramente, fin dal Settecento, la narrativa aveva trovato un suo spazio sui giornali e sulle riviste. In primo esempio ci è fornito dall’opera Robinson Crusoe di De Defoe che fra il 1719 e il 1720 apparse sul London Post. In questo caso, però, che la pubblicazione avesse luogo a puntate rimaneva una circostanza estrinseca cioè che interessava soltanto la diffusione dell’opera; invece, la stampa ottocentesca francese rese tale circostanza determinante ai fini della struttura e della tecnica romanzesche. L’idea risale al giornalista Emile de Girardin. Col romanzo d’appendice egli intendeva perseguire un duplice obiettivo; aumentare la diffusione della stampa nel ceto popolare e legare il lettore in modo continuativo attraverso l’abbonamento. Nel 1836, egli pubblicò il giornale La presse, venduto alla metà rispetto agli altri. Qui, cominciò a pubblicare dei romanzi a puntate tutti appassionanti nello stesso modo, pensate in modo tale da portare ogni giorno la tensione narrativa al massimo; il racconto veniva poi troncato lasciando così in sospeso la curiosità del lettore. Il primo titolo significativo fu La vieille fille. Scène de la vie de province di Balzac. Il successo fu immediato. Oltre a Balzac, pubblicarono romanzi di appendice anche George Sand e Théophile Gautier. Specialista del romanzo storico di appendice fu Alexandre Dumas e Eugène Sue si orientò piuttosto verso il romanzo umanitario e sociale. Entrambi scrissero molto: Dumas legò la sua fortuna Le conte de Monte-Cristo, mentre Sue ebbe successo con la pubblicazione de Les mystères de Paris.
Successo e declino del romanzo d'appendice
L’espressione “romanzo d’appendice” non aveva ancora assunto un senso dispregiativo; infatti Sue e Dumas non venivano affatto considerati di rango inferiore rispetto ad un Balzac o a un Hugo dei quali condividevano le ambizioni e le intenzioni. La separazione avvenne durante il Secondo Impero quando il livello del romanzo d’appendice cominciò ad abbassarsi, passando dalle tematiche storiche e sociali al melodramma sui delitti d’amore. Il protagonista non era più l’eroe votato ad un’alta missione, bensì il seduttore o la donna maliarda e la loro vittima innocente.
Diffusione internazionale e impatto del cinema
Il romanzo d’appendice si diffuse anche oltre la Francia. In Italia vi prestarono attenzione Emilio De Marchi e Matilde Serao, in esplicita concorrenza con gli scrittori francesi. Il più attivo scrittore italiano fu però Francesco Mastriani che dal 1875 in poi, pubblicò sul giornale napoletano Roma I misteri di Napoli, prendendo come esempio l’opera di Sue. Invece su La Gazzetta di Torino furono pubblicati a puntate le opere di Carolina Invernizzi. A partire dalla fine del secolo, le sorti del romanzo d’appendice si confondono con il romanzo popolare pubblicato a dispense o a fascicoli. Con l’avvento del cinema il pubblico popolare cominciò, tuttavia ad interessarsi più dell’immagine che del testo scritto: il romanzo era caratterizzato da una certa lentezza, e da un’insistenza esplicativa e descrittiva mentre il film rappresenta in fatti in modo più rapido con il supporto dell’immagine. Si viene così a creare il film d’appendice (ai misteri di Parigi o di Londra succedono quelli di New York) che però è fortemente diverso rispetto al progenitore letterario.
Temi e personaggi del romanzo d'appendice
I personaggi della narrativa d’appendice si basano sulle grandi antinomie di sempre: vizio e virtù, disgrazia e fortuna, vendetta e perdono, ricchezza e povertà, innocenza e delitto È presente anche una schematica tipizzazione dei ritratti, dipinti con colori inequivocabili, e mai a mezza tinta. Abbiamo i banditi sanguinari, le prostitute dal cuore pure, gli aristocratici puri, i mariti tirannici, le madri perseguitate dai figli, gli operai poveri ma onesti. Tale dualismo, sia nei temi, che nei personaggi, richiama la stagione del Romanticismo e il concetto del romanzo come grande grande affresco in cui è rappresentata la società contemporanea in tutte le sue sfaccettature. Manca l’interesse psicologico perché l’attenzione è rivolta soltanto al mondo sociale visto sempre come lotta fra il bene e il male.
Struttura narrativa e temi ricorrenti
Lo schema narrativo è di solito, il seguente: la narrazione si apre con un quadro di felicità. Ad un tratto interviene il pericolo che scatena una tempesta. Terminata la prova e riconquistata la felicità, il personaggio si ritrova nella condizione iniziale, ma la minaccia può sempre riprodursi perché nessuna vittoria è mai definitiva. La trama diventa, così, prolissa e complicata e la parola fine si ha soltanto di presenza di stanchezza da parete del lettore e dello scrittore. A volte il feuilleton sociale rappresenta il mondo della nobiltà e della ricchezza in cui è presente un diverso aspetto della cultura romantica: il patetico e il sentimentalismo di infimo livello che vogliono dimostrare come la vita dei potenti sia altrettanto infelice di quella della povera gente. Succede anche che il protagonista non sia il ribelle, ma l’innocente, vittima delle apparenze, ma sempre fedele ai valori tradizionali; il tema del romanzo d’appendice è costituito dalla sua riabilitazione
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine del romanzo d'appendice e come si è evoluto nel tempo?
- Come si è diffuso il romanzo d'appendice al di fuori della Francia?
- Quali sono le caratteristiche principali dei personaggi nel romanzo d'appendice?
- Qual è lo schema narrativo tipico di un romanzo d'appendice?
- Come è cambiata la percezione del romanzo d'appendice nel tempo?
Il romanzo d'appendice è nato come una sezione di svago nei giornali, separata dalla parte politico-informativa. È stato introdotto da Julien-Louis Geoffroy e si è evoluto grazie a Emile de Girardin, che ha usato il formato per aumentare la diffusione della stampa e fidelizzare i lettori. Col tempo, è diventato un genere a sé stante, con autori come Balzac e Dumas che hanno contribuito al suo successo.
Il romanzo d'appendice si è diffuso anche in Italia, con autori come Emilio De Marchi e Matilde Serao che hanno gareggiato con i francesi. Francesco Mastriani è stato uno dei più attivi, pubblicando "I misteri di Napoli". Con il tempo, il romanzo d'appendice si è fuso con il romanzo popolare, ma ha perso terreno con l'avvento del cinema.
I personaggi del romanzo d'appendice sono spesso basati su antinomie come vizio e virtù, e sono tipizzati in modo netto. Ci sono banditi sanguinari, prostitute dal cuore puro, aristocratici nobili, e operai onesti. Questo dualismo richiama il Romanticismo, ma manca di profondità psicologica, concentrandosi sulla lotta tra bene e male.
Lo schema narrativo tipico inizia con un quadro di felicità, seguito da un pericolo che scatena una tempesta. Dopo la prova, la felicità viene riconquistata, ma la minaccia può ripresentarsi. La trama è prolissa e complicata, e si conclude solo quando lettore e scrittore si stancano. A volte, il protagonista è un innocente vittima delle apparenze, fedele ai valori tradizionali.
Inizialmente, il romanzo d'appendice non aveva una connotazione dispregiativa e autori come Sue e Dumas erano considerati alla pari di Balzac e Hugo. Tuttavia, durante il Secondo Impero, il livello del romanzo d'appendice si è abbassato, passando a temi melodrammatici, e la percezione è cambiata, vedendolo come un genere inferiore.